Impresa & Jazz. Il lavoro di gruppo a tempo di swing
di Erika Leonardi
prefazione di Gegè Telesforo
Guerini, 2019
pp. 141
€ 14,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
audiolibro disponibile su Audible
Si sa che la maggior parte delle nostre ore viene passata sul posto di lavoro, ma quanto siamo in grado di sentirci a nostro agio in un team? Quanto il nostro ruolo si armonizza efficacemente con quello degli altri, senza prevaricare e senza, d'altro canto, rinunciare a far sentire la nostra voce? Il lavoro aziendale richiede un giusto equilibrio, nonché una tranquillità emotiva per poter portare avanti le proprie istanze in modo sereno e, così facendo, ancor più produttivo.
Nel suo nuovo lavoro, Impresa & Jazz, uscito da poco per Guerini, Erika Leonardi propone una metafora interessante, che ben si sposa con il discorso che stiamo affrontando: lavorare in azienda è come suonare in una jazz band, con momenti in cui non si affermano le proprie idee diventando solisti, per poi fare un passo indietro e riamalgamarsi al resto della band. Il fascino e il potere dello swing si percepisce anche in un'azienda, quando le sue varie componenti sono tutte necessarie e bene architettate.
Per chi si è affacciato al mondo aziendale da poco o per chi non mastica ancora bene il linguaggio e l'abc d'impresa, la prima parte del libro è una lucida trattazione sui fondamenti stessi del lavorare in azienda oggigiorno, con uno sguardo lucido che passa dal significato che attribuiamo al lavoro (e quanto diventa più piacevole e efficace se anziché vederlo solo come un dovere lo interpretiamo come potere, ovvero come opportunità per dimostrare chi siamo, o addirittura come piacere-passione). Oltre alla relazione che intercorre tra io & l'identità personale, io & gli altri e io & i valori dell'impresa, Leonardi analizza i vari cambiamenti che sta attraversando il mondo aziendale (il prodotto vs. il servizio), con attenzione particolare alla comunicazione col mondo esterno, fondamentale interfaccia col cliente ma anche occasione per mostrare chi è l'azienda.
Ecco dunque che quando si giunge alla seconda parte del libro, quella dedicata all'originale formulazione della metafora suddetta, si hanno gli strumenti ideali per comprendere appieno la proposta di Erika Leonardi:
La mia lettura del concerto jazz è così formulata: una alternanza fra esecuzione corale ed espressione solistica, molto particolare. Se la prima è legata allo spartito, la seconda nasce durante l'esecuzione. Se la prima è eseguita in gruppo, la seconda è affidata al singolo musicista. (p. 86)
Dunque, non è un qualcosa di deciso a tavolino, di "perfetto" (in senso etimologico), ma ancora da compiere nella sua interezza; e questo avviene anche grazie al contributo degli altri, all'intuizione e alla capacità di improvvisazione (che porta con sé «originalità, unicità, estemporaneità, assunzione di rischio», p. 91).
Tra citazioni dal mondo della musica e della letteratura, pensieri sulla vita lavorativa, si giunge a far sì che la metafora del jazz risulti calzante anche per la nostra vita. I risvolti filosofici e le attinenze non mancano.
Questo libro non può né vuole proporre soluzioni liofilizzate, dal momento che purtroppo ogni situazione è a sé e occorrerebbe analizzare da vicino il team aziendale, ma è una piacevole lettura per aprire varchi di riflessione nel nostro modo di pensare all'impresa. Perché produttività non significa solo aggiungere tanti zeri ai profitti, ma anche stare bene con sé stessi e con gli altri, colleghi o clienti che siano.
Questo libro non può né vuole proporre soluzioni liofilizzate, dal momento che purtroppo ogni situazione è a sé e occorrerebbe analizzare da vicino il team aziendale, ma è una piacevole lettura per aprire varchi di riflessione nel nostro modo di pensare all'impresa. Perché produttività non significa solo aggiungere tanti zeri ai profitti, ma anche stare bene con sé stessi e con gli altri, colleghi o clienti che siano.
GMGhioni