La Bella e la Bestia: una storia senza tempo, nella meravigliosa versione illustrata dal magico duo MinaLima

La Bella e la Bestia
di Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve
Ippocampo, maggio 2020

Traduzione di Adelina Galeotti

pp. 208
€ 28 (cartaceo)
€ 15,16 (ebook)


Il duo di graphic designer più famoso del mondo babbano. Una casa editrice specializzata in libri che sono oggetti da collezione. Una collana di fiabe classiche, alla ricerca della versione originale e, talvolta, meno nota. I MinaLima e Ippocampo edizioni tornano a collaborare, in accordo con Harper Collins Publishers, per portare anche ai lettori italiani tutta la magia di questi volumi riccamente illustrati e con elementi interattivi, in una collezione che si arricchisce ora di una delle fiabe più amate, La Bella e la Bestia, disponibile proprio da oggi in tutte le librerie. Nel catalogo ci sono numerose fiabe della tradizione rielaborate in questa meravigliosa veste grafica, da Il giardino segreto a Pinocchio, ma di tutte è forse questa la più attesa, da cui sono state tratte innumerevoli versioni, rifacimenti, trasposizioni, non da ultimo la bellissima versione live action con protagonisti Emma Watson e Dan Stevens.
Scordiamoci però la versione disneyana de La Bella e la Bestia, il principe viziato e superficiale trasformato per punizione in una orribile bestia, il maleficio lanciato su tutti gli abitanti del castello, la rosa rossa a scandire inesorabile il tempo che lo avvicina sempre più a una condanna permanente; scordiamoci l’intrepida Belle, stravagante e solitaria quanto il padre inventore, che trova rifugio nei libri e deve tenere a bada le malelingue di paese e lo spocchioso pretendente Gastone. Insomma, siamo tutti cresciuti con la versione Disney del 1991, rimandiamo ancora a memoria le canzoni che ne hanno scandito le scene più memorabili, ma, come sempre, quella Disney è solo una versione della storia, che, appunto, è molto più oscura e complessa.
Questo gioiello di grafica e parole, sceglie di portare ai lettori la fiaba della prima versione edita, quella di Madame de Villeneuve del 1740, parte della raccolta La jeune Américaine.
La storia de La Bella e la Bestia si fonda su numerose fonti, dal folklore alla storia letteraria occidentale e altrettante sono le versioni e rielaborazioni che sono seguite. Quella di Madame, si diceva, è la prima versione edita e più estesa, destinata non soltanto ai più giovani lettori, ma anche al pubblico adulto, come buona parte delle fiabe nella loro versione originale. La trama è densa di accadimenti, complessa, ricca di dettagli e argomenti – talvolta superflui, per il gusto del lettore contemporaneo – a fondere insieme elemento magico, insegnamento morale, critica alla società settecentesca, riflessione sul ruolo subordinato della donna, sentimenti e legami famigliari. Alla trama principale, la maledizione da cui solo la Bella con il proprio amore spontaneo può salvare la Bestia e portare il lieto fine, si intrecciano numerosi elementi, quindi, e sottotrame che aprono la lettura a ulteriori confronti e spunti, godibile ancora oggi a distanza di secoli dalla prima edizione. Se teniamo bene a mente infatti la distanza temporale che ci separa dalla fiaba di Madame Villenauve e il contesto storico, sociale e culturale in cui si è sviluppata, la sua versione de La Bella e la Bestia può rivelarsi ancora oggi una lettura piacevole e senza dubbio molto godibile in questa meravigliosa edizione illustrata dai bravissimi Minalima. Insomma, vi ho dato qualche scusa per giustificare la lettura di questa meraviglia anche se avete superato, come la sottoscritta, i limiti di età per cui si potrebbe ritenere appropriato entusiasmarsi per le favole, soprattutto quando affondano le radici in una così ricca tradizione e offrono chiavi di lettura interessanti ancora a distanza di secoli.

La fiaba di Mme., dunque: C’era una volta, ovviamente, in un paese molto lontano; un ricco mercante caduto in disgrazia, sei figlie femmine e sei figli maschi, una tra loro che si distingue per modestia, bellezza, generosità e grazia. Un viaggio alla ricerca di maggior fortuna, la promessa di portare alla Bella semplicemente una rosa come regalo.
[...] vi prego di portarmi una rosa. Amo questo fiore con passione: da quando mi trovo in questa solitudine non ho più avuto la soddisfazione di vederne una. (p. 21)
La notte, una bufera di neve, un riparo di fortuna e poi, inaspettato, un castello che sembra incantato dove trovare ristoro; cibo, bevande e ogni genere di conforto appaiono magicamente per lo stanco viandante che compie, però, un errore fatale un attimo prima di lasciare il castello dove era stato accolto con tanta generosità: in quel ricco e silenzioso giardino coglie una rosa per la sua Bella, scatenando l’ira del misterioso ospite che si rivela in tutte le sue mostruose fattezze e lo induce a stringere un patto, costringendolo a fare ritorno entro un mese e per sempre, lui stesso o quella che tra le sue figlie deciderà di sacrificarsi per la libertà del padre, consapevole di diventare la prigioniera di tanto mostruoso padrone.
La Bella è l’unica tra le figlie che mostri spirito di sacrificio e si reca al castello, consapevole di perdere la propria libertà e forse la vita, in cambio di quella del padre. Da qui inizia la sua nuova vita, dentro quel castello incantato, in cui non sembra abitare altro essere umano ma dove non manca per lei ogni forma di cortesia, intrattenimento – l’opera, il teatro e, si, una meravigliosa biblioteca – e lusso, mentre uno dopo l’altro passano i giorni, le laconiche cene con la Bestia che ogni volta le chiede il permesso di giacere con lei e, ogni volta, viene rifiutato, le notti scandite da romantici sogni che sembrano realtà. Chi è, infatti, quel giovane che ogni notte la corteggia e di cui lentamente la Bella si innamora? È prigioniero di quella Bestia ignorante e orribile? Gli sviluppi romantici della fiaba sono facilmente intuibili per il lettore contemporaneo a cui lasciamo ovviamente il piacere di scoprire la trama ricca, come si diceva, di accadimenti e digressioni.

Ciò che vale ancora la pena considerare qui è la ricchezza di spunti e metafore, la varietà delle fonti su cui Mme. ha elaborato la propria storia e alcuni elementi che l’hanno resa tanto popolare da fornire materiale per innumerevoli altre versioni e rimaneggiamenti. C’è un’eroina virtuosa, più coraggiosa e moderna di quanto si potrebbe immaginare a un primo sguardo, che sceglie ben consapevolmente il proprio destino, sacrificando la propria libertà per avere salva quella dell’amato padre; c’è la lotta interiore di questa ragazza che sembra cedere alle lusinghe dell’amore che ha fattezze nobili e gentili, ma che riesce a vedere oltre la maschera orribile cui è costretto il suo padrone e si interroga sulle ragioni del cuore e prova pena per quella Bestia improvvisamente fattasi fragile e in pericolo mortale.
Le sembrò che dormisse. Lungi dall'essere spaventata alla sua vista, la Bella ne fu assai contenta, e avvicinatasi coraggiosamente, le mise la mano sulla testa, chiamandola più volte. Ma la sentiva fredda e inanimata. Non ebbe più dubbi: doveva essere morta. Si mise a lanciare le grida più addolorate, e a dire le cose più commoventi al mondo. (p. 104)
Inoltrandosi nella storia c’è, soprattutto, una critica piuttosto diretta alla società francese di fine Settecento, alla ruolo subordinato della donna, al matrimonio di convenienza, alle infinite campagne militari per la conquista di terre e privilegi. Non mancano riferimenti alla sessualità e lo spunto femminista sarà la chiave di lettura privilegiata, per esempio, dalla rielaborazione letteraria di Angela Carter, che da una versione piuttosto aderente alle fonti classiche ne elabora anche un’altra in cui l’aspetto sensuale si fa più marcato e l’elemento trasformativo-bestiale coinvolge la stessa eroina, in un gioco di metamorfosi e riconoscimenti nell’altro; in Carter, la prigionia della Bella è conseguenza delle scelte avventate del padre, che perde la figlia al gioco, accentuando così lo spunto di denuncia della condizione femminile subordinata intrinseca già della storia originale. La donna non è nient’altro che una proprietà maschile, che passa dal padre al marito, senza alcuna vera libertà di scelta. Che il gesto sia imposto da altri o compiuto per spirito di sacrificio, resta immutato il significato profondo.

L’elemento magico, inoltre, è ampiamente presente nella storia di Mme. Villeneuve, di cui soprattutto nei capitoli finali si chiarificano tutte le trame e implicazioni, tra svelamenti, conflitti e rivalità, gelosie, ricongiungimenti famigliari, lunghe digressioni di cui talvolta si perde un po’ il filo ma che danno perfettamente l’idea della ricchezza di spunti folklorici e dell’immaginario collettivo su cui la favola si fonda. Una storia che quindi non può essere considerata solo una favola per bambini e forse non lo è affatto, non in questa versione originale e che già godibilissima per trama e spunti, diventa un oggetto da collezione, perché il duo grafico MinaLima ha saputo interpretare in maniera davvero puntuale gli elementi della storia concedendosi solo una libertà dalla trama originale – le fattezze della Bestia, che era davvero impossibile per noi lettori immaginare diversamente – e inserendo elementi grafici e interattivi a esaltare passaggi particolarmente significativi. Una grafica che ha il gusto della favola classica ma sempre con quel tipico tocco del duo londinese che abbiamo conosciuto e amato con lo strabiliante lavoro sull’universo di Harry Potter.
Parole e immagini, insieme, possono dare forma a storie che non smettono di affascinare lettori di ogni età.

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«Vi prego di portarmi una rosa. Amo questo fiore con passione: da quando mi trovo in questa solitudine non ho più avuto la soddisfazione di vederne una» Una rosa rubata, un castello incantato, una Bestia e una giovane che sacrifica la sua libertà per salvare la vita del padre. Conosciamo tutti la versione moderna di questa favola, che in realtà è molto più ricca e complessa di quello che è entrato nell’immaginario collettivo. Esce domani per @ippocampoedizioni questa meraviglia riccamente illustrata dal duo magico @minalimadesign e che riporta al pubblico la versione originale di una storia amatissima. Una storia, appunto, che non smette di incantare lettori di ogni età, come la nostra @deboralambruschini che ha letto con molta curiosità la fiaba in questa bellissima veste grafica, scoprendo ancora più spunti e suggestioni di quanto immaginava. Una trama ricca, che poggia su fonti diverse e tematiche care al folklore francese di tardo settecento, la nota storia d’amore, ma anche una critica piuttosto diretta alla società del tempo e alla condizione subordinata delle donne. Non perdetevi domani sul nostro sito la recensione! E voi conoscete la versione originale de #LaBellaELaBestia ? #CriticaLetteraria #Book #bookstagram #booklover #bookaddict #beautyandthebeast #ippocampoedizioni #instabook #instalibri #libridaleggere #libri #favola

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