di Gad Lerner
Feltrinelli, 2017
pp. 176
€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Audiolibro di Concetta: una storia operaia, letto da Gad Lerner |
Tre anni dopo quel 27 giugno 2017, quando Concetta Candido, ex addetta alle pulizie in attesa da mesi del sussidio di disoccupazione che le spettava, si diede fuoco alla sede INPS di Settimo Torinese come atto estremo di disperazione e insieme di protesta, ho ascoltato l’audiolibro in cui la voce di Gad Lerner stesso dà vita alla sua inchiesta, condotta con lo scopo non solo di scoprire la persona che si celava dietro il fatto di cronaca, ma anche di tentare di fare un bilancio, di trovare un frammento di incontrovertibile verità nella giungla di instabile burocrazia che è la previdenza sociale italiana. E tre anni dopo, mi sono chiesta che ne sarebbe stato della storia di Concetta se non ci fosse stato questo libro: una storia operaia che si sarebbe persa tra le tante altre, tra i milioni di vite precarie che si tende a rimuovere, proprio perché numerose, complicate, multiformi. Un paradosso che l’Italia non è pronta ad accettare.
Eppure il gesto di Concetta, che le costò ustioni sul 24% del corpo e mesi di difficile riabilitazione, non voleva essere un suicidio, un gesto di disperazione fine a sé stesso. Voleva essere un gesto esemplare, che desse voce a quella categoria di lavoratori che Gad Lerner definisce “retrocessi”: lavoratori la cui precarietà dell’impiego inficia anche la qualità della vita. Ed è proprio la vita di Concetta quella che dà corpo e anima all’inchiesta di Lerner: la sua storia familiare, il suo rapporto con il fratello, con gli anziani genitori, con il suo compagno. Ma anche la sfera virtuale di Facebook in cui Concetta, come tanti altri, sfogava le sue frustrazioni, cercava supporto, senza mai riuscire a sfondare la barriera dell’orgoglio che le avrebbe concesso di chiedere aiuto nella difficile contingenza in cui si trovava: un licenziamento avvenuto dopo dieci anni di lavoro, e un piccolo intoppo burocratico che le costò sei mesi di enormi difficoltà economiche, in attesa di un sussidio che le spettava e che non le arrivava.
Non c’è mai un modo solo di vivere una storia, né di raccontarla: eppure l’inchiesta di Gad Lerner non tralascia niente, nel suo tentativo di mettere insieme una storia coerente, univoca, una narrazione che non sia di parte, come invece erano necessariamente i resoconti che affollavano le prime pagine dei giornali di quel giugno di tre anni fa. Implacabile, il giornalista si è recato al pub dove Concetta lavorava, ha intervistato il suo datore di lavoro, ha visto la casa dove Concetta abitava e ovviamente è andato in ospedale a trovarla. Ed è lì che ha appreso i motivi del gesto della donna, nonché la forza che la muoveva da dentro. Ogni storia ha una profondità, e le milioni di storie operaie del paese, storie difficili e spesso ingiuste, non possono essere accantonate come un problema irrisolvibile, né accomunate le une alle altre. Se la cronaca dell’epoca ha trattato il caso di Concetta per non più di un paio di giorni, e le comunicazioni ufficiali hanno fatto ben poco per riconoscere le ragioni profonde dietro il gesto della donna, declassandolo piuttosto a un gesto inconsiderato, l’inchiesta di Gad Lerner invece cerca di arrivare a un livello più profondo, più particolareggiato. Per questo il suo libro non può essere considerato un instant book, ma va ripreso anche ora che Concetta è di nuovo scivolata in quella grande folla che è il proletariato urbano odierno. Una folla troppo spesso considerata opaca, ma che, per qualche ora, ha avuto un volto e un nome. Cerchiamo di non dimenticarli.
Marta Olivi
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