Nuvolario.
Atlante delle nuvole
testi di Sarah Zambello
illustrazioni di Susy Zanella
revisione scientifica a cura del Centro Geofisico Prealpino
Nomos Edizioni, 2020
pp. 82
€ 22,90 (cartaceo)
Ah, le nuvole! C’è forse qualcuno che non abbia mai perso la cognizione del tempo e dello spazio perché troppo assorto a contemplarle e a interrogarsi circa la loro natura, o magari perché immerso in qualche fantasticheria stimolata proprio dall’insieme di mistero, mutevolezza e movimento incessante che le caratterizza? Mai domanda fu più retorica: da sempre l’uomo ama guardare al cielo e al molteplice candore che lo popola e lo attraversa, con quel senso struggente di perdizione e di vaghezza suscitato allo stesso modo dagli astri più prossimi e visibili come anche da tutte le altre stelle. Quanta arte le ha celebrate, e quanti capolavori letterari, visivi, audiovisivi e musicali sono legati al successo della loro descrizione, parafrasi, resa realistica o simbolica! E quanti studiosi e meteorologi, d’altra parte, se ne sono occupati e ancora se ne occupano, nel tentativo di studiare il fenomeno naturale e atmosferico deputato (anche e sopratutto, ma non esclusivamente) al verificarsi o meno di precipitazioni sottoforma di pioggia, grandine o neve. Perché le nuvole sono, sì, una fonte di ispirazione e di riflessione estetica e filosofica potenzialmente infinita, ma la loro esistenza ha una storia scientifica che vale la pena conoscere anche se non si hanno ambizioni di carriera all’interno della marina o dell’aeronautica militare, come ben dimostra il Nuvolario di Sarah Zambello e Susy Zanella appena pubblicato da Nomos Edizioni.
Forte della revisione a cura del Centro Geofisico Prealpino, questo Atlante delle nuvole non è dunque una raccolta di pensieri impressionistici o libere divagazioni sul tema. Al contrario – e sebbene l’idea antica di mettere in una griglia qualcosa di così impalpabile e inafferrabile abbia molto in comune con il paradosso – basta constatare la ricorrenza delle desinenze in –us e in –is che caratterizzano la terminologia specifica per rendersi conto di quanto sia rigorosa la classificazione in lingua latina delle molteplici tipologie che se ne vanno avanti e indietro tra troposfera alta, media e bassa. Il libro, da parte sua, non divaga, rendendo conto fin da subito delle questioni essenziali: che cosa siano le nuvole, come si formino e come siano state ordinate, ovvero innanzitutto quanti generi e quante specie ne esistano (dieci i primi – Cirrus, Cirrocumulus, Cirrostratus, Altocumulus, Altostratus, Stratocumulus, Stratus, Nimbostratus, Cumulus e Cumulonimbus – e quindici le seconde, che le distinguono per forma e struttura interna – fibratus, uncinus, spissatus, castellanus, floccus, stratiformis, nebulosus, lenticularis, fractus, humilis, mediocris, congestus, volutus, calvus e capillatus). A queste caratteristiche vanno poi aggiunte le varietà, determinate dal grado di trasparenza e dalla disposizione degli elementi, che di volta in volta danno origine a nuvole ascrivibili alla categoria intortus, vertebratus, undulatus, radiatus, lacunosus, duplicatus, translucidus, perlucidus e opacus.
Insomma: sono sufficienti questi primi dati sommari per rendersi conto di come la nefologia sia una faccenda seria e non priva delle sue pedanterie. Tuttavia (e per fortuna), per bilanciare schede, specchietti, rigore onomastico, abbreviazioni e sigle internazionali che determinano la carta d’identità di ciascuna occorrenza, il volume opta per un’impaginazione leggera, ariosa e talvolta addirittura rarefatta, accompagnata dalle illustrazioni esplicative di Susy Zanella che – ora più grafiche e schematiche, ora più libere e sognanti – sono la giusta colonna visiva per aiutare a riconoscere a un primo sguardo le occupanti dei cieli (anche quelle più particolari o accessorie), senza dimenticare di accompagnarne il ricordo a qualche citazione letteraria, mitologica, favolistica o musicale. Difatti, per quanto non sia altro che una quantità gigantesca e galleggiante nell’aria di goccioline d’acqua (liquida o ghiacciata in base alla temperatura e all’altitudine), per chi la osserva dal basso con sempre rinnovato stupore una nuvola non smette di esercitare il suo fascino antico, conducendo l'immaginazione dentro e oltre i suoi contorni e le sue morfologie.
Libro solo apparentemente ingenuo e che invita ad approfondire per saperne di più, il Nuvolario di Zambello e Zanella si rivela dunque a chi legge con un perfetto equilibrio tra rigore scientifico e narrazione pura, che ben si presta a soddisfare le esigenze di ogni livello di conoscenza: chi ignora tutto (o quasi) dell’argomento avrà a disposizione un volume che rende conto della sua complessità in modo semplice ma non banale, e chi viceversa ha già qualche nozione o addirittura è esperto nel settore apprezzerà proprio la soavità dello stile, che con citazioni letterarie, poetiche e musicali riesce a scaldare l’eventuale freddezza del tecnicismo comunque necessario alle spiegazioni e alla nomenclatura. Ampia, proprio per questa ragione, anche la fascia d’età del pubblico di riferimento: questo Atlante delle nuvole va bene per i lettori più giovani come per i più maturi, nella certezza che tutti, dopo averlo sfogliato, guarderanno al cielo e ai suoi transiti con rinnovata curiosità e qualche consapevolezza in più.
Cecilia Mariani
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