Dinosauri che ce l'hanno fatta
di Leo Ortolani
Laterza, giugno 2020
pp. 144
€ 15,00 (cartonato)
€ 9,99 (ebook)
Leo Ortolani è tornato e l’ha fatto col botto… del meteorite che si è schiantato sulla Terra causando l’estinzione dei dinosauri. Sono loro, infatti, i protagonisti del suo ultimo romanzo grafico, Dinosauri che ce l’hanno fatta, che la casa editrice Laterza ha pubblicato lo scorso giugno. Come ama ricordare spesso lui stesso con feroce autoironia, prima di essere un fumettista Ortolani è uno scienziato, laureato in geologia. Il retaggio del suo passato è tornato spesso negli ultimi anni, sotto forma dei fumetti di divulgazione scientifica per Comics & Science del CNR, di C’è spazio per tutti e Luna 2069 nati in collaborazione con le Agenzie spaziali italiana ed europea.
Dinosauri che ce l’hanno fatta continua questa serie di fumetti divulgatici ed è a tutti gli effetti un documentario su carta, con la forma di una puntata del finto format televisivo Misterius: era il 2013 quando, sulle pagine di Comics & Science 1 Leo Ortolani presentava ai lettori la prima storia interamente dedicata alla parodia – già comparsa su alcuni precedenti lavori dell'autore - di tutti quei programmi TV che trattano di misteri insoluti, archeologia, ufologia e paranormale, di cui i più celebri sono Mistero e Voyager. È proprio da quest'ultimo che il creatore di Rat-Man trae maggiore ispirazione, sia per quanto riguarda la scelta del taglio narrativo che per la fisionomia del conduttore, visibilmente ispirato a Roberto Giacobbo, che nei fumetti diventa Giacotto. Più avanti nel tempo Misterius è diventato una presenza costante nei lavori di Ortolani, a volte come semplice comparsa, altre come protagonista di speciali interamente dedicati al programma. Con la chiusura di Rat-Man e il sempre maggior impegno e interesse riversato dall'autore per opere che uniscano storia, scienza e fumetti, l'arrivo di un volume tutto incentrato sulla trasmissione condotta da Giacotto era solo questione di tempo. Ed eccolo qui, Giacotto, alle prese con una spiegazione su carta di una delle ere del nostro pianeta che affascina di più gli appassionati di scienza: quella dei dinosauri.
In un vero e proprio compendio di paleontologia disegnata, Giacotto accompagna i suoi lettori/spettatori attraverso Triassico, Giurassico e Cretaceo, passando dagli esemplari di dinosauri erbivori ai carnivori, dai primissimi mammiferi all’evoluzione degli uccelli. Il rigore scientifico della trattazione non viene mai messo in dubbio anche se, per fortuna, Leo Ortolani non dimentica mai di che pasta è fatto e così accanto alla terminologia tecnica non mancano le battute al limite del demenziale di cui tutti i suoi lettori più affezionati e abituati alla comicità tipica del suo eroe mascherato non sono mai sazi.
In Dinosauri che ce l’hanno fatta si ride, tanto, e forse solo questo basterebbe a giustificare la presenza del romanzo nella libreria di qualunque lettore, indipendentemente dal grado di passione nei confronti dei resti fossili o dall’amore per le strisce umoristiche a fumetti. Tuttavia a un lettore più attento ed esperto della produzione del fumettista-geologo non sfuggirà di certo l’intrinseca debolezza narrativa di questo volume. Strutturato in brevi capitoli e privo di trama, Dinosauri che ce l’hanno fatta ricorda più le primissime produzioni di Ortolani e meno gli splendidi capolavori a disegni a cui ha ultimamente abituato il suo pubblico, con Cinzia in testa tra questi titoli. Tuttavia la semplicità della struttura è al tempo stesso il punto forte e quello debole del libro. Senza alcun obbligo di portare avanti un discorso unico, Ortolani può scegliere le nozioni più buffe sugli animali preistorici per strappare una risata dopo l’altra, talmente numerose e pervasive da far sorgere, a volte, il dubbio che il nome di quel dinosauro citato sia vero o sia frutto del suo ingegno umoristico.
La verità è che se da un lato non riesco a inserire con esattezza Dinosauri che ce l’hanno fatta né nel catalogo Laterza né nel corpus fumettistico di Ortolani, dall’altro mi pento subito di aver pensato di doverlo fare per forza, dato che del suo umorismo non ci si sazia mai, soprattutto quanso lo si ritrocca nei suoi memorabili excursus surreali: dall’uso della lacca per capelli da parte dei rettili, alle interpretazioni bislacche della morfologia dei dinosauri, dalle divagazioni su personaggi fittizi della storia della paleontologia fino alla sequenza su Harold Vallerau, la sagoma di omino utilizzata per confrontare le dimensioni dei rettili giganti con quelle umane. Di lui veniamo a conoscere la carriera, dalla nascita alla scoperta da parte di un divulgatore, fino alla morte, in una scena realizzata quasi interamente con le icone dei cartelli stradali. Insomma, Leo Ortolani è tornato in libreria col botto, forse meno fragoroso di altre occasioni, ma sempre piacevole da ascoltare.
Federica Privitera