Lucrezia è una versione paradossale di me. È ovvio che pesca in quella che è stata la mia vita, ma rispetto a me è estrema. Io vivo immessa in tutta una serie di regole sociali e le i non ha molti freni, per cui si lascia andare molto di più. Di me c'è la mia esperienza, però non sono lei. Diciamo che tra noi due è la persona che mando avanti al posto mio (intervista a Silvia Ziche).
Il più grande pregio di Lucrezia, a parer mio, è quello di riuscire a dare voce a tutte le donne, e in particolare a regalare loro una voce irriverente e mai banale: ogni donna single o alle prese con un fidanzato, un marito, un compagno si potrà riconoscere nelle disavventure di Lucrezia, e questo perché i suoi timori, le sue speranze e le sue aspirazioni assomigliano molto a quelle che guidano noi tutte.
Raccontare Lucrezia è impossibile, ma il modo migliore per apprezzarla e celebrarla è leggere Lucrezia - tutta, o quasi: attraverso le vignette e i disegni mai banali di Silvia Ziche potrete conoscere (o riconoscere) tutta la genialità di questa goffa trentenne determinata e moderna, ma anche fragile e bisognosa di attenzioni.
È proprio questa la magia di Lucrezia: non si può fare a meno di voler bene a questa donna così dolcemente complicata come sono tutte le donne.
Come ha scritto Laura Campiglio nella prefazione al volume:
Ci hanno detto che se non impari ad amare te stessa, nessuno lo farà. Ma non è vero, e Lucrezia ne è la prova: lei non sempre si vuole bene, certamente si sottovaluta, spesso si butta giù. Ma ciò nonostante (o forse proprio per questo?) noi la amiamo. Tantissimo.
Ilaria Pocaforza
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