Senti che vento
di Eleonora Sottili
Einaudi, 2020
pp. 208
€ 16,50 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
«Quando mi consegnarono l'abito da sposa, il tempo minacciava tempesta» (p. 3): si apre così il nuovo romanzo di Eleonora Sottili, e subito vengono in mente i veli e i pizzi che svolazzano nel gran vento di Bocca di Magra. Non sappiamo ancora però che insieme al vestito oscillano e, anzi, vacillano anche le certezze della protagonista, Agata: il matrimonio è ormai alle porte e niente può fermarlo. O quasi. Ci si mette, infatti, un cataclisma: sul paese si abbatte una terribile tempesta, che porta all'inondazione del Magra, che blocca la vita di tutti, trascinando verso il mare insieme agli alberi, anche pezzi di casa strappati alle varie realtà domestiche.
Agata, sua mamma e sua nonna si chiudono in casa, portano al piano di sopra ciò che hanno di più caro. E aspettano. Questa singolare prigionia è l'occasione per sperimentare una vita di privazioni (che la nonna ha affrontato coraggiosamente nel periodo della guerra), ma anche per trascorrere il tempo con quello che hanno di più caro: i ricordi, che portano con sé segreti inconfessabili.
Foto, vestiti, cibo confezionato sono ciò che le tre donne hanno a loro disposizione, insieme agli scatoloni di libri, tra cui L'isola del tesoro, e ai tanti pensieri che, tuttavia, non possono condividere a cuor leggero. La madre è la sognatrice del gruppo, lei che sull'atlante studia rotte e distanze che non percorrerà mai; la nonna è l'intrepida, quella che nella vita ha saputo rinunciare a tanto per il bene della famiglia, ma non dimentica; Agata è la degna discendente di entrambe: da un lato prova a immaginare una vita quieta, come insegnante, a casa col futuro marito Giacomo, ma dall'altro un'inquietudine fortissima la porta a vacillare al solo pensiero delle nozze.
Fango e acqua scorrono fuori ma anche dentro le protagoniste, che prima restano a guardare ma poi decidono di agire come possono, "pescando" letteralmente i loro pomodori col retino, protendendosi a salvare un cucciolo di cinghiale, legando una barca trascinata dalla corrente. Insomma, dopo il primo smarrimento, le tre ritrovano la prontezza di spirito. E Agata ripercorre passo a passo i mesi precedenti, quelli in cui insieme alla ricerca della casa da sottoporre a Giacomo, si sono alternati giorni di dubbi e altri di passione. Sì, ma per un altro, Pietro. E anche allora era sogno e tempesta, passione e senso di colpa (ma non pentimento). Pietro, sognatore fino all'utopia (esistono davvero uomini così?), non ha mai chiesto niente ad Agata, se non di vivere quelle case che le proponeva fingendo che per un giorno, per una notte fossero le loro: immaginavano dove mettere gli armadi, dove il letto, e poi facevano l'amore. E poi c'erano le parole di Pietro, le parole con cui lui ha sempre giocato abilmente, quasi un prestigiatore che sa sempre come estrarre frasi ad impatto. Ma che dire di Giacomo, del suo pragmatismo, delle sue aspirazioni semplici e d'altro lato più che legittime, dopo tanti anni di fidanzamento?
Tra presente e passato, seguiamo il fluire del Magra verso il mare, e ci chiediamo se anche Agata troverà il coraggio di agire, laddove sua mamma e sua nonna si sono fermate.
C'è qualcosa di fiabesco in Senti che vento: per quanto sporcata dal fango, l'acqua è anche in questo caso un elemento di purificazione dai preconcetti. Se amate abbandonarvi a galleggiare sui sogni, navigherete bene tra i sentimenti e le tre storie che Eleonora Sottili ha intrecciato per noi.
Tra presente e passato, seguiamo il fluire del Magra verso il mare, e ci chiediamo se anche Agata troverà il coraggio di agire, laddove sua mamma e sua nonna si sono fermate.
C'è qualcosa di fiabesco in Senti che vento: per quanto sporcata dal fango, l'acqua è anche in questo caso un elemento di purificazione dai preconcetti. Se amate abbandonarvi a galleggiare sui sogni, navigherete bene tra i sentimenti e le tre storie che Eleonora Sottili ha intrecciato per noi.
GMGhioni