La filosofia spiegata ai bambini
di Tahar Ben Jelloun
La nave di Teseo, 2020
Illustrazioni di Hubert Poirot-Bourdain
Traduzione di Anna Maria Lorusso
pp. 205
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
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All'ora di pranzo si guardava il telegiornale. Qualsiasi argomento di impellenza familiare poteva aspettare, anche un brutto voto preso a scuola, pendente dagli occhi intimoriti di noi bambini, educati commensali.
Avevo circa 8 anni, quando il condensato silenzio della sala da pranzo si disperdeva in paroloni scanditi con chiarezza alla tv. Anti-truffa, mobilità, crolla il fatturato, Ilva, assedio, scandalo, nessuna di loro rallegrava la noia tenuta in vita dal movimento di un cucchiaio stanco. All'improvviso, prostituta! Portai gli occhi sulle immagini veloci dello schermo: ragazze con gonne plissettate passeggiavano allegre nei corridoi di una scuola. Il giornalista continuava a ripetere quella parola, prostituta. La prima spiegazione che diedi alla mia domanda soffocata fu che doveva certamente trattarsi di studentesse speciali, data la presenza di quel "stituta".
«Mamma, anch'io sono una prostituta?»
Il silenzio si dileguò furbamente per far posto all'imbarazzo tutto tangibile.
Tahar-Ben Jelloun deve aver provato lo stesso disagio di mia madre, quando la figlia, di appena dieci anni, iniziò a domandargli cosa fosse il razzismo.
Ma Jelloun, a differenza della mia intimorita genitrice, non solo portò con sé la piccola Mérième alla manifestazione contro il progetto di legge Debré (tutti coloro che ospitano o abbiano intenzione di ospitare uno straniero hanno l' obbligo di denunciarne la presenza alle autorità municipali e di polizia, legge n.97-396 del 24 aprile 1997), ma stimolato dalle curiose domande della piccina, scrisse Il razzismo spiegato a mia figlia (edizione ampliata di La nave di Teseo, 2018), pubblicato nel 1998 e tradotto in oltre venticinque lingue.
Da quel 1998, Mérième è diventata una donna adulta, e le parole hanno continuato, instancabili, a dissolvere il solenne silenzio delle sale da pranzo di ognuno di noi, alcune delle quali divenute addirittura virali, aggettivo interessante recentemente rigenerato nella sua estesa accezione.
In una recente intervista (settembre 2020) organizzata dalla casa editrice francese Gallimard Geunesse che ha pubblicato l’ultimo lavoro di Jelloun La philo expliquée aux enfants – in Italia La filosofia spiegata ai bambini per La nave di Teseo (novembre 2020) – l’autore afferma di aver creato non un nuovo romanzo o un nuovo saggio, ma uno strumento pedagogico, con il fine di spiegare ai più piccoli i concetti filosofici facenti parte della nostra quotidianità. L’idea è nata dalle diverse visite fatte nelle scuole francesi in cui, facendo della filosofia in modo naturale, si è accorto che soprattutto gli alunni delle scuole elementari comprendevano pienamente concetti complicati come la giustizia, il diritto, l’incesto, la pedofilia, la morale e l’amicizia.
Dunque, perché non partire da una parola terribilmente attuale come pandemia?
«Ti parlo del Coronovirus perché molti pensano che il mondo non sarà più uguale a prima. Ci sarà un prima e un dopo il Coronavirus. […] Durante i giorni in cui sei stato costretto a restare a casa, hai avuto tempo per riflettere. Hai visto quanto la vita sia preziosa, come possa essere strappata a tuo nonno o tua nonna. […] La vita è bella e bisogna imparare a cogliere la sua bellezza. Come?» (p. 8).
Tahar Ben Jelloun è convinto che il file rouge, che lega le sofferenze e le felicità degli uomini e del pianeta Terra, sia l’ambiente. Pertanto, i cento concetti così frequenti nella quotidianità e scelti per i bambini più curiosi hanno sempre un preciso rinvio alla questione ambientale, definendo cosa serve fare nel concreto per rispettare e amare la Terra. Jelloun ha sottolineato che prima di dare alle stampe La filosofia spiegata ai bambini lo ha testato, facendolo leggere a figli di amici, a professori di filosofia e persone competenti in materia, per essere sicuro di dare una spiegazione ineccepibile.
Senza dubbio, si tratta di pagine chiarificatrici e stimolanti per un bambino, ma per un adulto potrebbero apparire, a tratti, come un compendio politicamente corretto di cosa è giusto e sbagliato, risultando talvolta dogmatico e dunque facilmente confutabile.
Tuttavia Jelloun, con onestà, ha dichiarato che La filosofia spiegata ai bambini è una spiegazione finalizzata all’apprendimento del pensare e alla costruzione di un metodo del pensiero, attraverso la forma narrativa del racconto, dove le pagine illustrate (ricordano quasi i disegni inesperti delle piccole dita fanciullesche) di Hubert Poirot-Bourdain si fondono a storie appartenenti al folclore filosofico, creando un’inaspettata narrazione orale seppur immobilizzata dai caratteri stampati.
I cento concetti – tra cui depressione, omosessualità, intelligenza artificiale e immigrati – si susseguono in modo spontaneo, proprio come sorgerebbero le domande di un bambino, anche se la domanda finale di ogni parola o definizione trattata è rivolta direttamente ai piccoli lettori come fosse un gioco, conducendoli alla riflessione a allo sviluppo del proprio senso critico.
«Si tratta di un libro che ho voluto semplice, facile, gioioso e ludico»
Olga Brandonisio