Fake news, haters & cyberbullismo.
A chi servono e come difendersi
di Mauro Munafò
illustrazioni di Marta Pantaleo
Centauria, 2020
pp. 128
€ 14,90 (cartaceo)
Post-truth, clickbait, fact checking, echo chambre, deepfake, hate speech, doxing, revenge porn. Sapreste spiegare con certezza a quali fenomeni si riferiscono queste espressioni in lingua inglese? Non se ne abbiano a male i più dotti: se nemmeno voi ne conoscete l’esatto significato è perché in buona parte si tratta di realtà ancora piuttosto recenti e in via di definizione, per le quali è stato necessario creare formule apposite con l’ausilio della proverbiale capacità di sintesi dell’idioma anglosassone. Realtà, purtroppo per noi, tanto illegali quanto sgradevoli, facenti capo alla trinità nefasta – questa sì, decisamente notoria – formata da fake news, haters e cyberbullismo. Ma attenzione: perché se è vero che la lingua conia nuove parole per nuovi fenomeni e le fa entrare nell'uso, è anche vero che quanto oggigiorno accade in termini di notizie false, odiatori e “leoni da tastiera” non è altro che l’adeguamento tecnologico rispetto a una tendenza diffamatoria e violenta di cui gli esseri umani hanno più e più volte dato prova nel corso della loro storia, talora con esiti tragici di portata epocale (e l'olocausto non è che uno dei molti esempi possibili a questo proposito). Ma niente panico: un libro appena pubblicato da Centauria e proprio da oggi in tutte le librerie aiuta a orientarsi in questa oscurissima selva, scenario in cui sempre più spesso capita di aggirarci in prima persona e che non può che richiedere tutta la nostra intelligenza per non essere a nostra volta raggirati.
A chi servono e come difendersi
di Mauro Munafò
illustrazioni di Marta Pantaleo
Centauria, 2020
pp. 128
€ 14,90 (cartaceo)
Post-truth, clickbait, fact checking, echo chambre, deepfake, hate speech, doxing, revenge porn. Sapreste spiegare con certezza a quali fenomeni si riferiscono queste espressioni in lingua inglese? Non se ne abbiano a male i più dotti: se nemmeno voi ne conoscete l’esatto significato è perché in buona parte si tratta di realtà ancora piuttosto recenti e in via di definizione, per le quali è stato necessario creare formule apposite con l’ausilio della proverbiale capacità di sintesi dell’idioma anglosassone. Realtà, purtroppo per noi, tanto illegali quanto sgradevoli, facenti capo alla trinità nefasta – questa sì, decisamente notoria – formata da fake news, haters e cyberbullismo. Ma attenzione: perché se è vero che la lingua conia nuove parole per nuovi fenomeni e le fa entrare nell'uso, è anche vero che quanto oggigiorno accade in termini di notizie false, odiatori e “leoni da tastiera” non è altro che l’adeguamento tecnologico rispetto a una tendenza diffamatoria e violenta di cui gli esseri umani hanno più e più volte dato prova nel corso della loro storia, talora con esiti tragici di portata epocale (e l'olocausto non è che uno dei molti esempi possibili a questo proposito). Ma niente panico: un libro appena pubblicato da Centauria e proprio da oggi in tutte le librerie aiuta a orientarsi in questa oscurissima selva, scenario in cui sempre più spesso capita di aggirarci in prima persona e che non può che richiedere tutta la nostra intelligenza per non essere a nostra volta raggirati.
Scritto da Mauro Munafò, giornalista caposervizio per il settimanale L’Espresso, e corredato dalle tavole a colori dell’illustratrice Marta Pantaleo, Fake news, haters e cyberbullismo va direttamente al cuore del problema nel momento in cui non indulge in nessuna forma opportunistica di “luddismo” ma rimanda ogni responsabilità dei processi viziosi in esame né più né meno che agli esseri umani. Già il suo sottotitolo – A chi servono e come difendersi – porta l’attenzione sul fatto che menzogne, calunnie e atti di violenza on line non siano mai gratuiti e spassionati, ma coinvolgano sempre, da una parte, degli agenti profittatori e criminali, e, dall’altra, dei malcapitati che si ritrovano a essere vittime non solo di una pessima e malfidata informazione ma anche di danni, insulti e minacce (con conseguenze più concrete di quanto la natura virtuale dell’intero processo non farebbe sospettare). Suddivisa in diciotto capitoletti che analizzano le sfaccettature del problema dimostrando come ad inquinare le fonti e a fomentare tempeste siano non di rado gli stessi individui che dovrebbero garantire salubrità e quiete tra le folle (governanti inclusi, vedere alla voce: Donald Trump), la trattazione di Munafò affronta la questione dal punto di vista mediale, economico, culturale e sociale, chiarendo la differenza tra mis-informazione, dis-informazione e mal-informazione (secondo la teoria di Claire Wardle), non mancando illustrare le varie tipologie di “bufala” e suggerendo al lettore una strategia efficace per verificare di che si tratta: andare oltre il titolo, cercare su Google, controllare chi scrive, approfondire le fonti, fare attenzione alla propria reazione emotiva, non fidarsi delle immagini allegate, verificare le date e imparare a distinguere una notizia da un caso di satira potrebbero sembrare suggerimenti ovvi, se non fosse che la percentuale di casi in cui la credulità generale viene beffata e le fake news condivise in modo esponenziale tramite i social network e le app di messaggistica dimostrino evidentemente il contrario. Ampio spazio, nella seconda metà del libro, è poi dedicato a un problema perversamente gemellato con quello delle notizie false, ovvero quello dell’odio in rete, alimentato in parti uguali da disagio psicologico e pessime intenzioni, fonte di una casistica non di rado sfociata in tragedia, e che colpisce con maggiore incidenza gli adolescenti, le donne e tutte le categorie considerate già socialmente a rischio di discriminazione e persecuzione.
Forte dello stile chiaro e lineare tipico di quel giornalismo che vuole porsi concretamente al servizio del lettore, Fake news, haters & cyberbullismo è un ottimo punto di partenza per farsi un’idea generale di quanto possano essere nocivi e non di rado drammatici gli effetti della cattiva informazione. Si capisce subito – tra le altre cose anche dalla mole: poco più di cento pagine – che lo scopo del volume non sia certo quello dell’esaustività, non fosse altro che il fenomeno è talmente complesso e stratificato che una sua disamina puntuale dovrebbe rassegnarsi all’aggiornamento in base alla mera cronaca. Ciò che più conta e che più preme al suo autore è piuttosto far riflettere su come le notizie false siano sempre state uno strumento di manipolazione sleale e pericoloso, e su come le attuali tecnologie, lunghi dall’avere generato per prime il fenomeno, lo abbiano semplicemente adattato ai tempi e ai mezzi di comunicazione d’uso più comune. Pensata per tutti per il suo invito generalizzato a tenere alta l’attenzione e a non lasciarsi né abbindolare né truffare, l’ultima uscita Centauria potrebbe però essere un ottimo suggerimento di lettura soprattutto per le fasce d’età più giovani, in particolare gli studenti della scuola media o superiore, non fosse altro che proprio i cosiddetti nativi digitali, al netto della familiarità con i più aggiornati strumenti di condivisione, pagano il prezzo di una minore consapevolezza in termini civili e penali delle proprie ma anche delle altrui azioni. Forse non ci libereremo mai di menzogne, odiatori e bulli reali e virtuali, ma ciò che possiamo fare è imparare a smascherarne l’identità: Mauro Munafò ne è profondamente convinto, e il suo libro è il perfetto vademecum per l’acquisizione di questa coscienza etica, sociale e culturale da cui ormai nessuno di noi può permettersi il privilegio di prescindere.
Cecilia Mariani