"Il giorno mangia la notte": il respiro delle vite nelle nostre città. Il romanzo d'esordio di Silvia Bottani

Il giorno mangia la notte
di Silvia Bottani
SEM, 2020

pp. 288
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Davanti allo specchio il suo viso sembrava incurante della lotta interiore che Naima combatteva da mesi. La giovinezza aveva la grazia di non chiederle il conto del dolore e della stanchezza: quel conto sarebbe arrivato anni dopo, all'improvviso, una mattina dei suoi quarant'anni, quando avrebbe osservato con stupore uno smottamento dei lineamenti, un cambiamento profondo ma fino a quel momento rimasto sopito. Avrebbe capito che il tempo non scorre lineare, ma insegue fratture e alterazioni, forma delle bolle, si raggruma e si liquefà, proprio come una sostanza organica. (p. 246)

Il tempo e la città sembrano fatte della stessa sostanza delle persone nel romanzo di Silvia Bottani, al suo esordio letterario per SEM Libri. Hanno un carattere organico, si raggrumano e si sciolgono nelle parole e nelle storie; si intrecciano e nell'intrecciarsi si alterano a vicenda. 
Il giorno mangia la notte è il racconto di tre vite - quelle di Naima, Giorgio e Stefano - che si scontrano per una serie di circostanze in una calda estate milanese.
Milano non è solo sfondo, è una materia viva che cambia con loro, scandendo gli spostamenti e i moti interiori dei protagonisti.
Naima è una giovane italiana di origine marocchina, vive a Corvetto con la madre e la sua passione più grande è la kick boxe. Il suo corpo atletico e muscoloso si fa strada sul ring e tra le pieghe di un'esistenza che la fa sentire sempre in bilico, tra sessualità, identità, realizzazione personale.
Giorgio è un cinquantenne, ex pubblicitario rampante, con il vizio del gioco d'azzardo e la mania del bere. Ancora innamorato della moglie che l'ha lasciato, si aggrappa alle sue ossessioni per tornare a galla, ma queste finiscono per portarlo sempre più a fondo.
Stefano, figlio di Giorgio, è un militante neofascista, praticante avvocato, che ha colmato le ferite del suo passato con la violenza. Si allena nella stessa palestra di Naima e lì i due si troveranno, tra uno scontro e un incontro, pian piano stretti in una morsa che toglierà il fiato.
I percorsi dei personaggi si intersecano la sera che Giorgio rapina per strada una donna che, accidentalmente nel tentativo di inseguirlo, viene investita da una macchina. È la madre di Naima.
Da allora niente sarà più lo stesso perché una spirale di dolore investirà le vite di tutti i personaggi cambiandole per sempre.

Il romanzo ha il respiro drammatico di una corsa o di un incontro sul ring tra due Kickboxer che non mollano neanche un attimo.
Come veloci flash, le pagine ci portano nella Milano delle periferie e della droga, in quella delle slot machine e dei grandi studi legali, tra le luci di Piazza San Babila e quelle dei negozi di pakistani in cui procurarsi l'alcol fino a tarda notte. Sfrecciamo sui cavalcavia e attraversiamo i parchi più bui mentre il giorno si mangia la notte fino a farne frantumi di tempo.
Ognuno dei personaggi è alla ricerca di qualcosa che lo tenga vivo: la boxe, i soldi, il piacere, il potere. Tutti, a loro modo, fanno esperienza del dolore, alcuni di loro anche dell'amore, ma è un amore che crea tormento.
C'è costante lungo tutto il libro una riflessione sul tempo e sui rimpianti. Ci sono personaggi che si specchiano negli oggetti e nei luoghi riflettendo sul senso delle proprie scelte, altri che cercano chi sono correndo avanti e indietro tra i ricordi.

Silvia Bottani ha il merito di aver colto lo spirito di una città, Milano, ma in generale delle nostre città, delle metropoli come luoghi di trasformazioni profonde che spesso non cogliamo nel loro divenire.
Facendosi spazio nelle storie di personaggi comuni - gli stessi di cui incontriamo lo sguardo sugli autobus o che incrociamo agli angoli delle strade - un po' ci ritroviamo e ci rispecchiamo.
C'è una società viva che prende corpo tra le pagine ponendoci interrogativi sulle nostre molteplici identità, sulle false idee di integrazione, sulle storture delle nostre reti sociali, sia quelle reali che quelle virtuali.
È il libro di un'autrice dallo sguardo letterario profondamente nutrito di realtà. E di capire la realtà abbiamo sempre più bisogno.


Claudia Consoli







Ne “Il giorno mangia la notte”, l’esordio letterario di Silvia Bottani, @sua_artezza, c’è una Milano dal respiro drammatico, un corpo che si trasforma insieme ai personaggi del libro. La Milano delle periferie e della droga, quella delle slot machine e dei grandi studi legali, quella dei cavalcavia e dei parchi bui. Ci sono persone di ogni tipo alla ricerca di qualcosa che li tenga vivi: la boxe, i soldi, il piacere, il potere... È un romanzo che racconta le ferite del nostro presente, soprattutto quelle che non vediamo sulle facciate dei palazzi che abitiamo o sotto l’asfalto delle strade che attraversiamo. Quelle causate dall’intolleranza e dall’odio. Una storia con tante forme di amore, ma anche di dolore che ci dice che forse l’uno è impossibile senza l’altro. Domani sul nostro sito la recensione di @claconsoli. @semlibri #criticaletteraria #semlibri #sem #narrativaitaliana #librinovità #inlettura #leggendo #instabook #instalibro #instareading #instareads #instabook #instabooks #books #igersmilano #leggendomilano #leggereamilano #goodmorningbook
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