C'era una volta adesso
di Massimo Gramellini
Longanesi, 3 dicembre 2020
pp. 288
€ 16,90 (cartaceo)
€ 11,90 (ebook)
In quei giorni di contagio e disagio, il mestiere di genitore doveva essere ancora più complicato. Consisteva nel mettersi una maschera sopra la mascherina, nel sorridere senza far trapelare l'angoscia e nel tenere alto lo scudo dell'ironia per proteggere i figli dalle radiazioni della paura e da quelle non meno letali della retorica. (p. 175)
Questo libro non sarebbe mai nato un anno fa. È stata infatti l'emergenza sanitaria a ispirare questo romanzo dolce e al tempo stesso ironico, tanto commovente quanto in grado di strappare un sorriso. C'era una volta adesso è stato ideato da Massimo Gramellini insieme alla compagna, la scrittrice Simona Sparaco: come si legge nei ringraziamenti finali, «l'idea ci è venuta insieme e insieme le abbiamo dato forma, giorno dopo giorno, al punto che avremmo potuto firmarlo in coppia [...]».
L'idea vincente è quella di raccontare il periodo del primo lockdown attraverso il punto di vista ribassato di un bambino di nove anni, Mattia. O meglio, di far sì che Mattia ormai adulto, racconti di quella primavera del 2020, quando è «diventato grande da piccolo, quando un virus lo costrinse a chiudersi in casa con una persona che detestava» (p. 11). Chi? Suo padre Andrea, che tutti chiamano Andrei, proprio come il verbo al condizionale, per la sua propensione ad essere sfuggente e a lasciare la famiglia. A peggiorare le cose, c'è mamma Tania, soprannominata "T'ansia", per la sua incapacità di tenere a freno l'angoscia davanti al dilagare dell'epidemia. Fortunatamente per Mattia però c'è anche Rossana, la sorella maggiore, con cui ha un rapporto speciale, che si dipana in tutta la sua complicità nel corso del romanzo. Nonna Gemma, al piano di sopra, sembra sempre più distante, ma questo non impedisce al piccolo Mattia di trovare modi insperati per comunicare con lei. A migliorare le giornata, ci sono poi Piccipò, il gattino che è amico fidato del protagonista, e il puff "parlante" con cui Mattia si confida.
La fantasia è, fin da subito, compagna di Mattia, per cercare di evadere dalla nuova realtà a cui fa fatica ad abituarsi: perché suo padre è in soggiorno? Perché sta da loro, proprio quando lui e mamma dovevano divorziare? Meglio raccontare tutte le sere una nuova puntata della saga di Biscottone, che Mattia crea apposta per lei ogni giorno, o meglio nascondersi in camera con Piccipò e Puff, per non subire gli "attacchi" di Andrei.
La casa rischia di trasformarsi in una prigione, cosa che effettivamente è stata per tante famiglie durante il lockdown, ma la vivacità e i colpi di scena che scuotono la quotidianità, per quanto piccoli, possono sempre animare Mattia e - chissà - forse aiutarlo a scoprire qualcosa di nuovo sulla sua famiglia e in particolare sul padre, che gli è sempre stato presentato come inaffidabile e infantile. La fantasia, d'altra parte, è una qualità di famiglia che Andrei condivide con il piccolo Mattia.
Se alcune vicende sono peculiari della famiglia del protagonista, altre sono facilmente condivisibili: quanti di noi si sono ritrovati a guardare dal balcone e a fantasticare sulla vita dei dirimpettai? Quanti hanno provato a giustificare a se stessi e agli altri l'improvviso bisogno di andare a fare la spesa, solo per respirare all'aria aperta per qualche tempo? La cronaca non è fuori dal romanzo: la cronaca è pretesto da cui partire e punto fermo a cui tornare di tanto in tanto: i DPCM e i telegiornali entrano nella casa di Mattia, sconvolgono i piani e portano a chiedersi quando tutto questo finirà.
Tuttavia - ci tengo a precisarlo, in questi mesi in cui i libri ambientati nel periodo del lockdown iniziano ad affollare gli scaffali delle librerie -, C'era una volta adesso è un romanzo familiare che è godibile per la sua levità. Un punto di vista diverso da quello di Mattia non avrebbe permesso tali veloci passaggi dalla commozione al sorriso: ecco perché questo romanzo è piacevole e divertente, oltre che intenso e portatore di più riflessioni, con una velata e giocosa critica delle debolezze e dei vizi di tanti italiani. Il tutto, però, fatto con rispetto e senza mai tradire la sensibilità di nessuno. Anzi, sensibilità è proprio una parola che possiamo accostare a ogni pagina di C'era una volta adesso, un romanzo che può portare nelle nostre case in questo strano Natale un po' di speranza.
GMGhioni