di Sandro Campani
Einaudi, 2020
pp. 248
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Sono passati tre anni da Il giro del miele (Einaudi, 2017), il romanzo che mi aveva fatto conoscere Sandro Campani, e di cui ricordo un ambiente ovattato, quasi mistico, in cui gli spettri del passato tornano a farsi raccontare. E nel nuovo I passi nel bosco, appena uscito sempre per Einaudi, tornano alcuni temi: il ritorno, innanzitutto, di un personaggio che - girovago, perché mosso da forti inquietudini - non sa fermarsi; l'ambientazione isolata, rarefatta e fortemente immersa nella natura; ricordi e casi irrisolti che, dal passato, si riaffacciano.
Questa volta, però, Campani si cimenta con un romanzo corale: i tanti personaggi che si muovono nel paese sull'Appennino tosco-emiliano hanno tra loro rapporti familiari, questioni in sospeso, incomprensioni, vecchi pregiudizi,... E l'occasione in cui tutti i personaggi sembrano convergere è il taglio del bosco di Fausto, morto anni prima. Si tratta di dare una mano alla sua vedova, la Betti, titolare di quell'albergo diffuso dove però è difficile arrivare, perché anche la stradina che porta lì è impervia e nascosta come i caratteri dei personaggi. Eppure sono loro ad avere la parola, perché Campani lascia che siano proprio i suoi personaggi a prendere la parola e a farsi narratori, portando avanti il loro punto di vista e mostrando la propria mentalità.
Ecco che facciamo la conoscenza della Betti, forza della natura, e del suo figlioletto di otto anni, Beniamino, sempre in compagnia del suo gatto, Soffione. Dalla Betti, prima del taglio del bosco, torna Luchino, il fratello di Fausto, e le voci subito si diffondono, perché quando c'è Luchino, qualcosa succede, perché lui è uno che cade in piedi, ma qualcuno, al suo posto, ci rimette sempre. Così è accaduto a Daniele, suo fidato amico, ex ciclista professionista, che dopo una brutta caduta si è chiuso nel ruolo di inetto per eccellenza, pronto a rubare soldi ai genitori, implicato in questioni di spaccio e altri "lavoretti" poco puliti. Anche suo fratello, Antonello, che è invece un notaio senza scrupoli, non sa però rifiutare le richieste d'aiuto di Daniele, anche se spesso questo comporta una perdita di denaro e di reputazione. Ma quanto, nella disfatta di Daniele, è colpa di Luchino?
E chi, un bel giorno, l'ha fatta pagare a Luchino, denudandolo e picchiandolo a sangue, nel bosco? Non tutti, infatti, hanno preso bene il suo ritorno, mica come Luisa, da sempre amica fidata di Luchino, che a noi lettori non può non sembrare un'innamorata in perenne attesa che lui si accorga della sua lealtà.
Sono tante le storie che si intrecciano; oltre ai conti in sospeso, ci sono amori dalle varie sfumature, che si mescolano alla dedizione e alla generosità. Ad esempio, perché Ettore, pur avendo una compagna, passa tanto tempo all'albergo di Betti e si mette sempre a disposizione per qualsiasi incombenza?
Ci sono poli di attrazione e di repulsione al paese, e il bosco è l'elemento che, con i suoi rami chiusi, garantisce segretezza; ma quando arriverà la motosega a far pulizia, sarà difficile trattenere ciò che è rimasto tanto a lungo protetto e difeso.
I passi nel bosco non è un romanzo che tiene avvinti per la suspense, anche se c'è certamente il desiderio di scoprire qualcosa in più sui diversi personaggi; è piuttosto la congerie di emozioni, vissuti, profondamente realistici, nonché il ricorso a un linguaggio mimetico ai limiti della grammaticalità, a incuriosire e trattenere. Anche noi lettori seguiamo i passi nel bosco e ci chiediamo se ci sarà una via per tornare indietro, o se si resterà semplicemente persi. Nelle emozioni, nelle parole, nelle aspettative frustrate, nella verità che sorge, imperiosa, dopo tanta polvere.
GMGhioni
Sono tante le storie che si intrecciano; oltre ai conti in sospeso, ci sono amori dalle varie sfumature, che si mescolano alla dedizione e alla generosità. Ad esempio, perché Ettore, pur avendo una compagna, passa tanto tempo all'albergo di Betti e si mette sempre a disposizione per qualsiasi incombenza?
Ci sono poli di attrazione e di repulsione al paese, e il bosco è l'elemento che, con i suoi rami chiusi, garantisce segretezza; ma quando arriverà la motosega a far pulizia, sarà difficile trattenere ciò che è rimasto tanto a lungo protetto e difeso.
I passi nel bosco non è un romanzo che tiene avvinti per la suspense, anche se c'è certamente il desiderio di scoprire qualcosa in più sui diversi personaggi; è piuttosto la congerie di emozioni, vissuti, profondamente realistici, nonché il ricorso a un linguaggio mimetico ai limiti della grammaticalità, a incuriosire e trattenere. Anche noi lettori seguiamo i passi nel bosco e ci chiediamo se ci sarà una via per tornare indietro, o se si resterà semplicemente persi. Nelle emozioni, nelle parole, nelle aspettative frustrate, nella verità che sorge, imperiosa, dopo tanta polvere.
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