di Sarah Spinazzola
Marcos y Marcos, ottobre 2020
pp. 240
€ 12,40 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
“A scuola è come nella vita, ci vuole calma e sangue freddo.”(p. 18, ebook)
Di certo, crescere può essere un’avventura emozionante e piena di piacevoli sorprese ed è così che solitamente ricordiamo giovinezza e adolescenza quando ormai siamo cresciuti. Purtroppo o per fortuna, spesso ci rimangono impresse nella mente solo esperienze e sensazioni belle e positive dei tempi andati. Ma quanto spesso ripensiamo a come eravamo, ad esempio, quando abbiamo iniziato la scuola media? Forse eravamo già determinati e maturi, non troppo curanti delle opinioni degli altri e dei giudizi negativi. Ma sono piuttosto sicura che la maggior parte di noi si sentisse un po’ come un mostriciattolo confuso, parzialmente o totalmente brufoloso, divertito dallo svolgersi degli eventi scolastici e del gruppo classe, ma anche profondamente terrorizzato da quello che ogni singolo membro di quest’ultima potesse pensare di noi. Oliva, protagonista del nuovo romanzo di Sarah Spinazzola, Manuale di sopravvivenza alle scuole medie, e da subito empatica amica del lettore, ci riporta dritti nell’universo parallelo della scuola secondaria di primo grado (altisonante nome per indicare i primi tre anni di divertimenti e sofferenze parallele di quella bestiaccia beffarda chiamata “pubertà”).
La dodicenne Oliva, nome buffo e personalità spumeggiante, è tutto fuorché rattristata dalla fine del suo primo anno di scuola media. Mancano ormai poche ore al soave suono della campanella, che sancirà definitivamente nuova libertà e l’inizio dell’estate, nonché la possibilità di tirare un sospiro di sollievo per essere uscita indenne dai primi duecento-e-qualcosa giorni di questa nuova realtà scolastica, piena di insidie e problematici misteri. La scuola media Pelluccelli, infatti, sembra celare più trappole di un girone dell’Inferno dantesco e Oliva ha passato l’intero anno scolastico a cercare di destreggiarvisi al meglio, a cominciare dai compagni: dall’odiosa e snob Shirley, con la sua gang di schiavette, “le influencer del bagno”, data la loro dedizione nel mantenere un perfetto aspetto da dive dei corridoi, ad Anastasio “Frollo” Frollino, alto e dai capelli alla moda, per cui Oliva ha una cotta segreta. C’è poi Cipolla, esilarante e chiacchierone compagno di banco di Oliva. Naturalmente il suo vero nome è un altro, Giorgio, ma, tra sé e sé, Oliva lo giudica un soprannome appropriato, in base allo spiacevole odorino che il ragazzino emana dall’inizio dell’anno scolastico. Si passa poi ai professori, chi bravissimo, chi severo, chi soporifero, e all’impacciato e gentilissimo bidello Osvaldo. Come se non bastasse, l’interfacciarsi con questa miriade di cambiamenti e nuovi input carica la nostra protagonista di un notevole bagaglio di insicurezze, che, devo ammettere, non sono certa svaniscano del tutto neanche quando si termina la scuola media: “E se quello che voglio dire fosse sbagliato? E se gli altri mi giudicheranno male? O peggio ancora rideranno di me e poi nessuno vorrà più parlarmi, starmi vicino, volermi bene eccetera eccetera eccetera?” (p. 10, ebook). Uno strano e primitivo senso di inadeguatezza attanaglia Oliva, che, incredula, vista la serena vita scolastica che conduceva alle elementari, non riesce ancora a capacitarsi (tantomeno a barcamenarsi) della complicatezza di questa nuova realtà. Si ripromette perciò di scrivere un nuovo manuale di sopravvivenza, così come aveva fatto l’estate precedente, quando si era trovata davanti ad un’altra ingente sfida: partire per il centro estivo e cavarsela da sola, senza vedere per settimane mamma, papà, il pestifero gatto Cucciolo o gli amici di sempre (è così, infatti, che inizia la storia di Oliva, con il primo romanzo di Sarah Spinazzola che la ritrae come protagonista, Manuale di sopravvivenza senza genitori, pubblicato sempre da Marcos y Marcos nel 2018).
Ma le sorprese non finiscono qui: nonostante possa già annusare il profumo di libertà (infelice scelta di parole, visto il compagno di banco Cipolla), Oliva, poco prima della fine dell’ultima ora, viene chiamata fuori dall’aula dalla prof Scarlatti, di educazione fisica, che la mette di fronte ad un’impavida scelta: una delle studentesse partecipanti alla recita di fine scuola, che si sarebbe tenuta nel tardo pomeriggio di quell’ultimo giorno, si è fatta male ad una caviglia e serve una sostituta. Avendo questa ragazzina la stessa taglia e altezza di Oliva, la prof Scarlatti pensa subito a lei come sostituta, per un disperato salvataggio last minute. Nonostante piuttosto che prendere parte allo spettacolo, preferirebbe nascondersi sotto a un tavolo stile “Matilda 6 mitica” in fuga dalla preside Trinciabue, lo sguardo gentile ed implorante della professoressa impedisce ad Oliva di declinare l’offerta. Inizia, quindi, quello che sarà un inaspettato, insieme drammatico e divertentissimo ultimo giorno di scuola.
“È come se il vaso che conteneva i problemi del passato si fosse rotto per terra in tanti piccolissimi pezzi, e ora ogni piccolissimo pezzo fosse un problema.”(p. 103, ebook)
Con una penna arguta e un tono spontaneo e spassoso, l’autrice riesce a far entrare il lettore nel mondo disastrato di una studentessa di prima media, in lotta con l’affinarsi di una nuova versione di sé, il giudizio, a volte brutale, dei compagni e un nuovo modo di rapportarsi allo studio, che implica più responsabilità e interessi specifici. Sarah Spinazzola spinge il lettore a mettersi nei panni di Oliva e basta davvero poco a simpatizzare con lei, con la sua fervida immaginazione e modo tipico della pre-adolescenza di enfatizzare problemi del quotidiano, dal libro mangiato dal gatto, alla prima cottarella o alla voglia di avere un migliore amico a cui confidare ansie, gioie e segreti. Istruttivo e intelligente, questo nuovo manuale di sopravvivenza è una lettura certamente ottima per i coetanei della simpatica Oliva, ma anche sorprendentemente utile e piacevole per chi dodici anni li aveva qualche tempo fa e si è dimenticato come ci si sentisse ad averne.
“Ce l’ho, io, la risposta a come si risolvono i problemi, anche quelli piccoli?No.
Ecco, l’ho detto.
E perché allora ho continuato a scrivere il manuale?
Perché se scrivo le cose diventano più chiare, e prima o poi la soluzione la trovo.”(p. 103, ebook)
Lucrezia Bivona
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