Hybrids.
Pensi davvero di essere umano?
di Tanis Helliwell
traduzione di Mariavittoria Spina
Edizioni Spazio Interiore, 2020
pp. 184
€ 16,00 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
«Spesso non mi sento al mio posto. Sono ipersensibile alla violenza. Sono profondamente impegnato per aiutare la Terra. Mi definirei un pensatore indipendente. Seguo la mia guida interiore riguardo a ciò che è giusto, anche se è fuori dalla norma». Dite la verità: vi riconoscete almeno un po’ in questo identikit? Pensateci bene, perché in caso di risposta affermativa sappiate che potreste scoprire di essere nientepopodimenoche un ibrido in piena regola. E non un ibrido a caso, s’intende, bensì uno tra i ventidue tipi individuati da Tanis Helliwell negli ultimi trent’anni dedicati allo studio dell’argomento. Questa psicoterapeuta con base in Canada, che ama definire se stessa “una mistica del mondo moderno” e che, oltre a diverse pubblicazioni, vanta esperienze di insegnamento seminariale in tutta Europa, si è difatti convinta della natura ibrida di alcuni tra gli esseri umani proprio grazie alla risposta terapeutica – ma meglio sarebbe dire alla non risposta – di alcuni suoi pazienti, i quali non sembravano trarre giovamento alcuno dagli approcci statisticamente più efficaci. Persuasa dell’esistenza di categorie ulteriori oltre a quelle specificamente e totalmente antropiche, Helliwell ha esplorato in lungo e in largo la sua tesi cercandone conferme o confutazioni sia attraverso i libri sia attraverso la sua pratica lavorativa, giungendo alla conclusione che l’ibridazione sia non solo possibile ma verificabile: in Hybrids. Pensi davvero di essere umano?, il suo primo libro disponibile in italiano pubblicato da Edizioni Spazio Interiore, spiega perché.
Per tutti coloro che stanno già storcendo il naso e inarcando il sopracciglio in preda al tic del più classico scetticismo vale la pena riportare subito le parole con cui l’autrice apre la sua Introduzione: «questo è un libro controverso. Per alcuni sarà fonte di confusione, qualcuno le reputerà offensivo, mentre altri troveranno in esso delle conferme» (p. 9). Perché è ovvio: non si tratta certo di un saggio o di un resoconto basato su un’evidenza che si possa definire in qualche modo misurabile in senso scientifico. Si tratta, piuttosto, di un testo che mette in ordine un sistema di credenze millenarie sulla base della convinzione che le energie degli elementi, del mondo naturale in senso lato e di altre entità genericamente spirituali si siano fuse in un progressivo sistema di passaggi con quelle di determinate creature umane, per dare vita - in un modo del tutto pacifico, senza eventi traumatici o violenti - a esempi individuali meravigliosamente complessi: «gli ibridi a cui mi riferisco sono sul nostro pianeta da eoni» scrive l’autrice «e hanno l’approvazione dei grandi esseri spirituali che supervisionano il destino della Terra» (p. 11).
Un libro per chi ci crede, dunque? Beh, in un certo senso si. Ma anche: perché no? Tanto più che per leggerlo e comprenderlo non è necessario imparare un lessico criptico o astruso (tutt’al più un minimo di onomastica) e nemmeno predisporsi ad atmosfere vagamente astratte o esoteriche. Così, se è vero che lo scopo è quello di descrivere una casistica, l’autrice suddivide la categoria degli ibridi in tre “famiglie” – Ibridi di elementali, Ibridi di cugini umani e Ibridi di esseri siderali – per poi dedicarsi a ciascun tipo con una descrizione generica, una o più testimonianze in prima persona raccolte sul campo e alcuni consigli su come vivere al meglio la propria esistenza nel caso si sentisse una particolare affinità con il caso appena descritto. L’elenco, come già si accennava, è lungo (ma non definitivo: gli ibridi sarebbero molti più di ventidue!), e in base a determinate caratteristiche fisiche, caratteriali e comportamentali si potrebbe scoprire (ma anche no) di conoscere o di essere un esempio di (nell’ordine): Leprecauno, Brownie, Pixie, Troll, Goblin, Deva degli alberi, Elfo Reale, Elfo Silvano, Terrestre Interno, Gigante, Sirenide, Elkie, Delfino, Balena, Angelo, Horus, Anunnaki, Centauro, Drago, Pan, Ape, El. Non resta che leggere e, nel caso in cui si volesse saperne di più, sfruttare la bibliografia posta in coda e... rispondere all’apposito test conclusivo (Che tipo di ibrido sono?), accettando di rispondere con la stessa cieca fede o la stessa noncuranza con cui capita di leggere un oroscopo o ci si sottopone a un quiz da rivista.
Libro affascinante e intenzionalmente non definitivo, quello di Tanis Helliwell è un contributo che si legge al meglio abbassando le soglie della propria razionalità e incredulità, con lo stesso beneficio del dubbio che si concede a una prosa di pura invenzione. Non perché quanto vi si trova scritto sia risultato di semplice fantasticheria, quanto perché la sua intera architettura si regge sull’accettazione di un’ipotesi, di un’eventualità. Già il retro di copertina, del resto, parla chiaro:
«penso che il tempo sia maturo per introdurre la possibilità che non tutti gli umani siano completamente umani», annuncia l’autrice con parole tratte dalla sua Introduzione: «dico “possibilità” perché voglio che siate voi a stabilire per conto vostro quale sia la verità. Forse anche voi scoprirete di essere un ibrido. Accettare questa possibilità ci porta a una comprensione più profonda delle nostre differenze e dei doni che ciascuno di noi può offrire al mondo».
Dopotutto, a pensarci bene, si tratta semplicemente di riconoscere l’esistenza attiva di intelligenze non umane, come già ampiamente testimoniato da miti, religioni e tradizioni da sempre esistenti sul pianeta terra, e con variazioni dovute al variare di ogni epoca, cultura e società. Ad ogni modo, se anche così non fosse, il lavoro di Tanis Helliwell avrebbe offerto una via originale all'interpretazione delle molteplici personalità degli esseri umani: un prospetto in cui riconoscersi o non riconoscersi, e comunque un invito ulteriore all'accettazione della grande diversità di attitudini e caratteri esistenti.
Cecilia Mariani
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