Magia e potere della Dea.
Iniziazione, culto e rituale nella tradizione misterica occidentale
di Gareth Knight
Edizioni Spazio Interiore, 2019
Prefazione di Emanuele Mocarelli
Traduzione di Mariavittoria Spina
pp. 272
€ 20,00
A chi conosce il catalogo delle Edizioni Spazio Interiore il nome di Gareth Knight non sarà certo nuovo: già autore di Tarocchi e Magia e Viaggio iniziatico nei mondi interiori (tradotti e dati alle stampe rispettivamente nel 2017 e nel 2018), l’esoterista e studioso britannico a capo del gruppo di ricerca denominato Avalon Group è difatti uno tra i più importanti conoscitori della relativa tradizione occidentale e della Kabbalah, con all’attivo decine di volumi (conseguenza di un’intera vita dedicata alla riscoperta e all’insegnamento dei principi della magia intesa come disciplina spirituale e come metodo utile per l’autorealizzazione). Magia e potere della Dea, il suo ultimo contributo pubblicato, è un testo non meno ambizioso dei precedenti, dal momento che si prefigge l’obiettivo di porre l’attenzione sull’importanza del principio femminile: non solo in relazione a un presente che ne patisce la repressione e la negazione come esito del dominio di un paradigma intellettuale e scientifico di derivazione maschile, ma anche in virtù del valore – testimoniato dal mito e dalla religione – che questo stesso principio ha avuto nei secoli e nelle culture. Cambiare di nuovo prospettiva, e cambiarla in meglio, è però, secondo l’autore, ancora e sempre possibile: basterebbe semplicemente desiderare di stabilire ex novo un legame virtuoso con “la Dea”, nella consapevolezza di come la scissione “razionale” sia stata e sia ancora tra le cause principali di menomazione e, va da sé, di incompletezza e sofferenza per gli esseri umani e il loro habitat.
Iniziazione, culto e rituale nella tradizione misterica occidentale
di Gareth Knight
Edizioni Spazio Interiore, 2019
Prefazione di Emanuele Mocarelli
Traduzione di Mariavittoria Spina
pp. 272
€ 20,00
A chi conosce il catalogo delle Edizioni Spazio Interiore il nome di Gareth Knight non sarà certo nuovo: già autore di Tarocchi e Magia e Viaggio iniziatico nei mondi interiori (tradotti e dati alle stampe rispettivamente nel 2017 e nel 2018), l’esoterista e studioso britannico a capo del gruppo di ricerca denominato Avalon Group è difatti uno tra i più importanti conoscitori della relativa tradizione occidentale e della Kabbalah, con all’attivo decine di volumi (conseguenza di un’intera vita dedicata alla riscoperta e all’insegnamento dei principi della magia intesa come disciplina spirituale e come metodo utile per l’autorealizzazione). Magia e potere della Dea, il suo ultimo contributo pubblicato, è un testo non meno ambizioso dei precedenti, dal momento che si prefigge l’obiettivo di porre l’attenzione sull’importanza del principio femminile: non solo in relazione a un presente che ne patisce la repressione e la negazione come esito del dominio di un paradigma intellettuale e scientifico di derivazione maschile, ma anche in virtù del valore – testimoniato dal mito e dalla religione – che questo stesso principio ha avuto nei secoli e nelle culture. Cambiare di nuovo prospettiva, e cambiarla in meglio, è però, secondo l’autore, ancora e sempre possibile: basterebbe semplicemente desiderare di stabilire ex novo un legame virtuoso con “la Dea”, nella consapevolezza di come la scissione “razionale” sia stata e sia ancora tra le cause principali di menomazione e, va da sé, di incompletezza e sofferenza per gli esseri umani e il loro habitat.
A scanso di equivoci e per scongiurare il pericolo di un’astrazione eccessiva, vale la pena citare le parole poste da Knight in apertura di volume:
«la nostra attuale illusione consiste nel sopravvalutare l’intelletto, che pure ci ha dato così tanto, consentendoci di trasformare le condizioni dell’esistenza umana attraverso i prodigi della tecnologia. Il disequilibrio psichico intrinseco in noi si proietta nel nostro ambiente, ovvero su quello “specchio vegetale” in cui vediamo la nostra immagine riflessa (…) Questo pericoloso squilibrio fa parte di un fenomeno più ampio: la repressione del principio femminile. Fortunatamente inizia a emergere la consapevolezza di come stiano le cose, e con essa appaiono correnti di pensiero che mirano a ottenere il riequilibrio delle forza. In femminismo e le politiche verdi fanno parte di questo tipo di movimenti e indicano il ritorno alla sensibilità religiosa pagana, alla celebrazione delle meraviglie della terra e dei cicli della natura che si originano nel principio femminile divino, tanto a lungo trascurato. E la Dea, il femminile divino, non è soltanto un prodotto della filosofia new age alla moda. Ella è stata con noi dagli inizi del tempo» (pp. 29-30).
Nell’affrontare un tema così complesso e riccamente connotato, Knight organizza dunque la trattazione in due macrosezioni, incentrate rispettivamente sui processi da lui denominati di “invocazione” e di “evocazione”.
La prima, Attivare il cerchio magico, è caratterizzata da un’impostazione, per così dire, “pratica”, in cui le indicazioni su come (ri)stabilire un contatto con la Dea sono offerte al lettore desideroso di metterle in pratica; pagine che prevedono un lavoro ampiamente soggettivo o psicologico, e che come tali si prestano a essere saltate in blocco in caso di scetticismo aprioristico: stando così le cose, difatti, il testo non ha nulla né da insegnare né da offrire, ed è lo stesso autore a ribadirlo in più occasioni.
La seconda parte, Evocazione della dea e dell’essere planetario, è invece volta a ripercorrere storicamente attraverso il mito e la religione tutte le occasioni in cui la figura della Dea è stata al centro di occasioni in cui il suo principio si è rivelato in vario modo salvifico, guaritore e illuminante. È una sezione ampia, suddivisa in ben sei branche o “Rami”, ciascuno dei quali, spiega Knight, «rappresenta una fase nel giungere alla realizzazione dell’esistenza di un’entità che potremmo chiamare Essere Planetario (…) Una figura femminile umana o divina, alla quale possiamo connetterci in modo attivo e intenzionale attraverso l’immaginazione» (pp. 87-88). Il percorso tracciato dall’autore, in questo senso, segue l’evoluzione della coscienza umana occidentale in base ai bisogni e alle capacità corrispondenti ai vari periodi storici, offrendo come delle «istantanee del nostro passato» (p. 89) che vanno dal mito di Andromeda e Perseo ai Misteri di Iside rivelati nell’opera Le Metamorfosi di Apuleio; dalla tradizione cristiana (culto di Maria, Madonne Nere, rosari, visioni della Madonna) alla figura di Beatrice all’interno della Divina Commedia di Dante; dall’alchimia rosacrociana con la figura di Lady Venere a quella della Regina delle Fate. Per arrivare, infine, al pianeta Terra, un archetipo del principio femminile particolarmente importante per l’attuale momento storico dal momento che si tratta di «un essere vivente, rappresentante il corpo della coscienza elementale che costituisce il globo terrestre su cui viviamo, ci muoviamo e conduciamo le nostre esistenze» (p. 254).
La prima, Attivare il cerchio magico, è caratterizzata da un’impostazione, per così dire, “pratica”, in cui le indicazioni su come (ri)stabilire un contatto con la Dea sono offerte al lettore desideroso di metterle in pratica; pagine che prevedono un lavoro ampiamente soggettivo o psicologico, e che come tali si prestano a essere saltate in blocco in caso di scetticismo aprioristico: stando così le cose, difatti, il testo non ha nulla né da insegnare né da offrire, ed è lo stesso autore a ribadirlo in più occasioni.
La seconda parte, Evocazione della dea e dell’essere planetario, è invece volta a ripercorrere storicamente attraverso il mito e la religione tutte le occasioni in cui la figura della Dea è stata al centro di occasioni in cui il suo principio si è rivelato in vario modo salvifico, guaritore e illuminante. È una sezione ampia, suddivisa in ben sei branche o “Rami”, ciascuno dei quali, spiega Knight, «rappresenta una fase nel giungere alla realizzazione dell’esistenza di un’entità che potremmo chiamare Essere Planetario (…) Una figura femminile umana o divina, alla quale possiamo connetterci in modo attivo e intenzionale attraverso l’immaginazione» (pp. 87-88). Il percorso tracciato dall’autore, in questo senso, segue l’evoluzione della coscienza umana occidentale in base ai bisogni e alle capacità corrispondenti ai vari periodi storici, offrendo come delle «istantanee del nostro passato» (p. 89) che vanno dal mito di Andromeda e Perseo ai Misteri di Iside rivelati nell’opera Le Metamorfosi di Apuleio; dalla tradizione cristiana (culto di Maria, Madonne Nere, rosari, visioni della Madonna) alla figura di Beatrice all’interno della Divina Commedia di Dante; dall’alchimia rosacrociana con la figura di Lady Venere a quella della Regina delle Fate. Per arrivare, infine, al pianeta Terra, un archetipo del principio femminile particolarmente importante per l’attuale momento storico dal momento che si tratta di «un essere vivente, rappresentante il corpo della coscienza elementale che costituisce il globo terrestre su cui viviamo, ci muoviamo e conduciamo le nostre esistenze» (p. 254).
Animato, com’è, da “buone intenzioni”, Magia e potere della Dea è un libro evidentemente rivolto a un pubblico che sia il più ampio possibile. E non potrebbe essere altrimenti, data la certezza dell’autore circa i benefici che chiunque potrebbe trarre da un ricongiungimento positivo con quel principio femminile così ostinatamente represso nei secoli eppure sempre così frequentato, ricorrente, influente. Va però ammesso che per apprezzare il contributo di Knight l’atteggiamento del lettore sarà determinante: se una cultura esoterica di base, o addirittura una pratica in prima persona, non sono requisiti preliminari per sfogliare con interesse il volume e trarne utilissimi spunti di riflessione, i caratteri particolarmente razionali rischiano di arrendersi già dopo pochi paragrafi, e ciò nonostante la prosa più che scorrevole di un autore che avrebbe invece potuto indulgere in formule ben più criptiche, stilisticamente corrispondenti agli argomenti trattati. Di certo, un libro dedicato a Iniziazione, culto e rituale nella tradizione misterica occidentale ha ottime chances di piacere agli appassionati della materia, ma anche a tutti coloro che pur riconoscendo il valore delle risorse intellettuali e analitiche dell’essere umano non hanno mai avuto la presunzione di negare pari importanza e incidenza a ciò che una vulgata dominante ha sempre relegato come suo contrario.
Cecilia Mariani
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