di Matt Haig
Edizioni e/o, 2020
pp. 288
€ 16,50 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
La cosa strana della depressione è che, anche se aumentano i pensieri suicidi, la paura della morte rimane la stessa. L’unica differenza è che il male di vivere cresce rapidamente. Perciò, quando sentite di qualcuno che si è suicidato, sappiate che la morte non gli faceva meno paura. Non è stata una “scelta” nel senso morale del termine. Fare del moralismo significa fraintendere la questione. (pp. 28-9)
Su questo nuovo libro di Matt Haig occorre una premessa: pubblicato nel Regno Unito nel 2015, viene portato in Italia
da Ponte alle Grazie nello stesso anno. A maggio 2020 la e/o
ripubblica il testo, dopo aver dato alle stampe il bellissimo Come fermare il tempo (2018) e Vita su un pianeta nervoso (2019; ne abbiamo
parlato in questa
recensione). Il lettore dunque potrebbe trovarsi confuso nel leggere un
libro che tratta un argomento simile, ma da una prospettiva “precedente”,
rispetto a uno uscito poco prima. In effetti Vita su un pianeta nervoso affronta tematiche simili a quelle di Ragioni per continuare a vivere: oltre
alla depressione, aggiunge argomentazioni intorno all’ansia, agli attacchi di
panico e, in generale, alla difficoltà di raggiungere la felicità vivendo su un
pianeta che sembra fare di tutto per sottrarci il poco tempo che abbiamo. Quest’ultimo
libro sembrerebbe dunque una sorta di passo indietro rispetto alla
consapevolezza raggiunta in quello precedente.
Ragioni per
continuare a vivere è tuttavia stato scritto prima, e risulta essere una sorta di
diario di bordo del lungo viaggio di Matt Haig sull’oceano della depressione.
Haig, già romanziere, ha voluto cimentarsi su suggerimento di una sua cara
amica nella scrittura di un testo che fosse un ibrido fra un saggio, un memoir
e un manuale di self-help. Invertire l’ordine di lettura dei due testi sarebbe
dunque ottimale per seguire il percorso dell’autore, che dal tema della
depressione arriva a confrontarsi con la società in cui viviamo e sui motivi
della nostra infelicità.
I due testi sono strettamente connessi anche per
il modo in cui sono stati scritti: a momenti di narrazione
autobiografica, Haig affianca dati scientifici, note personali, pensieri sparsi
e, soprattutto, le immancabili liste che tanto facilitano la lettura e danno il
senso e la misura di ciò che si sta leggendo. «Il mio libro» scrive l’autore
nell’introduzione, «sarebbe stato tante cose insieme. Sarebbe stato quello che
doveva essere» (p. 6): questa ibridazione ha un sapore tutto particolare che in
qualche modo sfonda gli schemi classici della letteratura di genere: Ragioni per continuare a vivere è un
libro che vuole affrontare un argomento spinoso senza impantanarsi nelle
difficoltà e nella verbosità di certe scritture scientifiche; ma è anche un
libro che, narrando dall’interno l’esperienza della depressione, vuole entrare subito
in contatto col lettore, sia questo qualcuno che soffre di questa terribile
malattia, sia questo un suo parente, un amico, un compagno. Della delicatezza,
del dialogo e della leggerezza Haig fa i propri cavalli di battaglia.
Chi cerca risposte concrete alla cura della depressione
resterà deluso: qui non si offrono – né sarebbe possibile offrirne – soluzioni semplici a un problema
complesso. Si offre piuttosto una prospettiva positiva, ottimista, un modo per provare a
parlare del problema senza cadere nelle maglie della retorica o della
superficialità. I quaranta consigli che Haig dispensa nel capitoletto «Come vivere» (pp. 266-71) non servono a
uscire dalla depressione bensì a vivere una vita più distesa e tranquilla. E
valgono per tutti, non solo per chi è depresso, tant’è che alcuni di questi vengono
ripresi e sviluppati tre anni dopo in Vita
su un pianeta nervoso. Parliamo di cose semplici, immediate, quasi banali da leggere: eppure, come Haig stesso ammette in diversi momenti, è stato proprio l’aver trascurato – dimenticato – questi momenti banali uno dei motivi
della sua infelicità. Non troveremo forse la soluzione per la pace
perpetua, e tuttavia lavorare di meno, ascoltare di più, osservare e ascoltare
la propria mente, evitare preoccupazioni inutili, imparare dal passato senza
avere un rapporto conflittuale col tempo (e qui chi ha letto Come fermare il tempo avrà di certo un
sussulto) e stare all’aperto quando possibile sono tutte cose che possiamo fare
senza troppo sforzo. Consigli banali, appunto, eppure immediati, come immediata
è la scrittura di Haig.
Ragioni per continuare
a vivere è dunque un bel testo che non mira a dare risposte ultime e
definitive ma che fa bene alla salute del lettore. La trasparenza dell’autore,
il suo rivolgersi come un amico, la spontaneità dei consigli che elargisce come piccoli tesori ne fanno un ottimo
narratore.
David Valentini