I pesci non esistono
di Lulu Miller
traduzione di Luca Fusari
add editore, 2020
pp. 216
€ 16,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
[David Starr Jordan] Somigliava sempre di più a mio padre. La vita andava affrontata, un respiro alla volta, ammettendo la propria insignificanza e trovando, nonostante tutto, la gioia. Ovunque guardassi scoprivo questo. Severi ammonimenti contro la boria, contro il pensiero magico. (p. 89)
Durante la lettura di questo libro mi sono sentito più volte coinvolto in maniera personale. La domanda ricorrente, “che
senso ha la vita?”, è infatti una di quelle questioni che tutti prima o poi si pongono e
pongono agli altri, magari a quegli adulti importanti che tutto dovrebbero
sapere sul mondo e sulle sue leggi. Ma cosa succede quando la risposta a quella
domanda così fondamentale svela l’abisso nero dell’insensatezza, di quel
nichilismo nel quale, per fare un solo nome, la mente geniale di Nietzsche è
sprofondata sul finire del XIX secolo?
Una volta ascoltata la più terribile delle
risposte – «La vita non ha senso» (p. 36) – ed eliminato dal proprio orizzonte l’entità
che più di tutte consente alla nostra vita caotica di reggersi in piedi e di
sentirsi inserita in un ambiente sano ed equilibrato, vale a dire Dio, come si
può pensare di continuare a condurre un’esistenza normale? Per una
personalità fragile e curiosa come quella della giovane Lulu Miller, l’ateismo
rischia di essere una sfida impossibile.
Ecco dunque che sorge la necessità di una guida, di una
bussola morale che orienti le proprie scelte nel mare magnum delle possibilità.
Cosa sono il bene e il male, ci si chiede, se il Grande legislatore non esiste?
Come muoversi? Come agire? Che fare?
David Starr Jordan (1851-1931), uno dei più grandi ittiologi
e tassonomisti statunitensi, primo presidente della prestigiosa Stanford
University, è la guida morale che Lulu Miller ha scelto per sé. La sua vita,
tempestata di lutti e catastrofi (un incendio prima e un terremoto poi
distruggono per ben due volte il lavoro di una vita, eppure l’uomo riesce a
rimettersi in carreggiata), sembra plasmata dalla mano di un invisibile direttore
d’orchestra che conosce alla perfezione come
reagire alle catastrofi.
Però, come tutti gli umani, anche Jordan è fallibile. Anche
Jordan non è esente dai pregiudizi della propria epoca, gli stessi che hanno portato a orrori pseudoscientifici come la frenologia e l’eugenetica. Ecco dunque che torna una domanda importante, con la quale, ancora
una volta, bisogna confrontarsi: che fare? Che fare in generale, intendo, come condurre la propria vita? Dove andare? Chi diventare? La risposta a queste domande è forse la più difficile di tutte. Eppure non si può evitare di rispondere, mai.
I pesci non esistono è
un libro complesso da descrivere. È una biografia dentro una biografia,
è un saggio, un memoir, un romanzo. Cercare di catalogarlo è non soltanto difficile, in fin dei conti anche inutile. A ben pensarci, è proprio questa la lezione che si
apprende leggendolo: che spesso le categorizzazioni sono cosa di poco conto e a volte
fanno più male che bene. È dannoso inserire alcuni tipi di esseri umani fra i
nobili e altri – guarda caso, sempre gli altri, quelli che non hanno quasi mai
diritto di replica – fra gli indegni; è dannoso provare a tutti i costi a
definire una propria identità cercando di inscatolarsi dentro un insieme di
parole ben precise, magari inventate da altri. Il senso della vita, ci dice
Lulu Miller, è la vita stessa e il percorso che si compie per arrivare al punto
finale.
Per questo I pesci non
esistono è un bellissimo libro: perché è un viaggio all’interno di una
persona che si apre al lettore, si espone, si racconta, si denuda. La sua
storia è connessa con quella di un grande genio che si è rivelato essere anche
un grande mostro, ma anche con quella di un’intera nazione fatta di luci e
ombre. È uno di quei libri che, a modo loro, fungono da lanterna nell'oscurità, e che si vorranno riprendere più volte nel corso della propria vita.
David Valentini