Un pesce sull'albero
di Lynda Mullaly Hunt
Uovonero, 2016
Traduzione di S. Bandirali
pp. 263
€ 14 (cartaceo)
Che cosa piace ad Ally della scuola? L'uscita. E cosa pensa dei suoi compagni? Meglio non parlarne. La protagonista di Un pesce sull'albero, romanzo per ragazzi di Lynda Mullaly Hunt, vive malissimo la scuola, perché quando deve leggere o scrivere le lettere le ondeggiano davanti, rendendosi incomprensibili. Nonostante Ally non sia piccolissima, perché sta frequentando la sesta classe, nessuno le ha mai riconosciuto la dislessia, finché a scuola non arriva un supplente, il signor Daniels, che da subito si prende a cuore il caso di quella piccola canaglia, che prova a farsi mandare dalla preside ogni due per tre pur di non restare da sola davanti al foglio bianco. Daniels si accorge anche che Ally è presa di mira da alcuni compagne di classe, a cominciare da Shay, la classica bulla che vuole emarginare chi è diverso.
In realtà, c'è però anche chi trascorrerebbe volentieri del tempo con Ally, se solo lei glielo consentisse: sono Kesha e Albert, lei appena arrivata da un'altra scuola e lui un mezzo genio riservato e strambo. Kesha vede in Ally un tipo diverso di intelligenza, enormi potenzialità che l'amica non sa ancora come sfruttare (ad esempio, è un'abile disegnatrice); Albert si confronta volentieri con queste ragazzine tanto diverse da lui, che non hanno i problemi economici in cui invece versa la sua famiglia.
Tra episodi buffi e al tempo stesso tragicomici (ad esempio, Ally sceglie per la professoressa in maternità un bel biglietto con dei fiori, ma ignora che dentro ci sia un messaggio prestampato di condoglianze!), momenti di frustrazione alternati ad altri di grande speranza (ce la farà Ally, grazie alle lezioni speciali del signor Daniels a cavarsela?), impariamo a conoscere più da vicino la dislessia e capiamo quanto questa non sia solamente un "problema" scolastico, ma quanto influenzi anche la vita sociale e soprattutto l'autostima. Quando facciamo la conoscenza di Ally, in lei troviamo sentimenti negativi, che fanno sì che perda subito le speranze davanti all'ennesimo fallimento o alle immani difficoltà che trova davanti a qualsiasi richiesta scolastica. Non a caso, infatti, quando le è stato chiesto di preparare un tema per presentarsi al nuovo supplente, lei scrive un lungo elenco di "perché", parola che ha imparato a sillabare, certo, ma molto significativa di per sé.
In questo percorso accidentato, fanno capolino però piccole soddisfazioni che culmineranno in un grande e coraggioso riscatto per la piccola Ally. E i lettori, l'ho sperimentato direttamente suggerendo il libro a scuola, sono decisamente contenti, perché Lynda Mullaly Hunt riesce a far immedesimare molto bene, anche grazia alla scelta di Ally come io-narrante.
Anche se il libro è consigliato dai 9 anni in su, vorrei precisare che Un pesce sull'albero è apprezzabile a qualsiasi età, tant'è che i miei studenti di prima superiore hanno colto la forza del messaggio di Hunt, nonché la piacevolezza della storia. Pur con tutta la sua semplicità, il romanzo è prezioso per il percorso di Ally, che aiuta a comprendere meglio i disagi di chi è dislessico (e, più in generale, di chi viene emarginato per qualche suo motivo di diversità) e a entrarvi in empatia. Piccolo suggerimento? Anche a noi insegnanti questo romanzo fa decisamente bene, aiuta a restare sempre umani davanti a chi ci chiede aiuto, a volte silenziosamente o fin troppo rumorosamente.
GMGhioni
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