Il gioco della vita
di Mazo de la Roche
Fazi Editore, maggio 2020
Traduzione di Sabina Terziani
€ 18,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
A Jalna tutto accadeva lentamente, persino i tentativi di fermare il naturale decadimento delle cose. Un giorno, quando dal tetto si fosse infiltrata abbastanza pioggia da formare una pozzanghera sul pavimento, o quando gli armadi fossero crollati sotto il peso della carta, solo allora qualcuno avrebbe cominciato a riparare e sgomberare come si deve.
Sono passati un paio d'anni dalla conclusione delle vicende raccontate nel volume Jalna, capitolo iniziale della saga della sanguigna famiglia canadese dei Whiteoak (qui trovate la recensione). Benché la dimora sia salda al suo posto e nulla sembri invariato, anche tra le loro mura si registrano alcuni cambiamenti.
Alayne, dopo il fallimento del suo matrimonio, è rientrata a New York dove ha ripreso il lavoro per la casa editrice. Eden risulta scomparso. Meg è sposata e già madre e vive a Vaughanland. Pheasant e Piers hanno avuto il loro primo figlio, il piccolo Maurice. Augusta è rimasta in Canada per accudire Adeline che ha centodue anni e gode ancora di un appetito invidiabile.
Ma non si tratta solo di questo: la vita di Jalna ha di fronte a sé un evento epocale destinato a sconvolgerne l'assetto e gli equilibri familiari.
«Secondo te mi verrà il panico da palcoscenico?».
«Secondo me ce l'hai già».
«Che vuoi dire?».
«Dico che hai paura della vita. È la stessa cosa».
Se nel precedente capitolo lo spazio era stato fagocitato dalle relazioni contrastate di Pheasant-Piers e Alayne-Eden e i relativi incroci e complicazioni amorose, Il gioco della vita, in uscita oggi per Fazi Editore, privilegia il punto di vista del personaggio che fino ad ora non era emerso se non come figura patetica, infelice e non compresa dalla sua robusta famiglia: Finch.
Ancora drammaticamente incompreso, si è visto privare delle lezioni di musica per via dei suoi scarsi risultati accademici. Viene maltrattato da Piers come un tempo e persino il piccolo Wakefield non mostra per lui il rispetto che un fratello minore dovrebbe al maggiore. Le uniche alleate che Finch riesce a recuperare sono, in parte, la compassata zia Augusta che, come Alayne a suo tempo, lo protegge dalla furia del fratelli. E la seconda alleata è, a sorpresa, proprio la nonna che nel suo "non tollerare" paura e debolezza in chicchessia sarà da puntello per il giovane.
Finch è alla ricerca della sua strada e pensa di trovare una direzione nel teatro: ma anche questa passione viene troncata dalle reazioni negative di Renny che, pur con il suo burbero affetto, non può accettare e avallare una simile esposizione al ridicolo della famiglia, nonostante Finch dimostri un notevole talento.
Nemmeno le scarse amicizie all'esterno della famiglia sono per lui un porto sicuro. Da una parte, il vezzoso Arthur Leigh, benestante compagno di teatro che intrattiene con lui una relazione giudicata anomala e vergognosa; dall'altra il solido George Fennel, secondogenito del parroco, che lo fa entrare in una piccola orchestra come pianista e che porterà, sì, un po' di evasione al giovane, ma che lo avvicinerà al massimo scontro con la famiglia. Scontro che si risolverà con la fuga verso l'unica persona che ha sempre parteggiato per lui: Alayne.
Finch è il perno su cui si innesta tutta la vicenda. Senza la sua fuga non sarebbe possibile ritrovare Eden, che a New York si sta consumando con una vita sregolata. Senza di lui Alayne non sarebbe di nuovo coinvolta nella vita della famiglia e non potrebbe di nuovo essere irresistibilmente attratta verso Renny che per lei ancora si consuma. Senza il suo biglietto della lotteria non potrebbe ottenere il canarino che diventa animale e nume tutelare di Augusta, finora l'unica della vecchia generazione dei Whiteoak a non avere un animale distintivo.
Soprattutto lui sarà il centro dell'evento che scinderà la vita di Jalna in un prima e dopo. Metà del romanzo è un lungo respiro prima del tuffo in un futuro che riorganizzerà ogni singolo destino Whiteoak.
Jalna si riconferma la splendida dimora e fortezza familiare che già nel primo volume era stata protagonista. La sua tendenza a lasciar entrare difficilmente nuovi membri, ma, una volta ammessi, a non lasciarli andare, si palesa più forte che mai. Augusta non ritorna in Inghilterra, Finch non riesce a stare lontano da Jalna più di qualche settimana, Alayne viene richiamata da New York e si lascia andare a uno sfogo con Nicholas che inquadra alla perfezione il ménage familiare.
È talmente compatta che non permettete che nessuno si stacchi neppure per un istante. Non riuscite a fare a meno di riacciuffare chiunque osi allontanarsi.
L'unità familiare è il verbo al quale nessun Whiteoak può e riesce a sottrarsi, nonostante i molti ribaltamenti e i cambi che li attendono e che li rendono pedine su una scacchiera del backgammon.
Giulia Pretta