Buongiorno lettori e in particolare lettrici!
Quest'anno la Festa della donna cade in un periodo decisamente problematico, molte non potranno festeggiare come vorrebbero per via delle tante preoccupazioni di questi giorni, ma speriamo che un buon libro possa aiutarvi ad evadere per almeno qualche ora.
Abbiamo chiesto alle nostre redattrici di scegliere i libri che regalerebbero alle donne e perché: insomma, ecco dei consigli da donne a donne, come sempre con il link alle nostre recensioni per approfondire l'argomento!
Buona festa, oggi e sempre,
La Redazione
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Cecilia consiglia:
"Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali al #MeToo" di Mona Chollet (Utet)
Perché: perché non è affatto vero che le cosiddette "streghe" siano "tornate": semplicemente non se ne sono mai andate, e come tali continuano a esistere nella società e nella cultura occidentale nella duplice veste di stereotipo negativo imposto dai pregiudizi più ottusi e in quella (più subdola) di donne che hanno finito con l'introiettare e perpetuare quello stesso fardello di negatività; perché Mona Chollet compila un'analisi lucida, nonché basata sui dati oggettivi della cronaca e della statistica, di che cosa significhi, attualmente, essere una donna, e dunque di quanto le ribellioni, le rivendicazioni e le lotte siano ancora necessarie per il riconoscimento dell'autonomia e dell'autodeterminazione femminile.
A chi: a tutte quelle nonne, madri e zie che, ai tempi delle plateali manifestazioni di piazza degli anni Sessanta e Settanta, non hanno esitato a farsi coinvolgere in prima persona, convinte della bontà delle loro idee e della radicalità necessaria perché finalmente venissero poste in primo piano; a quelle stesse nonne, madri e zie che, pur non negando i risultati ottenuti, non possono fare a meno di constatare quanto ci sia ancora da fare, soprattutto a livello educativo, per eliminare definitivamente la possibilità di una percezione della donna come essere "in difetto" o "in minore"; a chi "strega" si è sempre sentita e non ha ancora perso la voglia di frequentare il mondo in virtù di sovversiva consapevolezza.
Cecilia consiglia anche:
"Pink Tank. Donne al potere. Potere alle donne" di Serena Marchi (Fandango)
Perché: perché si discute molto, ma molto spesso a vanvera, del ruolo delle donne nella politica italiana, e Serena Marchi ha ben pensato di chiedere direttamente a diciotto esponenti delle pubbliche istituzioni nostrane che cosa significhi essere parte di quel mondo di antico retaggio maschile; perché le problematiche da affrontare sono numerosissime, e dovrebbero andare ben oltre l'annosa questione delle famigerate "quote rosa"; perché ascoltare in proposito la viva voce delle nostre deputate e senatrici, appartenenti a tutti gli schieramenti politici, è un ottimo punto di partenza, nella consapevolezza di come le domande da porsi siano sempre molte di più delle risposte che è possibile dare.
A chi: alla sorella, alla cugina o all'amica che guarda alla politica con fiducia e come un'occasione per agire concretamente a favore delle donne, sia in termini di rappresentanza sia, soprattutto, di confronto, dibattito, proposta e attuazione; a quelle stesse coetanee divenute indifferenti o insofferenti nei confronti di ciò che accade "nei palazzi del potere" (ma anche nelle più prossime assemblee condominiali), dal momento che il disinteresse da parte delle donne rispetto all'attività politica (oltre che il presupposto infondato della loro incapacità) è ciò su cui si è a lungo contato per tenerle fuori dalle stanze dei bottoni.
Claudia consiglia:
"Morgana" di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri (Mondadori)
Perché: è un libro che racconta la storia di dieci donne senza sindrome di Ginger Rogers, cioè quell'idea per la quale per raggiungere gli stessi risultati di un uomo una donna debba fare le stesse cose, "ma all'indietro e sui tacchi a spillo". Sono donne che non hanno mai avuto interesse a fare le cose accanto agli uomini o meglio di loro. Hanno gareggiato in un altro campionato.
A chi: a tutte le donne, senza alcuna distinzione. Perché in ognuna di noi c'è una Morgana rivoluzionaria, solo che troppo spesso non ce ne accorgiamo o non le diamo ascolto perché da fuori le dicono di non fare rumore.
Federica consiglia:
"La ragazza con la macchina da scrivere" di Desy Icardi (Fazi)
Perché: la storia di Dalia attraversa più di mezzo secolo di storia italiana (dal 1940 al 1994) e la ragazza, prima, e la donna, poi, riesce a combattere contro i pregiudizi e i retropensieri tipici della società italiana con un'arma semplice: la sua indipendenza intellettuale e lavorativa. Il suo mestiere di dattilografa, infatti, le ha sempre permesso di non lasciarsi sopraffare dal volere degli uomini che ha incontrato nel suo cammino; l'amore per la lettura e la cultura, infine, le hanno aperto la mente e impedito di chiudersi in un unico modello di vita e di donna imposta dal mondo dell'epoca.
A chi: alle donne che cercano una storia che possa ispirarle in un momento di indecisione perché la forza di volontà di Dalia permetterà loro di capire che tutto quello che una donna vuole è sempre a sua disposizione, purché lo voglia; alle giovani ragazze che amano leggere e che sono timidamente tentate dalle storie più mature, perché in questo romanzo troveranno il connubio perfetto tra l'innocenza dei racconti per i più giovani ma il ritmo narrativo tipico delle letture dei grandi; alle donne in là con gli anni perché riusciranno a ricordare il loro passato con nostalgia ma senza perdere mai il sorriso.
Gloria consiglia:
"Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf (Feltrinelli)
Perché: eccellente esempio di difesa delle posizioni femminili, Una stanza tutta per sé è una prova di coraggio all'epoca in cui è uscita, senza contare la vivacità delle argomentazioni di Virginia Woolf, che danno prova di uno stile scrittorio straordinario, tutto da imitare. A parte qualche riferimento troppo calato nella sua epoca, il saggio si presenta ancora molto attuale.
A chi: lo regalerei alle mie studentesse, alle aspiranti scrittrici, a coloro che si dicono troppo facilmente "femministe": questo libro è fondamentale per apprezzare il cammino che si è fatto finora e per trovare ancora il piglio di Virginia Woolf nel presentare le proprie istanze.
Gloria consiglia anche:
"L'amica geniale" di Elena Ferrante (e/o)
Perché: Elena Ferrante ha deciso di raccontare il percorso di un'amicizia nel corso degli anni, senza sconti, mettendo in luce i disequilibri su cui si basano tanti rapporti sociali. Lenù e Lila, per quanto diversissime e con obiettivi opposti, portano con sé un affetto reciproco che non conosce fine. E il primo libro, incredibile e forse il più commovente, presenta proprio i primi passi di questa amicizia.
A chi: alle mie migliori amiche, quelle di sempre, perché ricordino il piacere di quel che è stato, la facilità dei primi anni insieme, e poi però amino questo nostro quotidiano ri-conoscerci.
Sabrina consiglia:
"Quella metà di noi" di Paola Cereda (Giulio Perrone)
Perché: perché in questo 8 marzo c'è voglia di sentire storie raccontate da donne importanti. Donne la cui grandezza non viene tanto dal ruolo sociale che rivestono (Matilde, la protagonista di questo romanzo è una ex maestra elementare che, per bisogno, e per riempire il troppo tempo libero fa la badante), ma dal carattere che hanno e dalla voglia di sentirsi vive, di non lasciarsi abbattere dagli anni che passano, da qualche ruga o capello bianco in più, né dalle delusioni che certi figli sanno dare. Perché Paola Cereda ci offre l'esempio bello, positivo e solare di una donna che non rinuncia, che coltiva un sogno e fa di tutto per non lasciarlo morire. Anche a dispetto dell'evidenza.
A chi: alle donne, magari non più giovanissime, ma che sentono di avere ancora tanto amore da dare o, semplicemente, desiderano un'illusione a cui aggrapparsi. Come un palloncino che le saprà sollevare dalle miserie della vita quotidiana. E non importa che gli altri le deridano o le compatiscano. L'8 marzo è anche per loro, quelle donne che la vita in qualche modo ha colpito, ma che sentono di avere dentro di sé la forza per rialzarsi e rimettersi in gioco. Dandosi un filo di rossetto, aprendo la porta di casa e sorridendo al mondo.
Sabrina consiglia anche:
"Sofonisba. I ritratti dell'anima" di Chiara Montani (Il ciliegio ed.)
Perché: sapete perché Sofonisba Anguissola, tra le pochissime pittrici dei secoli passati ad avere fama imperitura, non poté mai studiare l'anatomia umana? Perché era donna e, per una donna, lo studio del corpo era considerato un sapere sconveniente. Ma il genio non si poteva imbrigliare. Non le era consentito rappresentare il corpo? Ebbene, Sofonisba nei suoi dipinti ritrasse l'anima del personaggio. La dote più grande della pittrice cremonese, ritrattista alla corte di Spagna per molti anni, fu proprio quella di riuscire a fare emergere dagli occhi e dall'espressione i tratti più intimi e nascosti della persona ritratta.
A chi: alle donne che amano l'arte e sanno riconoscere nel comportamento inconsueto e anticonformista di questa grande pittrice la consapevolezza di essere donna, di avere talento e di volerlo mostrare. Sofonisba fece scelte coraggiose, come quella di sposare, non più giovanissima, contro il volere di tutti, un uomo più giovane di dieci anni. Felice, finalmente, di amare liberamente. Fu una donna intelligente, che non rinunciò mai, nonostante il secolo poco lo tollerasse, a lanciare il suo sguardo sul mondo e a metterlo su tela. Una donna che l'8 marzo lo visse tutta la vita, con le sue scelte, con le sue opere, con il suo genio.
Samantha consiglia:
"I miei occhi sul mondo - scritti di viaggio" di Annemarie Schwarzenbach (Il Saggiatore)
Perché ci permette di visitare luoghi oggi inaccessibili, che negli anni Quaranta, la Schwarzenbach ha visitato con un’amica, in un lungo viaggio in auto. La gioia del viaggio, in questi tempi difficili resta un obiettivo è un miraggio. Questo libro ci racconta il mondo di una bohémien impegnata contro il nazionalsocialismo, di un'anima inquieta e vagabonda, di un'avventuriera che amava viaggiare, e che lo motivava così “viaggiare è partire senza meta: con uno sguardo fugace si abbraccia un villaggio, una valle, e ciò che si ama di più lo si ama già con il dolore dell'addio”.
A chi: alle donne che sanno di avere un punto di vista unico sulle cose e devono difenderlo; a chi progetta grandi cambiamenti e ha paura di non farcela, a chi sfida pregiudizi e spesso resta sola nelle sue battaglie. A chi conserva un animo bohémien e aspetta il momento giusto per mostrarlo al mondo, con coraggio e fierezza.