in

Barcellona, il XIX secolo, e libri, libri ovunque: "L'amante di Barcellona" di Care Santos

- -


L'amante di Barcellona
di Care Santos
Salani, 3 settembre 2020

Traduzione di Laura Marseguerra

pp. 672
€ 19,80 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Immaginate un romanzo fiume, in cui passano tante vite, emozioni, vicende, mentre infuria la Grande Storia: che cosa può unire tutti questi personaggi? I libri: c'è chi li ama visceralmente, come ogni bibliofilo, al confine tra passione e ossessione; c'è chi li commercia, chi li ruba, chi li scrive, chi li baratta, chi li restituisce, chi li riordina, chi ne fa preziosa merce di scambio. Nel suo nuovo romanzo, L'amante di Barcellona, appena uscito per Salani, Care Santos intreccia una storia impossibile da riassumere accuratamente. Quando si giunge all'ultima pagina del romanzo, ci si chiede: bene, e adesso da dove parto a recensirlo? Sì, perché la quantità di eventi narrati è tanto stordente, quando ci si pensa alla conclusione, quanto è piacevole e scorrevole mentre si legge il romanzo. Dunque, preferisco cercare di darvi un'idea della sinossi, senza addentrarmici troppo, o non ne uscirei se non tra qualche decina di pagine. 

Il primo piano temporale si svolge nel presente: la libreria Palinuro e i suoi avventori hanno appena pianto la morte del libraio, Antoni Rogés, bibliofilo appassionato, che da tempo andava a caccia di alcuni libri dati per dispersi. Si tratta di una collezione di libri erotici settecenteschi, molto pregiati, che sono stati contraffatti nel corso dell'Ottocento, ormai diventati leggenda nel mondo dei bibliofili. Nel negozio di Regés si è ormai insediata la figlia, Virginia, e la voce narrante, sua vecchia amica, torna in visita. Ma la libreria antiquaria conserva una storia da raccontare, una storia che fin da subito appassiona la protagonista, che pensa a come potrebbe trasformare in romanzo quelle carte ritrovate. 
Ed eccoci nella seconda dimensione temporale del romanzo, quella più interessante per noi lettori: si torna nel 1807, e si incontrano i personaggi che si faranno veri e propri protagonisti. Innanzitutto, il giovanissimo genovese Filippo Brancaleone viene arruolato suo malgrado nelle truppe napoleoniche e mandato in Spagna: incapace di tenere in mano una baionetta e vero e proprio pericolo pubblico, gli viene assegnato il ruolo di suonare il tamburo, ma neanche questo gli impedisce di restare gravemente ferito. Mentre lotta tra la vita e la morte, Brancaleone viene assistito da una giovane lavandaia, Rita Neu, che si invaghisce di lui e decide di riparlarlo a casa sua, nascondendolo ogni volta che qualcuno viene a cercarlo per accusarlo di diserzione. Ma quel che aspetta i due giovanissimi amanti e poi sposi è ancora da scrivere: ci saranno lontananze e riavvicinamenti, perché il destino ha sempre in serbo colpi di scena. Quel che Brancaleone porta con sé, come un peso sul cuore, è un volume che ha sottratto durante una delle retate dell'esercito francese: si tratta di un libro osceno (uno dei famosi tredici libri citati nella lista della libreria Palinuro), Mémoires secrets d'une femme publique, che Brancaleone si riserva di riconsegnare prima o poi al legittimo proprietario. Questo, tale Guillot, autore di alcune delle lettere che sono state ritrovate nella libreria Palinuro, sta facendo di tutto per ritrovare i libri sottrattigli, ma niente è semplice. Anzi, proprio in nome di questo furto si aprono delle colossali inimicizie che sfoceranno in odi pericolosissimi, e che richiederanno di intessere sottili e rocambolesche vendette. 
Parlare oltre della trama significherebbe fare inevitabilmente spoiler di passi che invece vanno goduti con tutta la suspense propria del romanzesco. Dirò solo che si incontrano figure colorite e iconiche, da feuilletton: dalla prostituta di buon cuore alla povera vergine sacrificale; dal violento e sadico uomo di potere, tanto viscido quanto meschino, all'uomo di valore, che riafferma la sua innocenza, a costo di trascorrere anni in carcere. Personaggi velati misteriosamente, false identità, morti improvvise e ritrovamenti degni della più sorprendente delle agnizioni fanno sì che la curiosità resti sempre accesa, per quanto l'avvicendarsi in scena di tanti nomi nuovi e di altrettanti ritorni fanno sì che non sia per niente lineare la trattazione. Di tanto in tanto si torna al presente, ma ogni volta si spera che si passi il più in fretta possibile alla Barcellona dell'Ottocento, perché parecchie storie vengono lasciate sempre in sospeso, alimentando sempre più l'attenzione. Riappariranno i libri rubati? E soprattutto Néstor Pérez de León, l'antagonista più spietato del romanzo, arriverà a pagare per i suoi tanti vizi e per gli omicidi che ha commesso senza la più piccola remora? Tutto è in vendita, per lui, addirittura può commerciare giovani servi per i più turpi obiettivi, se questo gli permette un qualunque vantaggio. 
Al contrario,  che cosa succederà ai Brancaleone? Padre e figlio, veri personaggi positivi del romanzo, non senza difetti, riescono sempre a tenere desta la curiosità e vedremo che per Ángel, figlio di Filippo, i libri saranno ora motivo di fortuna ora di sventura, ma saranno sempre influenti sulla sua sorte. 
Interessante è poi la scelta dell'autrice di intervallare alla narrazione pagine con leggi coeve agli eventi narrati, pagine biografiche tratte dal Dizionario degli Eccentrici e Egocentrici nella Barcellona che fu, in cui si tratteggiano le vite insolite di personaggi che si incontrano nella narrazione, talvolta anche solo di sguincio. A questo si aggiungono le lettere, che portano in scena un ulteriore punto di vista sulle vicende. 
Non sorprende che il romanzo sia stato avvicinato alle opere di Záfon - immaginiamo per la presenza di bibliofili e per la centralità che hanno i libri scomparsi, vero e proprio motore dell'azione - e di Falcones - sicuramente per il genere del romanzo storico, nonché per Barcellona, non solo sfondo, ma anche coprotagonista. 
Leggete L'amante di Barcellona se non vi interessa tanto lo stile, quanto una storia piena di colpi di scena e di intrighi: tenere alta la suspense per oltre seicento pagine è tutt'altro che semplice, ma Care Santos riesce, qualche volta con trovate romanzesche che fanno sperimentare per i personaggi un vasto caleidoscopio di emozioni: dall'affetto all'odio. 

GMGhioni


Visualizza questo post su Instagram

Qualche ingrediente: Barcellona, 1800, tante passioni contrastanti e soprattutto libri, libri ovunque. Nel suo nuovo romanzo, #LAmanteDiBarcellona, #CareSantos costruisce una storia che si svolge su piani temporali diversi e che ha come comun denominatore i libri, una storia intricatissima, difficile se non impossibile da riassumere, perché piena di personaggi e di colpi di scena. @gloriaghioni è rimasta curiosa dalla prima all'ultima pagina: più che per il piano temporale del presente, per la storia ambientata nell'Ottocento e per i suoi protagonisti, degni di un vero e proprio feuilletton. Troverete di tutto: il libraio antiquario che è nato dal nulla; l'antagonista che si è arricchito sulle spalle degli altri, avido di potere e completamente privo di scrupoli; una lavandaia con un grande amore e la capacità di mantenere un enorme segreto; una vittima sacrificale, che saprà alzare la testa; ladri e aguzzini; uomini a caccia di libri (in vari modi, lo vedrete). Se non vi spaventano affatto i volumi che superano le seicento pagine e privilegiate una trama intricata allo stile, sicuramente vi divertirete con "L'amante di Barcellona". Presto sul sito la recensione di @gloriaghioni! #Salani #Criticaletteraria #instalibri #instabook #Barcellona #novitàeditoriali #book #inlibreria #bookaddict #bookish

Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: