di Gaja Pellegrini-Bettoli
Castelvecchi, 2020
pp. 96
€ 12,82 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
Siamo a pochi giorni dal confronto Trump - Biden in tv, uno dei peggiori della storia, a quanto pare, per contenuti e offese, e a poche settimane dalle elezioni americane, previste per il 3 novembre. Chi sarà il vincitore non è così semplice da prevedere, come dimostrano le ultime elezioni, che davano per favorita la Clinton e hanno visto trionfare Trump. Ma soprattutto non è sempre facile capire le dinamiche del voto americano, sistema molto diverso dal nostro. A cercare di spiegarci il sistema elettorale a stelle e strisce, arriva, con una nuova pubblicazione, la giornalista italo-americana Gaja Pellegrini-Bettoli. Esperta di Esteri, ha seguito da freelance molti dei fronti più caldi degli ultimi anni, come ha raccontato nel suo Generazione senza padri, uscito sempre per Castelvecchi l’anno scorso. Ora ci propone il dietro le quinte delle elezioni americane, intervistando personaggi interessanti e provando a spiegarci in che modo gli americani eserciteranno il loro diritto al voto, anche in tempo di Covid.
Sapete, ad esempio, che gli ideatori della Carta Costituzionale si ispirarono a Montesquieu e dettarono tre requisiti fondamentali che il Presidente degli Usa deve avere? Inoltre deve aver compiuto 35 anni, essere nato negli Stati Uniti e deve averci vissuto per almeno 14 anni. I primi otto presidenti non avevano però questi requisiti “tecnicamente”, perché, essendo nati prima del 1776, gli Stati Uniti ancora non esistevano. Ma non finisce qui: i poteri del Presidente, che oltre a capo di stato e del governo è comandante in capo delle forze armate, sono elencati nell’articolo II della Costituzione, tuttavia i suoi poteri possono essere conferiti o limitati da specifici atti del Congresso. Inoltre i cittadini americani prendono molto seriamente il loro diritto di esprimere una preferenza e ogni dinamica politica del loro paese, arrivando a scrivere direttamente ai deputati per lamentarsi e ricevendo sempre una risposta!
In un Paese dove la parola “libertà” è al centro dell’intero modo di vivere è difficile dall’esterno capire come sia possibile che al contempo esistano dei paradossi in apparenza inconciliabili con il termine. Alcuni di questi paradossi sono, secondo gli storici, ricollegabili alla Costituzione stessa che, con l’evolversi della società, regola una realtà cambiata. (p. 67)
Tra gli intervistati abbiamo il democratico Tucker, professore universitario, diversi giornalisti, alcuni collaboratori e figure chiave dell’entourage dei vari presidenti. C’è anche il Repubblicano per eccellenza, Grover Norquist, che a proposito delle prossime elezioni, spiega come Biden voglia tassare la classe media, visto che proclama un aumento delle tasse che si può raggiungere solo in questo caso. Assicura inoltre che è assolutamente impossibile che possa esserci una posticipazione delle elezioni, ma si preoccupa dei tanti brogli elettorali che il voto via posta potrebbe agevolare. Del candidato democratico Biden, Norquist dice che le sue posizioni sono troppo a sinistra e questo potrebbe danneggiarlo. Attualmente il Senato è nelle mani dei Repubblicani e visto che è da qui che si approva la nomina dei giudici è ovvio che chi lo comandi possa nominare chi vuole alla Corte Suprema. Insomma, dal suo punto di vista, Trump avrebbe la vittoria in tasca.
Il Presidente in carica ha ovviamente un vantaggio, anche dal punto di vista dello spazio concesso ai suoi dibattiti, e nella storia americana il motivo per una non rielezione sembra essere solo quello economico. Ma in ogni caso non dobbiamo dimenticare una cosa, che la giornalista sottolinea fin dall’inizio, il senso d’appartenenza degli americani:
Se ora assistiamo a una estrema polarizzazione della politica tra i due partiti principali, la figura del Presidente rimane per molti americani un simbolo di riferimento.
Non esiste “un’America” ne esistono diverse: ma a predominare resta un senso di comune appartenenza. (p. 83)
Samantha Viva