Il falco
di Sveva Casati Modigliani
Sperling & Kupfer, 2020
pp. 512
€19,90 (cartaceo)
€10,90 (ebook)
Il falco, il nuovo libro di Sveva Casati Modigliani, edito da Sperling & Kupfer, da pochi giorni in Libreria, non lascerà sicuramente dispiaciuti gli amanti del genere, che, al contrario, potranno godere di una serie di piccole novità elegantemente piccanti. Nell’anno del distanziamento sociale, Il falco affronta in modo trasversale l’intera carrellata dei legami sentimentali. Il perno lungo il quale ruota la narrazione è la storia d’amore tra Giulietta e Rocco, che, bruscamente interrottasi in gioventù, si presenta di nuovo all’indomani della terza età; inutile dirlo, li vedrà appassionati come ventenni. L’intreccio narrativo ben assestato è, pertanto, la vera perla di questo libro, che presenta non poche riflessioni sulla pre-determinazione della vita, su quel disegno divino chiamato destino, che forse esiste per ciascuno di noi.
I due protagonisti occupano lo stesso piano, nonostante Giulietta sia una tranquilla nonna di sessant’anni, che ama mantenersi in forma andando in palestra, mentre Rocco sia diventato negli anni uno dei dieci uomini più ricchi del mondo, a capo di una società leader nel settore dell’ottica. «Il libro», ha dichiarato l’autrice, durante un l'incontro virtuale a cui abbiamo partecipato, in conformità alle normative sul «“carognavirus”, è stato scritto in poco più di due mesi, nonostante la gestazione sia durata qualche anno». La trama sembra ispirarsi sia alle vicende di un noto imprenditore italiano, sia a bestseller degli ultimi anni. A questo aggiungiamo una costante presenza della cioccolata, lunghi viaggi in elicottero, effervescenti momenti dei ricordi, flussi di coscienza che si susseguono come le bollicine di noti vini italiani.
E, forse, proprio quest’ultimo dettaglio è in definitiva il nucleo focale dell’intera vicenda, che seppur aprendo spiragli a legami amorosi nati con donne francesi o irlandesi, resta una storia che pulsa di “italianità”. Una verace connotazione, che parte dal sud Italia, per arrivare al nord, portando con sé tutti gli annessi e connessi di una cultura fortemente legata alla fede cattolica, alle usanze sul matrimonio, alla famiglia e i figli.
La famiglia è importante, è la base della società - dice Sveva - se una famiglia va a catafascio, va a catafascio la vita di tutti. Rocco passa la vita nel tentativo di crearne una, nonostante i matrimoni sbagliati.
Tradizioni e modi di pensare che potrebbero non vedere tutti d’accordo, soprattutto il movimento femminista per la liberazione dei diritti della donna in materia di aborto potrebbe avere qualcosa da ridire su alcuni passi del libro. Tuttavia, ogni pensiero e azione si incastra sui binari di un disegno più alto, dove ogni gesto si giustifica un centinaio di pagine più avanti nella storia, così da far cadere ogni conflitto o motivo di discussione. Amori e tradimenti si consumano a ritmo sincopato, taluni colorati in modo leggero, altri stigmatizzati e fonte di trauma. Pesi e misure diverse, che da una parte legittimano, dall’altra negano l’assoluzione e la pace dell’animo.
Giulietta è una donna cattolica, sicuramente benestante, che ha vissuto una vita coerente, lineare, senza mai ripensamenti. Non si volta indietro nemmeno quando decide di troncare con Rocco, a causa del suo comportamento sleale, poco prima del matrimonio. Determinata, sposa un marito che la lascia vedova, quando lei è ancora molto giovane. A un tratto il destino ribussa alla sua porta e ha nuovamente il volto di Rocco. Il tempo è maturo per entrambi e, in relativo breve tempo, si creano le condizioni affinché i due possano ricongiungersi. Una passione, quella di Rocco e Giulietta, che sembra voler mettere un accento rosa importante sull’amore universale, ancor più, sull’amore che non conosce età, né confini.
Sveva regala una fiamma di libertà alla terza età, quella che, in questo preciso momento storico, è stata maggiormente bistratta, messa da parte dalla pandemia globale. I giovani sessantenni descritti nel libro sono pieni di energia e di fuoco passionale, al punto da instillare la speranza in ogni giovane lettore di poter vivere l’intero arco dell’esistenza con lo stesso fermento d’emozioni. Rocco è il genere d’uomo che tutte le donne vorrebbero incontrare a un certo punto della loro vita. Quella fase in cui prevalgono la consapevolezza e una maturità tali da accettare che nessuno è nato Santo e che tutti, o quasi, hanno un trascorso piuttosto burrascoso. Lui, nella fattispecie, è un siciliano DOC, che ha concentrato la sua essenza sanguigna nell’ambizione professionale, scalando ogni vetta e traguardo. Una capacità, la sublimazione degli istinti primordiali che, per alcuni versi, gli è stata insegnata in giovane età dall’irlandese Molly, maestra di lingua inglese e di ars amandi.
Ma Rocco è un docile e mansueto cucciolo nelle mani della sua Giulietta, nonostante il polso per gli affari ed il fare distaccato con le ex mogli. «Donne che», dice Sveva Casati Modigliani, «si legavano ad un uomo che non poteva amarle, perché tra loro c’era sempre il terzo in comodo, ossia Giulietta, che Rocco non vedeva da quarant’anni, ma che non aveva mai smesso di amare».
Lei, Giulietta, si atteggia, di contro, a sostenuta acida per buona parte del libro, mascherando le vampe di un sentimento che non si è mai spento, complice l’esposizione mediatica dell’imprenditore, costantemente protagonista delle pagine dei giornali. «La storia ha un suo compimento», aggiunge Sveva «nel momento in cui i due si ritrovano. Non è un amore senile, bensì il sentimento di due persone che si amano da quarant’anni».
Se esistono uomini come Rocco, se il destino possa davvero rimettere a posto ogni situazione, anche a distanza di molti anni, questo non ci è dato conoscere; ciò che tuttavia possiamo affermare con certezza è che l’amore in questo libro trionfa, al di là di ogni logica razionale e al di là di ogni tempistica. In mezzo a tutto questo, non mancano alcuni spunti di analisi sulle disparità tra classi sociali, vedasi il dialogo tra Giulietta e l’annoiata figlia Stella, che si lamenta della solita “routine” della vacanza al mare. La vita di Rocco, inoltre, è un’intera descrizione dell’epopea dell’uomo che si è fatto da sé. La rosa bianca che spunta nel mazzo rosso, quella ha umili origini, ma conserva una purezza d’intenti, che lo porta in età adulta a desiderare di usare i propri mezzi economici a beneficio della collettività. Non è tuttavia un mondo del tutto ideale o, se vogliamo, idealizzato, quello de Il falco. Ogni azione ha conseguenze, alcune delle quali piuttosto severe. L’amore è la lente che filtra ogni disperazione, che ripulisce ogni animo, e che, in definitiva, assolve tutti.
Per chi si domandasse a chi è ispirato il personaggio di Giulietta, come abbiamo fatto noi durante l'incontro online, l’autrice Bice Cairati, in arte Sveva, conferma di non essersi ispirata a sé stessa, se non per il carattere; in questo, ammette di essere “un po’ Giulietta” e di aver utilizzato luoghi della sua quotidianità, per dettagliare alcuni spazi descritti nel libro, la casa della protagonista, ad esempio.
«Rocco», confessa Casati Modigliani, «è ispirato a un personaggio vero, di cui tuttavia non si conosce nulla, poiché la sua privacy è tenuta distante dai riflettori. Motivo per cui, mi sono divertita a inventare e romanzare la sua personalità. E, così facendo, il personaggio mi ha intrigata, piacendomi molto. Rocco è un uomo dolce (solo) con la sua Giulietta, che ha capito come si fa management, perché se tu rispetti e tratti bene chi lavora per te, queste persone ti danno il doppio. E lui in questo senso è un uomo molto avveduto. È unico al mondo. Riconoscente al suo Paese, per ciò che gli ha dato, desidera in qualche modo restituire il favore. Vedendo i disagi del sistema ospedaliero, decide di creare una cittadella della salute, a spese sue, mantenendola anche dopo la morte con un suo lascito. In questo senso, credo che Rocco sia una grande persona».
Elena Arzani
@arzanicurates