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La tettonica delle placche
di Margaux Motin
Bao Publishing, 2020
Traduzione di Francesco Savino
pp. 256
€ 22,00 (cartaceo)
€ 1,99 (ebook)
Margaux Motin è una fumettista francese. Una donna di una ironia sorprendente e di una simpatia tale che la si vorrebbe come amica.
Io la seguivo da tempo sul suo blog, suggeritomi da alcune amiche francesi con le quali ho vissuto a Parigi durante gli studi.
Nel libro La tettonica delle Placche racconta le vicissitudini della sua vita da single freelance alle prese con una bimba piccola. Margaux ci racconta di se stessa in un difficile equilibrio tra la responsabilità di essere madre, la voglia di libertà, le scadenze del lavoro e una storia d’amore finita.
Le tavole sono sketch, quadri di momenti che ci portano nella vita di una donna che sa di essere imperfetta, che si pone molte domande e che accetta di sbagliare e riprovare.
Il linguaggio è un insieme di parole forbite e di slang, il tratto colorato e pulito, il ritmo veloce e intenso proprio come la vita.
Motin elimina ogni forma di stereotipo e gioca sulla sincerità, sulla voglia di vivere, di essere donne sempre, in pantofole, in abito da sera, con le amiche, con un nuovo uomo, perché in fondo l’importante è saper vivere e riemergere dagli errori, con la certezza che nessuno è perfetto.
Dopo aver letto la sua graphic novel ho avuto l’opportunità di intervistare l'autrice. Ho ritrovato l’allegria e l’essere vera di Margaux proprio come nel libro.
Clicca per ingrandire le tavole |
Margaux tutto è iniziato da un blog; ci racconti come è nato questo progetto?
Inizialmente avevo un sito internet sul quale postavo le mie illustrazioni professionali. Ma la società che aveva l’host del mio sito è fallita e così mi sono trovata a non poter più aggiornare nulla.
Per caso un’amica mi aveva parlato del suo blog e mi ha spiegato come crearne e utilizzarne uno in modo autonomo. Ho trovato questa idea geniale, una piattaforma sulla quale postare facilmente e da sola le mie illustrazioni… ed ecco che è partito il tutto!
Da dove trai le ispirazioni?
Sempre dal quotidiano, dalla mia vita giorno per giorno: le cose belle, quelle divertenti, la famiglia, la coppia, la natura. Direi da tutto quello che caratterizza le mie giornate!
Nelle tue tavole c’è una perspicace ironia. Nella vita reale come sei?
Hai rappresentato la tua vita attraverso il disegno (e in modo così esplicito!). Te ne sei pentita o, col senno del poi, avresti preferito dare un taglio diverso?
Non ho nessun rimpianto, perché mi ispiro alla mia vita, la romanzo prima di farne un libro. Mi servo di quello che vedo per raccontare una storia, ma ovviamente c’è anche tanta finzione.
Nel libro ci sono protagonisti della tua vita reale. Che tipo di reazione hanno avuto, trovandosi tra le pagine?
Le amiche sono contente di ritrovarsi nei disegni del libro, la mia famiglia ormai si è abituata. All’inizio della mia carriera, avevo spiegato loro che li utilizzavo come personaggi e che me ne servivo per mettere in evidenza gli aspetti dei vari protagonisti, per creare delle situazioni, e che spesso non si sarebbero riconosciuti veramente nelle storie che facevo loro vivere. Mia madre, per esempio, non riusciva a capire perché io la disegnassi così fastidiosa nelle storie, dato che tra noi c’è un bel rapporto. Così le avevo spiegato che avevo bisogno di farle svolgere un ruolo di madre un po’ tremenda per poter creare un contrasto col mio personaggio molto infantile. Poi alla fine si sono abituati tutti, sanno che sono personaggi di una storia e che mi servono per creare delle scene.
La terminologia che tu hai usato, il linguaggio è immediato, diretto e talvolta “estremamente” colloquiale. Temi critiche su questo aspetto?
Direi di no. Questo tipo di linguaggio è stato un marchio di fabbrica per un bel po’ di tempo. Ma poi mia figlia è arrivata ad una età nella quale capiva le parolacce che usavo e ho cambiato registro, per non darle un cattivo esempio. Quindi ora ne utilizzo molte meno! Nel libro che uscirà in Francia a ottobre ho eliminato molte parolacce, non mi piacciono nemmeno più come prima, anche se talvolta esprimono alla perfezione le mie emozioni!
In una tavola (p. 58) fai riferimento ad una canzone degli Abba. Che ruolo ha la musica nel tuo processo creativo?
La musica non entra in realtà nel mio processo creativo perché lavoro meglio nel silenzio. Ho bisogno di molta calma per creare. Lavoro piuttosto ascoltando musica di meditazione per trovare un buon ritmo tra respirazione e disegno.
Margaux Pacco è il tuo nuovo progetto ed è su YouTube. Cosa ti ha spinto a utilizzare anche questo social?
Io e il mio compagno Pacco ci siamo accorti che la diffusione in rete attraverso YouTube era più divertente e anche più efficace quando ci mostravamo di persona e se riuscivamo a interagire direttamente con i “lettori”. Possiamo così avere un vero scambio, molto costruttivo, che a noi dà molto e poi è ancora più divertente la condivisione in questo modo. Inoltre, questo tipo di approccio ci consente di ampliare il nostro universo creativo e di evolverci come artisti su supporti di diverso tipo.
Il periodo del Coronavirus è stato ed è particolare per tutti. C’è qualche cosa che ti è piaciuto nonostante il confinamento sociale?
Sìììì! Il non avere gli orari per la scuola. Dormire al mattino, avere il tempo per intrattenerci durante la colazione, poter giocare con le mie figlie durante la giornata senza avere la pressione della scuola. Questo è stato proprio bello!
Ora hai anche uno shop virtuale. Come ti è venuta questa idea?
Io, come credo molte persone, cerco sempre dei metodi per rinnovarmi, per svilupparmi, per crescere e per diffondere arte in diverse modalità. Lo shop sul quale noi carichiamo le immagini è un’attività che amo molto perché permette ai lettori di stampare le mie immagini in ottima qualità e a prezzi davvero modici. E poi è davvero una super esperienza! Per lungo tempo sono stata refrattaria a nuove esperienze sul piano professionale. Ma da qualche anno ho cambiato approccio e mi diverto a sperimentare; tutto questo è molto stimolante.
Sei mai stata in Italia?
Sì, qualche anno fa sono state in Toscana, l’ho trovata magnifica! E ho amato tantissimo il cibo.
C’è qualche domanda che nessuno ti ha mai posto e alla quale vorresti rispondere?
Ora che mi fai pensare, non mi è mai successo, accidenti, non ne ho idea!
La tua situazione personale è cambiata rispetto al libro (ti seguo sui social). Pensi di pubblicare un nuovo lavoro sempre legato alla tua vita?
Il mio prossimo lavoro uscirà a ottobre in Francia e parla della mia nuova vita con il mio amore, dunque sì, ben presto arriveranno le mie avventure a fumetti!
Intervista a cura di Elena Sassi
Tavole riprodotte con l'autorizzazione della casa editrice