L'estranea
di Patrick McGrath
Bompiani, 2018
Traduzione di Alberto Cristofori
1^ edizione: 2012
pp. 292
€ 10,00 (cartaceo)
Chi ha già letto romanzi di Patrick McGrath sa bene che non esistono rapporti limpidi e scevri di influenze dal passato. In questo L'estranea, uscito nel 2012, i protagonisti che diventano io-narranti alternati sono Constance e suo marito Sidney. Lei, trentenne con un passato tutt'altro che semplice, ha trovato in quel famoso professore di poesia romantica, molto più vecchio, una rassicurazione, una protezione dal suo passato difficile. Lui, viceversa, la realizzazione di quel desiderio di accudimento che in passato lo aveva già legato alla sua prima moglie.
Rimbalzandosi la parola da un capitolo all'altro, a discrezione dell'autore, i due narratori raccontano la stessa storia, ma con una coscienza decisamente diversa: Constance è preda degli eventi, si concentra maggiormente sull'odio che prova per il padre e per la loro casa sull'Hudson, dove tornare è sempre una sofferenza; Sidney vive il presente, ma osserva la giovane moglie con un'attenzione quasi da terapeuta, analizzando schemi e coazioni a ripetere, comprendendo il comportamento di lei e riaccogliendo ogni volta la donna.
Eppure il trauma che Constance porta in sé è un enorme groppo che va ad attorcigliarsi a qualsiasi aspetto vitale: alla sua relazione, alla possibilità di avere figli, al rapporto con la sorella Iris, alla sua professione editoriale. E il trauma stringe sempre di più le sue spire fino a soffocare Constance e chi le sta accanto: come continuare a guardare con pazienza ad alcuni suoi atteggiamenti? E soprattutto come aiutare Constance a non annientare sé stessa e chi le sta attorno?
Il padre, d'altra parte, si conferma per quel che è sempre stato: autoritario, poco espansivo, chiuso nella sua riservatezza e nel vizio dell'alcol dalla morte prematura della moglie. E non ha mai neanche ringraziato la figlia per aver cresciuto Iris come una madre. Ora che Iris, con la sua personalità appariscente e con il suo fisico formoso è arrivata a New York, Constance teme di doversi trovare ancora una volta a fare da balia a quella ragazzina allo sbando, nonché teme che Sidney possa incapricciarsi della sorella.
Sono tante le situazioni che rischiano di scoppiare, in questo romanzo pieno di una suspense che è tutta psicologica: inevitabilmente noi lettori cerchiamo di capire se ci sarà l'esplosione, e chi investirà: se Constance supererà il terrore di aver sposato Sidney per una qualche ricerca di una figura paterna, se Iris effettivamente percorrerà una strada di alcolismo come suo padre, se Sidney cederà all'autoconservazione e lascerà la moglie a sé stessa, se il padre si mostrerà diverso dalle prime pagine, se Constance raggiungerà un qualche equilibrio,... Anche in questo caso, nessuno dei suoi personaggi si salva, ognuno porta con sé turbamenti del passato che condizionano freudianamente il presente, fino a creare enormi blocchi e a scatenare reazioni patologiche.
Rispetto a Trauma, ad esempio, in cui il punto di non ritorno si raggiunge nelle ultime pagine, in L'estranea ci si arriva molto prima, e questo rende il romanzo particolarmente inquietante e, al tempo stesso, narrativamente avvincente: McGrath è un maestro nel rasentare la tragedia e poi evitarla per un soffio, lasciandoci però intendere che sarà solo questione di tempo. Un'altra piacevole conferma di un grande autore del romanzo psicologico.
GMGhioni
Rispetto a Trauma, ad esempio, in cui il punto di non ritorno si raggiunge nelle ultime pagine, in L'estranea ci si arriva molto prima, e questo rende il romanzo particolarmente inquietante e, al tempo stesso, narrativamente avvincente: McGrath è un maestro nel rasentare la tragedia e poi evitarla per un soffio, lasciandoci però intendere che sarà solo questione di tempo. Un'altra piacevole conferma di un grande autore del romanzo psicologico.
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