Il mistero della pittrice ribelle
di Chiara Montani
Garzanti, gennaio 2021
pp. 336
€ 16,80 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
«Ne hai di fantasia!» aveva esclamato divertito. «Una donna che maneggia pennelli e colori... dove si è mai vista?» (p. 30).
Quanto è difficile per una donna affermarsi nella Firenze del Quattrocento? Lavinia ha diciotto anni e da quando è ospite dello zio, il pittore Domenico Veneziano, dopo la morte dei genitori, non vede che pigmenti, tele, disegni, liscivia,... Anche lei sembra avere una bella mano, ma è "soltanto una donna", e dunque le tocca imparare di nascosto, grazie agli insegnamenti dell'apprendista della bottega, Francesco. Tra i due, c'è una bella amicizia, ma Lavinia è promessa a Lorenzo, erede della famiglia Guidi, molto in vista in città, un uomo di bell'aspetto, ma anche estremamente possessivo e impetuoso. La quotidianità viene spezzata dall'arrivo di Piero della Francesca, ex allievo di Domenico, rimastogli amico e giunto a Firenze dopo aver ricevuto una missiva (apparentemente di pugno di Domenico) in cui gli si chiedeva aiuto.
Tutto molto strano, certo, ma la questione si complica ulteriormente quando uno dei banchieri della famiglia Peruzzi viene trovato ucciso barbaramente, dopo aver ingoiato dei colori che, con il loro arancione, rendono ancora più patetica la scena del crimine. A trovare il cadavere è proprio Lavinia, che non può fare a meno di notare anche un simbolo tracciato sulla parete: come le verrà spiegato, è il serpens qui cauda devorat, un simbolo d'infinito, dal momento che «ogni cosa si riduce a un solo principio fondamentale» (p. 138). Il simbolo non fa che gettare ombre proprio su Domenico e su Piero, che finiscono in un turbine impetuoso di accuse.
Che cosa può fare, allora, una ragazza? Lavinia non demorde, benché la situazione si faccia grave e il mistero si infittisca, mettendo a repentaglio la vita di chi ama. Lorenzo, forse, può aiutarla a far scagionare suo zio, vista l'influenza della sua famiglia? Ma a quale prezzo? E Piero che cosa sta nascondendo? Forse anche la famiglia Medici è implicata? Lavinia deve agire con furbizia, intanto perché «quando il Medici vuole ottenere qualcosa, sono poche le cose che non sarebbe disposto a fare» (p. 172), e poi perché «obbedienza e modestia erano le virtù che il mondo si aspettava da una moglie. Tutto il resto erano stravaganze, che nessuno sarebbe stato disposto ad accettare. E Lorenzo meno di tutti» (p. 57). Attenzione a non urtare chi è al potere e strategia femminile sono alla base dell'agire di Lavinia, che è però costretta a fare anche i conti con i suoi sentimenti.
Intanto, noi lettori assistiamo a tutto il fascino dell'arte di dipingere a partire dalla preparazione dei colori, dal procurarsi i pigmenti e lavorarli sulla tavolozza, e in queste pagine affiora tutta la passione, nonché la competenza di Chiara Montani, architetto di formazione esperta di design, grafica e arte (negli ultimi anni occupata a lavorare sulle potenzialità terapeutiche del processo creativo).
Tuttavia, non c'è solo questo; nel romanzo, emergono anche i grandi compromessi a cui gli artisti dell'epoca dovevano sottostare: i committenti, specialmente se religiosi, avevano richieste che i pittori dovevano soddisfare, a costo di rinunciare a una propria idea. E già allora si delinea il problema del rapporto qualità/prezzo: quanti artisti si svendevano, pur di ottenere incarichi prestigiosi? Ma i dipinti non sono solo arte figurativa, testimoniano talvolta anche teorie complesse, che hanno a che fare con la filosofia (ad esempio, il Neoplatonismo, molto diffuso a Firenze) e contengono messaggi che in pochi sono in grado di cogliere.
Mentre seguiamo Lavinia alla scoperta del mistero che avvolge tutto il libro in una storia piena di ombre, sentiamo i suoi batticuori, le sue ansie, tanto quanta la sua fame di sapere. Curiosità e irriverenza sono, in effetti, due caratteristiche peculiari di questa diciottenne, che non si lascia fermare dai costumi e da ciò che è moralmente richiesto a una fanciulla. Il suo imperativo è capire che succede, anche se questo significa finire in pericolo, darsi a fughe a perdifiato nella Firenze che, di notte, è tutt'altro che ospitale, bagnarsi le mani di sangue e avere a che fare con scottanti sorprese.
Se siete curiosi, questa sera vi aspettiamo su Instagram per una diretta con l'autrice!
GMGhioni
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