Aadam ed Eeva
di Arto Paasilinna
Iperborea, 2019
Traduzione di Marcello Ganassini
pp. 256
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
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Durò sei lunghi giorni, il settimo Aadam Rymättylä si riposò. Comprese che aveva trovato la strada per il paradiso dove avrebbe condotto l'intera umanità. (p. 41)
Dall'Eden alle soglie del nuovo millennio, ne abbiamo fatta di strada. Il morso alla mela della conoscenza, oltre che a insegnarci (forse) la differenza tra bene e male, ci ha portati a un vertiginoso sviluppo che ha dimenticato la connessione con la natura. La Terra è un groviera da cui zampilla petrolio ormai in esaurimento, la crisi economica e lavorativa è diffusa, giovani imprenditori si suicidano sotto la spinta dei pignoramenti. Non proprio tutti reagiscono così. C'è un uomo, un produttore di batterie nel quartiere di Tattarisuo, a nord di Helsinki, che inizia la sua primavera catapultato in aria da una gigantesca esplosione: Aadam Rymättylä sta infatti cercando di creare un nuovo tipo di batteria che affrancherà l'umanità dall'uso dei combustibili fossili e che renderà il suo inventore incredibilmente ricco. E per un uomo come Aadam, pieno di debiti e con sette figli da mantenere, non è certo un aspetto da sottovalutare.
Il caparbio inventore non si era dato per vinto: aveva trasferito la sua attività sovversiva in un quartiere tecnologico chiamato Innopoli nella città di Eespo, luogo ancora più infame dell'antica Persepoli [...]
Eeva Kontupohja poteva essere definita la madre di tutti gli intrighi: laureata in legge, aveva un passato burrascoso. Come tutte le figlie di Satana, era usa ingerire enormi quantità di alcol. (p. 115)
Due nuovi progenitori più strampalati non avremmo mai potuto immaginarli.
Aadam Rymättylä è un imprenditore ormai sull'orlo del fallimento, elemento che accomuna i personaggi di Paasilinna; un diploma di perito elettrotecnico e sette figli avuti da donne diverse sono il suo curriculum. Eeva Kontupohja, pur con una buona base economica e lavorativa alle spalle, dedica la gran parte delle giornate a bere e intrecciare relazioni di cui non ha praticamente memoria il giorno dopo. A seguito dell'incarceramento di Aadam, sospettato di aver dato fuoco al suo capannone per truffare l'assicurazione, i due si incontrano e, pur non scaturendo una dalla costola dell'altro, riescono a dare all'umanità la possibilità di ripartire da zero e creare il nuovo Eden.
Le opere di Paasilinna non permettono mai di pensare che la morte sia un ostacolo o qualcosa di triste. Sia che parliamo di morte fisica come nei famosi suicidi tra amici in giro per l'Europa, sia di quella del pianeta in caso di apocalisse (qui trovate la recensione a L'allegra apocalisse), essa è sempre un punto di partenza. Aadam ed Eeva non fa eccezione perché è un romanzo fortemente intrecciato al tema della morte e della rinascita: sempre al netto dell'umorismo a cui Paasilinna ci ha abituato e che è la sua firma.
Oltre all'agonia del pianeta, esausto per lo sfruttamento delle fonti fossili, la Finlandia è punteggiata da notizie di suicidi di imprenditori schiacciati dalla crisi economica. Questa crisi è impersonata dall'ufficiale giudiziario Heikki Juutilainen che, pur essendo l'esecutore materiale che porta alla morte di tutte queste persone, non riesce a scrollarsi di dosso il senso di colpa e di pietà per il suo ruolo. Tiene infatti un registro dove segna tutti i decessi da lui causati, invia fiori e aiuti alle vedove. Nel caso di Aadam si offre di ospitarlo dopo il carcere e gli offre la possibilità di riflettere sulla massima alla base del nuovo mondo:
Se il denaro aveva una forza divina, la povertà aveva un potere mortale. (p. 67)
Dal binomio vita/morte a quello soldi/vita il passo di fa velocemente. L'invenzione di Aadam che, viste le premesse di esplosioni e incendi, nessuno pensava potesse funzionare, si rivela per quello che è: una batteria a base organica, leggera e poco ingombrante, in grado di rivoluzionare il mondo per come lo abbiamo conosciuto. Una volta che Aadam ed Eeva, ormai convolati a un onorevole fidanzamento, l'hanno creata e messa sul mercato, la prima conseguenza è quella di guadagnare una sfacciata quantità di denaro. Perché nonostante l'impatto positivo e salvifico dell'invenzione per il pianeta, la santificazione non è certo quello che i due nuovi progenitori hanno in mente. Il loro obiettivo è fare soldi e arrivare a essere così ricchi da non essere più nemmeno annoverati tra i consumatori. Possono permettersi di pagare un milione di marchi per far sparare dei colpi di cannone per mero divertimento; comprano lingotti d'oro per vedere se riescono a tagliarli con i coltelli del ristorante. Fanno tutte quelle follie che farebbe chiunque avesse vinto una somma spropositata alla lotteria.
Inutile precisare che questa batteria non si attira le simpatie dei lobbisti del petrolio di tutto il mondo. Aadam ed Eeva vengono presi di mira nel tentativo di far cedere loro i diritti dell'invenzione o, nel caso peggiore, di eliminarli fisicamente generando così alcuni dei più esilaranti tentativi di omicidio da parte del sicario siciliano Luigi Rapaleore, incaricato di allontanare il novello Adamo dall'Eden di sua creazione.
Forse meno strutturato e sviluppato de L'allegra apocalisse, Aadam ed Eeva ci tiene a mostrarci uno spiraglio di possibilità per razza umana. Se proprio non c'è un vecchio bruciachiese pronto a finanziare la piccola arcadia in grado di sopravvivere all'atomica, speriamo che un imprenditore sull'orlo della bancarotta sappia come utilizzare lignina e oli eterici per affrancarci dall'uso del petrolio.
Giulia Pretta