L'ultimo sacerdote
di Valeria Sara Papini
Homo Scrivens, 2019
pp. 227
€ 15,00 (cartaceo)
«La strada che porta da Paganico ad Arcidosso ha come unica protagonista l'Amiata, la Montagna Incantata che domina indiscussa. Le ultime curve, quelle che si arrampicano su un lato della montagna, sono da sempre le preferite di Anna, che apre il finestrino alla ricerca di quegli odori che avevano accompagnato la sua infanzia. Un nodo in gola le impedisce di respirare. Non è pronta a rivedere quei posti. Non è pronta a rivedere quella casa.» (p. 12)
Sono trascorsi più di otto mesi dal funerale dell'amata nonna Camilla, quando l'avvocato Anna Donati torna a Montelaterone per l'apertura del testamento afflitta da un senso di solitudine, che solo Solidea detta Pimpilla, con la bottega alimentare che ha sfamato con le sue merende "intere generazioni di ragazzini" e la parrucchiera Primetta con il suo storico salone di bellezza in Piazza del Popolo, saranno in grado di colmare, pronte ad accogliere come una nipote la loro "cittina".
Ma c'è la luna rossa e "la luna rossa... se viene d'agosto vuole i suoi morti": il paese viene sconvolto dall'assassinio di Genesio Colombini, l'ultimo sacerdote dei giurisdavidici, avvenuto nell'esatto luogo dove morì nel 1878 il Profeta dell'Amiata David Lazzeretti, fondatore della comunità religiosa che si riunisce ancora sul Monte Labbro tra la torre, l'eremo e la chiesetta.
Anna si troverà coinvolta in prima persona nella vicenda in qualità di avvocato difensore e assieme all'amico di infanzia Leonardo, ormai fotografo di fama internazionale, figlio del commissario che conduce le indagini, per risolvere gli enigmi del presente dovrà immergersi nel passato e fare luce sul mistero che avvolge i giurisdavidici, la morte del Profeta Lazzeretti e i tre oggetti da cui non si separava mai: la verga, la gemma e il sigillo.
Il viaggio nel passato insegnerà ad Anna che «il miglior modo di nascondere le cose è metterle davanti agli occhi di chi le cerca» (p. 213): la verità inaspettata a cui la condurrà sarà a lei così vicina da rivelarle il significato della misteriosa scatola di legno che la nonna Camilla le ha lasciato in eredità.
La narrazione in terza persona, attraverso capitoli brevi caratterizzati da numerosi dialoghi diretti, si muove dunque su due piani temporali: il presente, dove la protagonista si improvvisa detective lasciando al lettore le sue stesse opportunità di risolvere il mistero come ogni giallo che si rispetti e la seconda metà del XIX secolo dove sono romanzate le ultime vicende del Profeta fino alla sua morte.
Fece per andar via, quando David lo richiamò porgendogli un piccolo plico. Nella ceralacca color porpora la croce tra le due C. Cristo Duce e Cristo Giudice."David, cos'è?""E' ciò che è più prezioso della tua stessa vita. E' ciò che aprirai solo se e quando sarai pronto. In caso contrario tramanderai il nostro segreto al tuo successore che tu stesso sceglierai, a cui darai questo plico e racconterai ciò che ti ho raccontato."(p. 101)
Valeria Sara Papini, avvocatessa pisana di adozione, nata in provincia di Chieti da madre abruzzese e padre toscano, i luoghi dell'Amiata, che l'hanno "sempre resa libera nella mente e nel corpo", li porta nel cuore: nel suo libro d'esordio intreccia egregiamente storia e invenzione, passato e presente, mistero esoterico dalle atmosfere danbrowniane e ironia toscana.
Ed è proprio lo scrittore pisano Marco Malvaldi, che di gialli toscaneggianti è uno dei maestri indiscussi, a firmare l'introduzione di questo noir contemporaneo dal sapore storico, affermando che
la storia che ci narra è una storia che davvero potrebbe inserirsi, un giorno, nei racconti degli anziani e nelle tradizioni orali dei cantastorie, quelli che un tempo giravano le piazze con la ghironda e oggi ti fanno la messa in piega con il phon. È più che vera: è verosimile. (p. 8)
Verosimili sono la storia e i personaggi, vero il giurisdavidismo: prima di leggere L'ultimo sacerdote non conoscevo questo movimento religioso ed è con stupore che ho appreso che è esistito veramente e ha avuto origine proprio nella mia toscana.
L'ultimo sacerdote è una finestra sui mondi sommersi delle religioni minori, sul radicamento del culto nelle piccole comunità, sulla sacralità del Monte: l'Amiata e il Monte Labbro sono gli altri protagonisti indiscussi del romanzo, spettatori onniscienti delle vicende passate e presenti, rappresentativi del binomio dalle antichissime origini montagna e religione.
Il finale lascia aperte le porte per un sequel delle avventure dell'avvocatessa Donati che potrebbe condurci in qualche altro angolo di storia inesplorato, magari che è sempre stato lì, davanti ai nostri occhi.
Elisa Pardi