di Michelle Paver
Neri Pozza, 2020
Traduzione di Francesca Cosi e Alessandra Repossi
pp. 320
€ 18,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ho anche inspiegabilmente percepito una profonda riluttanza a passare vicino al pozzo. Provavo la stessa cosa da bambino ed evitavo di sbirciarvi dentro perché avevo paura di cogliere il mio riflesso nell'acqua. Per lo stesso motivo facevo di tutto per evitare di intravedermi negli specchi, soprattutto di notte, anche se la ragione non era esattamente la stessa. Nel caso degli specchi avevo la classica paura infantile di poter scorgere un mostro alle mie spalle.Nel caso del pozzo, invece, temevo che qualcosa spuntasse dalle acque nere e sporche e mi trascinasse giù. (p. 182)
È il 1966 quando una vecchia storia riemerge dai fanghi della palude. Il giornalista Patrick Ribbon, scavando e indagando, ha riesumato l'orrendo omicidio che si è consumato a Wakenhyrst, Suffolk, nel 1913 quando il rispettabile e integerrimo storico Edmund Stearne ha trafitto con un punteruolo per il ghiaccio l'occhio dell'aiuto giardiniere della tenuta, uccidendolo. L'unica rimasta ancora in vita che ricorda la vicenda è Maude, la figlia di Edmund, che all'epoca dei fatti aveva appena sedici anni. Il padre, rinchiuso poi fino alla morte in un manicomio, non ha mai smesso di dipingere demoni beffardi e osceni: quelle pitture che sembravano essere solo una degenerazione e un'ossessione della sua follia, sono determinanti per capire cos'è successo nel 1913. Perché la palude che circonda la tenuta di Wake's End non è solo rifugio per animali striscianti e uccelli canterini: intrappola nel fango vecchi orrori che sono pronti a uscire e a sconvolgere la mente anche del più retto e rigoroso dei signorotti.
I demoni di Wakenhyrst di Michelle Paver rientra appieno nella categoria del romanzo gotico: per ambientazione –
la tenuta di Wake's End, antica e dallo spettrale contorno della palude –, per argomento
– l'orrorifico in parte sovrannaturale generato dal ritrovamento di una lasciva Apocalisse dipinta che risveglia i peggiori timori nella mente di un protestante quadrato come Edmund Stearne – e per impostazione: la quasi totalità del romanzo è il racconto di Maude della catena di eventi che portarono all'omicidio, con consistenti interpolazioni di brani di diario di Edmund Stearne con una struttura che ricorda quella del Dracula di Bram Stoker.
– l'orrorifico in parte sovrannaturale generato dal ritrovamento di una lasciva Apocalisse dipinta che risveglia i peggiori timori nella mente di un protestante quadrato come Edmund Stearne – e per impostazione: la quasi totalità del romanzo è il racconto di Maude della catena di eventi che portarono all'omicidio, con consistenti interpolazioni di brani di diario di Edmund Stearne con una struttura che ricorda quella del Dracula di Bram Stoker.
Essendo però un romanzo gotico, ma di epoca contemporanea, non si accontenta di restare in superficie e trattare del sovrannaturale e dell'orrore che le minacce demoniache possono suscitare nella mente degli uomini, ma indaga principalmente su due tematiche: la superstizione e la condizione e il rapporto tra donne in epoca edoardiana.
Nel paese di Wakenhyrts il rigido protestantesimo convive fianco a fianco con le credenze e le superstizioni generando quindi una versione della religione molto locale in cui i lunghi sermoni coesistono con il sale messo davanti a porte e finestre per scacciare il Maligno e dove piante come il sigillo di Salomone sono considerate salvifiche. Tutte credenze che sono naturalmente fiorite intorno a un ambiente così suggestivo come quello della palude. Pur luogo di indubbia biodiversità tanto da diventare, all'epoca della narrazione dei fatti nel presente, bene del National Trust, non ha mai goduto di buona reputazione tra i paesani sia per motivi concreti – come la diffusione della malaria – sia per la morte e la putrefazione che infestano il luogo. Animali repellenti come le anguille e figure poco raccomandabili come quella dell'ubriacone Jubal sono un deterrente per gli uomini e le donne di fede granitica, ma sono anche irresistibile calamita per la giovane Maude che ama tutto ciò che c'è nella palude, che impara gli incantesimi che se ne possono trarre e che è pronta a difenderla quando la pazzia e la monomania religiosa del padre si spinge a desiderare di distruggerla.
Ma se questa magia casereccia e poco funzionale lascerà spazio e orrori ben più concreti e umani di diavoli osceni, è la posizione e la relazione tra le donne di questa storia a giocare il ruolo principale. Perché I demoni di Wakenhyrst è un romanzo ricchissimo di figure femminili. C'è la madre di Maude, di origine belga, che verrà sfibrata e consumata fino alla morte dalle continue gravidanze che Edmund, in virtù della riproduzione voluta da Dio, non le risparmierà arrivando a decidere di lasciarla morire durante l'ennesimo aborto. C'è Ivy, servetta grezza ma conturbante, che non esiterà a usare le armi che la natura le ha concesso per ottenere tutti i vantaggi possibili dal padrone di Wake's End. La figlia del vicario, la signorina Broadstairs, zitella e ben consapevole del ruolo che una donna che non è riuscita a farsi una famiglia, come lei, deve occupare: quello di servire e onorare i maschi. E, infine, Maude, una giovane che ha dalla sua curiosità, acume, purtroppo non corredate da un aspetto piacente. Desiderosa fino allo spasimo dell'approvazione paterna, a lungo non vedrà Edmund per quello che è veramente: un uomo che disprezza le donne, tutte senza esclusione, che le giudica solo come individui deboli, adatti a soddisfare i bisogni dell'uomo. Nemmeno Alice Pyett, la mistica medievale di cui Edmund si occupa nei suoi studi, è esente dal giudizio: in quanto donna è solo più incline a essere corrotta e riempita da esseri demoniaci.
Non che sia una convinzione solo sua. Il dottor Grayson, nel momento in cui Maude inizia a manifestare preoccupazione per le stranezze del padre, la accusa di leggere troppo e di essere sulla buona strada per la nevrastenia, curabile solo con il riposo forzato in un sanatorio.
Ma se dagli uomini di un certo ceto e di una certa formazione quasi siamo pronti ad accettare questo modo di vedere le cose, ci aspetteremmo solidarietà tra le donne di questa storia. Cosa che invece non avviene. Ivy sfrutta la sua posizione di amante del padrone per deridere Maude e, in seguito, per ricattarla. La signorina Bradstairs non vede al di là delle convenzioni religiose. La madre di Maude è solo grata a Edmund per averla sposata e non è disposta a nessuna azione concreta per difendere se stessa o la figlia. Sarà solo nella narrazione al presente, con l'arrivo della dottoressa Hunter, storica dell'arte alla ricerca di informazioni sull'Apocalisse di Wakenhyrst che Maude potrà finalmente avere quella comprensione amicale che ha cercato per tutta la vita.
Un romanzo dall'interessante percorso sulla nascita e lo sviluppo della follia, sulla coesistenza di vecchi miti con la religione ufficiale e sul demone che, ancora oggi, non abbiamo del tutto estirpato: quello della svalutazione e, in alcuni casi, dello sfruttamento e della violenza contro le donne.
Giulia Pretta
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