Ricordati di Bach
di Alice Cappagli
Einaudi, 30 giugno 2020
pp. 264
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Che cosa può fare davvero la musica? Tanto per la piccola Cecilia, che a otto anni subisce un grave incidente, da cui esce fortemente leso il suo braccio sinistro. Il rischio è che il nervo radiale resti per sempre compromesso e tanti sono i sensi di colpa di sua madre, alla guida al momento dell'impatto. Poi, una possibilità: provare a recuperare almeno in parte l'uso della mano sinistra attraverso la musica. Lo strumento che sceglie Cecilia è il violoncello, tutt'altro che semplice e agile da maneggiare per una bambina, a maggior ragione se con un braccio particolarmente debole. Schiacciare le corde come si deve è una sfida quotidiana, pari almeno a convincere i genitori che il suo non è solo un capriccio passeggero: Cecilia fa resuscitare dal fondo dell'armadio il violoncello del nonno, lo fa riparare e condivide la passione per la musica che tanti in famiglia hanno avuto. All'inizio, la protagonista sembra un caso disperato, ma la sua musicalità innata, l'esercizio e la perseveranza compiono un miracolo, impensabile per chiunque. Forse non per il suo maestro, un insegnante decisamente sui generis, Smotlak, con un passato da concertista ma anche un temperamento difficile da tenere a bada.
Scommettitore al punto da perdere persino il suo pregiato violoncello, Smotlak ha un metodo complesso per insegnare musica, ma ha anche una strana forma di accudimento: ora bastona, ora spinge Cecilia a non mollare. Non è facile, soprattutto se alle lezioni c'è anche Odila, molto più talentosa di Cecilia; tuttavia, Odila è un'ottima esecutrice, più che una musicista. Perché per Smotlak essere musicisti è innanzitutto un fatto di testa, e Cecilia è proprio tagliata per proseguire, forse può diventare una musicista professionista molto più di Odila. E la competizione è dietro l'angolo, l'invidia è una minaccia che si nasconde nell'ombra, pronta per un agguato silenzioso.
Sono tante le rinunce che la protagonista deve affrontare per seguire i propri sogni: non ha lo stesso tempo libero dei suoi compagni di scuola, eppure deve continuare a portare a casa voti degni (per un patto con i genitori); non può avere una relazione come i suoi coetanei perché scuola e conservatorio assorbono tutte le sue energie. E qual è l'obiettivo finale? Seguiamo Cecilia nella sua crescita personale e di musicista, la accompagniamo attraverso un'adolescenza senz'altro fuori dal comune e restiamo in attesa curiosa dell'esito, quando a diciannove anni la protagonista inizia a partecipare a diversi concorsi.
Ricordati di Bach è un romanzo che ha molto di autobiografico, come dichiara l'autrice al termine del libro: il percorso di Cecilia è lo stesso che ha portato Alice Cappagli a essere violoncellista della Scala per trentotto anni. Assistiamo a un itinerario pieno di ostacoli, ma praticamente senza soste, neanche per riprendere fiato, perché la musica è una passione totalizzante, ma non è mai idealizzata o astratta: è fatica, e nel libro percepiamo il continuo lavoro di perfezionamento (e di perfezionismo) che è richiesto per migliorare un suono, un'interpretazione, un movimento,... Certamente Ricordati di Bach sarà particolarmente apprezzato dai musicisti, che sapranno cogliere i vari riferimenti del maestro Smotlak e capire più profondamente le difficoltà a cui è sottoposta Cecilia. Tuttavia, questa non vuole essere una critica: siamo infatti davanti a un romanzo di formazione piacevolissimo anche per chi non padroneggia la musica, perché seguiamo la protagonista con crescente curiosità. Fin dalle prime pagine si capisce come sono andate le cose, quindi ci chiediamo come Cecilia sia arrivata a quel traguardo. Inoltre, la vicenda è un bell'esempio di come la speranza e la perseveranza abbiano condotto Cecilia a un risultato che all'inizio del suo percorso poteva immaginare solo chi aveva ben presente, fin dal principio, come trasformare un talento ammaccato dalla sorte in realtà.
GMGhioni