La giusta distanza
di Sara Rattaro
Sperling & Kupfer, 2019
pp. 248
€ 16,90 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
“Ci siamo parlati senza utilizzare un solo vocabolo, ci siamo amati senza ricatti, ci siamo offerti senza interpretare un ruolo. Era come se percepissi per la prima volta di non essere più solo un uomo sposato che omaggiava il dono della vita in una anonima stanza d’hotel.”
Con queste parole Luca, il protagonista maschile, ritrova l’essenza dell’amore per sua moglie Aurora, dopo un viaggio in aereo nel quale entrambi avrebbero potuto perdere la vita.
Il romanzo però non è solo una storia d’amore, piuttosto una riflessione sull’amore e sulla possibilità che esista un solo amore per sempre.
Luca e Aurora si conoscono quando Aurora sta ancora studiando, un momento per lei molto difficile legato alla malattia della madre.
Luca si prende cura di lei, la accoglie, la aiuta a diventare donna, la asseconda nelle sue scelte e subisce la decisione che lei prende nell’andare a vivere per qualche mese a Londra.
Questa esperienza londinese si rivela per la protagonista una occasione di vivere in libertà (“avevo mollato le redini”, p. 131) e soprattutto di assaporare gli istanti di vita e chissà anche un amore che nasce all’insegna della leggerezza, salvo poi diventare profondo e vero, nel quale l’essere se stessi e liberi da ogni condizionamento è il fulcro della relazione.
Luca, nel frattempo, prova ad essere sereno, concentrandosi sulla vita di ogni giorno e sui piccoli piaceri che passano anche attraverso la frequentazione di una donna che lo accoglie senza chiedere nulla in cambio.
La storia si sviluppa tra vicinanza e lontananza dei protagonisti, tra amori leggeri e accudimenti profondi, tra legami consolidati che vivono di istanti e affetti familiari che si nutrono di assenze.
Il lettore si trova nella storia da due punti di vista, quello di Luca e di Aurora, ma soprattutto è portato a riflettere sul valore dell’amore e sulla libertà che questo sentimento può racchiudere.
Il personaggio che ho amato di più è stato la mamma di Luca, una donna che ha vissuto ricordando un amore e che, alla fine della sua vita, sa leggere le sensazioni di Aurora come nessuno aveva saputo fare, confidandole un segreto che profuma di proibito e di gioia lontana.
Con un finale un pochino forzato Sara Rattaro conduce il lettore a riflettere su numerosi aspetti della vita a due: esiste l’amore della vita e che dura una vita? L’amore che salva l’anima può esistere fuori da un rapporto consolidato? L’assenza di un genitore in giovane fino età fino a che punto può condizionare le scelte di relazioni in età adulta? Un matrimonio si può ricostruire dopo tanta sofferenze e libertà ritrovata?
Sara Rattaro, sempre disponibile e generosa nel parlare dei suoi libri e dei suoi personaggi ancora una volta ha risposto alle nostre domande.
Uno dei temi centrali del romanzo è un matrimonio da salvare. Luca e Aurora non potevano “salvarsi da soli” senza stare insieme?
Questo romanzo vuole rispondere alla domanda più insidiosa per la mia generazione. È possibile amarsi per sempre? Aurora e Luca ci provano, attraversano il dolore e soprattutto accettano di essere cresciuti, come spesso capita, in modi diversi. Non credo che nei libri si trovino risposte, per lo più si scovano altre domande ma se proprio ne vogliamo dare una adatta potrebbe essere questa “per amarsi a lungo bisogna imparare a ritrovarsi”.
In molti capitoli hai introdotto una postilla, una voce fuori campo. Perché?
È un mio marchio di fabbrica. Ormai i lettori mi riconoscono anche così. La voce fuori campo è la mia. Mi riprendo il mio ruolo di narratrice e vi dico cosa ne penso.
Ho letto molta passività in Aurora: lascia che siano Raffaele e Luca a condurla per mano. Come ti arrivato questo personaggio?
Aurora è stato un personaggio complesso e non facile da gestire. È troppo giovane quando diventa grande ed è troppo ferita quando deve rimettere in piedi la sua vita.
È vittima di un padre troppo imponente ma lontano e se non fosse per Luca avrebbe naufragato.
Senza spoilerare … Luca e Aurora vivono la libertà in un altro rapporto; non era questo il vero amore inteso come libertà verso se stessi e verso l’altro?
La fedeltà è un altro tema forte di questo libro e di molte mie opere perché una postilla alla domanda principale potrebbe essere “è possibile amarsi per sempre ed essere sempre fedeli?”
La vita di Aurora e Luca si sfibra e si ricuce, e se l’infedeltà, a volte, è discutibile, la fedeltà diventa un punto di raccolta.
I protagonisti vivono l’amore solo quando lasciano le redini della razionalità oppure è una mia chiave di lettura?
Lo chiedi a una che si sente sempre divisa tra la parte razionale, scientifica ed efficiente e quella sognatrice, emotiva e leggera… L’amore si impadronisce prima della seconda, però. Chiave di lettura azzeccata.
La mamma di Luca è il personaggio che più ho amato; tu hai un personaggio al quale ti senti più vicina?
E Giulio dove lo mettiamo? L’abbraccio caldo in cui ogni donna dovrebbe inciampare almeno una volta nella vita.
Tra i vari temi c’è anche quella dell’amicizia tra uomo e donna? Reputi ci possa essere davvero?
Io ci credo, perché la vivo, ma di certo non è facile instaurarla e necessità di regole e rispetto.
L’anno è appena iniziato. Quali obiettivi e sogni hai per il 2020?
Oltre a godermi il libro, inizierà il terzo corso di scrittura La fabbrica delle storie che, viste le grandi soddisfazioni delle edizioni precedenti, attendo con entusiasmo. Anche quest’anno aiuterò alcuni amanti della scrittura a pubblicare il proprio racconto e ad avvicinarsi a questo folle mondo che è la narrativa. Per informazioni: www.fabbricadellestorie.it.
Intervista a cura di Elena Sassi