Sempre avanti! - motto di Eleanor Marx
Se dietro un grande uomo c’è spesso una grande donna, altrettanto spesso intorno a una grande donna ci sono degli uomini deludenti.
E le donne sono vittime della tirannia di questi uomini «come i lavoratori sono vittime della tirannia degli inoperosi».
Il discorso di Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e appena uscito nelle sale italiane, corre su due binari paralleli. Da una parte la restituzione storica e politica (accurata, ma tradita in favore dell’esprit del personaggio) e dall’altra una rappresentazione pop, ma anche un po' rock, di una Eleanor Marx molto moderna.
Eleanor detta Tussy, figlia prediletta di Karl e del suo tempo, è l’unica delle tre sorelle Marx a portare avanti le battaglie e le opinioni dell’intellettuale del Capitale, fra viaggi all’estero e un severo lavoro di curatela delle opere del padre, e a lottare attivamente per il miglioramento delle condizioni della classe operaia, soprattutto per donne e bambini.
Il successo e il prestigio che le spettano non le vengono negati e la sua voce è lasciata libera di affermarsi, limpida, anche in un contesto in cui è l’unica.
È una donna intelligente, brillante, anticonformista, realizzata nel suo lavoro, diremmo oggi, ma afflitta nel privato dall’incombere di una figura paterna iperprotettiva (e neanche così trasparente, se consideriamo che sul letto di morte sarà il fidato Engels a rivelare a Eleanor che il figlio dell’amatissima governante di casa è suo fratello) e poi da un amore profondo e irrazionale per il dottor Edward Aveling, tra i fondatori della Social League e dei primi sindacati inglesi, ma uomo debole e vizioso.
E perché (domanda che siamo spinte a farci tanto nei riguardi di Eleanor, quanto in quelli della confessione dell’ennesima amica in lacrime) una donna così decide di rimanere tanto a lungo al fianco di quello che senza ombra di dubbio esperte internazionali del più alto calibro definirebbero "un coglione"?
Uno dei tanti modi attraverso il quale si esprime l’oppressione dell’uomo sulla donna, ci dice Eleanor mentre amorevolmente bagna la fronte del compagno stremato dall'ennesima scappatella e dall'abuso di oppio, è la sudditanza psicologica e per quanti sforzi possano fare le donne per emanciparsi (e quanti ne hanno fatti, spesso con risultati straordinari, nella vita pubblica) questa forma di tirannia, nella vita privata, si esprime in maniera deflagrante anche in relazioni che tendono a essere via via sempre più libere e paritarie.
Miss Marx è un film moderno in costume, «un film sull’oggi, anche se è ambientato nell’Ottocento», dice la regista, e soprattutto un film genuinamente femminista, che guarda alla protagonista - un’eroina nel novero delle Jo March e delle Lizzie Bennet, con la sostanziale differenza che nella vita reale raramente c'è un lieto fine - dal punto di vista del suo punto debole e di una tragica via d'uscita che ce la rende, se mai ce ne fosse bisogno, ancor più cara.
E l'ottima interpretazione di Romola Garai, l'Internazionale punk e una strepitosa colonna sonora che rielabora in chiave rock alcuni celeberrimi pezzi classici curata, come già nei film precedenti, dai Gatto ciliegia contro il grande freddo, una bellissima composizione delle immagini, grazie alle scenografie di Alessandro Vannucci e Igor Gabriel e ai costumi di Massimo Cantini Parrini, come si dice? possono accompagnare solo.
Giulia Marziali