a cura di Scuola Holden – Alessandro Mari e Ginevra Azzari
Milano, Feltrinelli, 2020
€ 15,20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Cantare d’una stagione può essere ardua impresa, specie se si decide di dedicarsi ad un appuntamento a puntate, con una collana che si prende l’onere di rispettare un’uscita cadenzata. Abbiamo già parlato di Playlist Summer, fortunata e deliziosa raccolta di racconti che ha accompagnato un’estate italiana decisamente atipica, e ci troviamo ora tra le mani la terza uscita, dedicata all’autunno. E mentre le copie del volume estivo giacevano su balconi assolati o facevano bella mostra di sé sulla sabbia ardente di qualche spiaggia italiana e le foglie cadenti sembravano ancora un pensiero lontano, alla Scuola Holden ci si immaginava già uno scenario da tazza di tè e coperta calda:
«Senza scendere nei dettagli, limitiamoci al fatto che la filiera editoriale ha un suo fascino lento, e alcuni effetti collaterali. Uno dei quali ci riguarda: affinché possiate leggere quest’introduzione nell’autunno duemilaventi, tocca scriverla in anticipo di qualche mese. A luglio, per la precisione.»
Il nostro autore non dimentica di raccontarci le peculiarità di tale situazione decisamente particolare:
«Di solito non è così alienante scrivere l’introduzione a qualcosa che verrà letto di lì a poco, anzi c’è persino una forma di ginnico godimento nell’esibirsi in un salto in avanti quasi fantascientifico: ci si rivolge a qualcuno senza averlo di fronte e lo si fa in un giorno imprecisato del futuro prossimo. Si tratta di un atto di telepatia con sfasatura temporale annessa che, nella pratica, si affronta con la serietà giocosa del gioco: facciamo che. Facciamo che è autunno. E il modo più naturale per giocare, di solito, è riandare agli autunni passati e, dall’esperienza, azzardare un’ipotesi verosimile del paesaggio che verrà. Ma quest’anno giocare non è affatto facile né naturale.»
Uno sprazzo di presente in un volume che sembra aprire la porta ad un mondo, anzi a più mondi, paralleli, a volte incantati, a volte meno; racconti diversi, voci diverse, talvolta inedite, come nel caso del racconto Traversata, di Richard Ford, per la prima volta tradotto in italiano, utili ad accompagnare il succedersi di una stagione che, come ci dice il nostro autore, si può definire «a visibilità limitata».
Sarebbe tuttavia limitante – e decisamente impreciso – definire questi volumi come una serie di raccolte di racconti a tema:
«Playlist è il tentativo di riconoscere, certamente magnificate dalla lente di una stagione, le testimonianze della felicità e del dolore umani, della bellezza che dà vertigine e fascinazione, dei territori emotivi in cui ci avventuriamo. Testimonianze che, allargandosi oltre la cornice di una stagione, scapriolano nella dimensione senza tempo che appartiene alle verità umane.»
Margaret Atwood, Gianni Celati, Ernest Hemingway, José Saramago, Richard Ford e tanti altri, dodici racconti per una stagione.
Il format del volume è esattamente quello che abbiamo descritto per Playlist Summer, tuttavia i vari elementi vengono naturalmente adattati al periodo oggetto dell’opera, l’autunno, appunto. Coperte, foglie che cadono, asfalto umido e stivali antipioggia: le foto che costellano il libro sono ancora una volta una chicca imperdibile, poiché in esse un occhio attento ha saputo catturare non solo le immagini più tipiche, ma lo spirito stesso della stagione.
L’effetto che ne se ricava è quello di una particolare sospensione temporale, in cui i vari racconti si susseguono uno dopo l’altro, andando a formare un composito e colorato mosaico. Ancora una volta meritano una menzione speciale gli intermezzi, le parti di raccordo che fungono da commento ai singoli brani, nonché da introduzione generale all’intero libro. La profondità, la bella scrittura di questi pezzi, dà all’opera una sua speciale fisionomia, differente dalle altre raccolte. Esprime, infatti, una volontarietà, una comunanza d’intenti precisi e una toccante sensibilità, i quali riescono ad aprire e chiudere il libro con un tocco unico.
«Primavera, estate, autunno: tre volumi fanno una prova. Di quale colpa? Quella di perseverare nell’illusione che le storie, soprattutto quando c’è nebbia ed è difficile spingere lo sguardo fino a dopodomani, ti fanno sentire comunque presente, perlomeno a te stesso, più consapevole di speranze, paure, soglie da attraversare. Certo è un perseverare piccolo, in confronto a tanti altri, ma è il nostro perseverare.»
Un libro solo apparentemente frammentato, che trattiene in sé la magia delle parole, per raccontare una stagione, un’immagine, l’impressione d’un istante.