Simenon e il dramma psicologico del Signor Cardinaud

Il Signor Cardinaud
di George Simenon
trad. di Sergio Arecco
Adelphi, 2020

pp. 136
€ 16 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Questo romanzo di Simenon è un romanzo psicologico, incentrato sul tema dell’abbandono e della crescita individuale. Ad accompagnarci dentro il suo tormento interiore è il protagonista, Hubert Cardinaud, che scopre di essere stato lasciato dalla moglie Marthe. Originariamente pubblicato in Italia da Mondadori nel 1957, con il titolo del riadattamento cinematografico realizzato da Gilles Grangier, con Jean Gabin, Renée Fauner e Paul Frankeur, “Sangue alla testa”. L’originale uscì in Francia nel 1942 per Gallimard, con un titolo diverso “Le fils Cardinaud”, mettendo in evidenza il rapporto privilegiato che il protagonista ha  con la comunità locale d’appartenenza, dove riveste il ruolo di un impiegato delle assicurazioni, sposato e con due figli. Credo che la scelta compiuta da Adelphi, (visto che le parole non sono mai scelte a caso) riveli già nel titolo, il percorso psicologico che dovrà fare questo personaggio e sia in qualche modo un indizio della sua evoluzione. 
Il rapporto che Cardinaud ha con la sua reputazione è anche l’ombra che si proietta sulla sua stessa personalità, di uomo religioso,  ottimo impiegato, uomo perbene e vestito sempre in maniera impeccabile, ossessionato da piccoli riti quotidiani, come quello domenicale dei dolci dopo la messa e dell’arrosto che lo aspetta a casa, fortemente incentrato sul perbenismo. Ecco perché il tassello mancante, quell’arrosto che brucia sul fuoco, non trovando al suo rientro la moglie, in una domenica come tante (donna che, a detti di molti, non avrebbe dovuto sposare), mette in discussione tutta la persona che a fatica Cardinaud si è costruito, in una società dai valori borghesi a cui ha sempre aspirato, pur provenendo da modeste origini, e pur essendo riuscito ad ottenere una vita più agiata di quella dei fratelli.

Hubert Cardinaud rischia di fallire la sua missione di marito, non si accorge di quanto la sua Marthe sia insofferente alla vita che lui ha disegnato per loro, consapevole di aver sposato una donna che non lo ama, ma non di doversi umiliare in seguito ad una catena di eventi che lo renderanno oggetto della curiosità del piccolo paese di Les-Sables d’Olonne, nella Vandea francese, borghetto di pescatori dove lui è nato e cresciuto e ha scelto di vivere, quando scopre che la sua Marthe è fuggita con un altro.
Lui non aveva ancora quindici anni e già l’amava. Non come si ama una donna ma come si ama un essere inaccessibile. Come, al tempo della prima comunione, aveva amato la Madonna. (p. 24)
Il protagonista deve cedere alla vita reale, sporcarsi con ambienti che ha sempre evitato, uscire dagli schemi e provare a riprendersi la sua Marthe, ad ogni costo. Simenon è come sempre abile a tracciare il protagonista a partire dalle sue abitudini, dal suo profilo psicologico che si costruisce nei rapporti interpersonali che questi ha con la sua famiglia, con la famiglia della moglie e con la società in generale. Tutto intorno a Cardinaud scorre la vita, una vita da cui lui si è sempre sottratto e che Simenon ci racconta attraverso le bettole, i bar, i cantieri, mentre il paesaggio lo invita a riflettere, scorrendo veloce davanti a lui, dai finestrini di un autobus. In una dialettica contrapposta e capovolta, paradossalmente Cardinaud potrebbe essere l’uomo a cui da sempre aspira, proprio nel momento dell’abbandono, quando ad aiutarlo con i bambini arriva la signorina Trichet, che gestisce la casa come fosse sua. 

I temi principali sono quelli del perbenismo sociale, di una certa educazione religiosa che non mette nulla in discussione, restando quasi inghiottita dal come si dovrebbe vivere e non dalla realtà della vita stessa e soprattutto dell’incomunicabilità con l’altro, che a volte, in una dimensione a specchio, siamo noi stessi. L’unica figura sfaccettata è quella del protagonista, perché è suo il dramma e suo è il percorso. L’abbandono è una pena inflitta ma anche una condizione catartica, che pone il protagonista in una condizione nuova, costretto ad uscire dagli schemi che altri gli hanno imposto, si riscopre volitivo e caparbio, in grado di spezzare la routine e di ricrearne una nuova, meno convenzionale, che può pacificarlo con se stesso  e con la sua Marthe.

Samantha Viva






Ci ricorderemo il silenzio di questa Pasqua strana, le distanze colmate dalle videochiamate, le campane che risuonano nelle città, e di cui quasi non ci accorgiamo, a volte. Le letture che prendono il posto dei commensali rumorosi e dei parenti vocianti. I pasti troppo abbondanti per finirli da soli e le sedie vuote, lungo la tavola semplice, troppo spoglia. Ci ricorderemo che amarsi vuol dire anche stare lontani, che gli abbracci ci mancano anche se ne diamo così pochi, che parlare di letteratura e storie ci fa sentire parte di un mondo senza tempo e di una famiglia universale, in attesa di rivedere la nostra. Voi cosa ricorderete di questa Pasqua? #happyeaster #buonapasqua #criticaletteraria #pomeriggialternativi #restiamoacasa #bookstagram #bookaddicted #book #leggerefabene #leggeresempre #noicisiamo❤️ #libridaleggere
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