Album di famiglia. Diario di una bambina sotto il fascismo
di Lorenza Mazzetti
La nave di Teso, gennaio 2021
pp. 240
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
È un segno di grande condivisione e intimità quando ad un ospite viene mostrato l’album di famiglia. È segno che si vuole far partecipare l’invitato ai propri affetti personali. Si sfogliano le fotografie, una alla volta, si spiegano indicando la situazione, il luogo, i protagonisti, e poi alla fine si commenta l’emozione del ricordo che queste procurano. Quando un ospite viene ammesso a visitare l’album vuol dire che il tesoro che sta nell’anima di quella famiglia viene esposto per essere ammirato. O forse, più semplicemente, per essere condiviso. Nel 2010 Lorenza Mazzetti presenta a Roma la mostra Album di famiglia. Diario di una bambina sotto il fascismo, composta da un’ottantina di quadri e testi che prendono le mosse dalla sua infanzia. Per ricordare il primo anno dalla scomparsa dell’artista, La nave di Teseo riedita i testi e i dipinti della mostra nell’omonimo libro. In Album di famiglia Mazzetti ci ospita nel salotto della sua intimità e ci fa l’onore di raccontare la storia della sua famiglia, mettendo a nudo i ricordi, le emozioni e le vicende della fanciullezza. Lorenza (Lori) lo fa con una grazia e un’innocenza che rende il racconto quasi una fiaba. Anche se non sempre le fiabe hanno un lieto fine. E così, in questa sorta di graphic novel ante litteram, Lorenza Mazzetti, disegnando e narrando, effettua un viaggio a ritroso nella profondità del suo passato.
I Winteler e i Besso ospiti dello zio, 80 x 120 cm, 2008 |
Per Lorenza non bastano i sali di cristallo d’argento della pellicola fotografica per ricordare il volto della madre, del padre, dei nonni, degli zii, dei parenti e dei conoscenti. Sente la necessità - lei che ha studiato all’’University College Slade School of Fine Arts di Londra per diventare artista – di ritrarre i ricordi e i volti che si sono depositate nel limo più profondo della memoria: la sua intimità. È così che questo libro diventa una miniatura, una parete rinascimentale dove vengono appesi i ritratti e gli autoritratti di famiglia. L’ospite-lettore ascolta la narrazione e si commuove. Così, i dipinti dell’album diventano carne, colore e vita, donando grazia, purezza e ingenuità alle vicende di questa famiglia, vittima delle tragedie della Seconda guerra mondiale e del fascismo.
Eccoli, 100 x 100 cm, 2008 |
Il dramma di Lorenza e Paola Mazzetti (sua sorella gemella) inizia quando le due vengono al mondo: la madre, Olga Liberati, muore a causa del parto. Il padre, Corrado Mazzetti, non riesce a badare da solo alle due figlie, le quali vengono affidate alle cure della sorella del padre, Nina Mazzetti, sposata con Robert Einstein (il cugino del famoso Albert Einstein). Da quel momento in poi la vita delle due sorelle diventa un’edera che si avvinghierà a quella famiglia allargata, composta non solo da parenti e amici stretti, ma anche da artisti e grandi intellettuali dell’epoca, e trascorsa nella campagna toscana dai dolci declivi di color pastello che Lorenza fa rivivere nelle sue tele attraverso una sorta di realismo magico che ricorda i fotogrammi di Cesare Zavattini.
Alle luci di quell’eden paradisiaco presto si sostituiscono le ombre e le inquietudini che Lori, crescendo negli anni del ventennio fascista, aveva già percepito. Il cupo ricordo della scuola, della chiesa, del prete e del podestà, rappresentano luoghi e figure che Lori non è ancora in grado di esorcizzare, se non attraverso uno sguardo retrospettivo più maturo rappresentato dalle pennellate impresse sulle tavole. Affacciandosi sempre di più alle tensioni presenti nella vita sociale di quegli anni, ecco che accanto ai dipinti famigliari appaiono i ritratti del Re Vittorio Emanuele III e della regina, di Mussolini e di Hitler. I colori si fanno più crudi, le luci si attenuano, i tratti s’induriscono. E con loro anche le parole di Lori:
Il prete ci dice che l’anima dello zio è in pericolo perché è ebreo, gli ebrei hanno ucciso Gesù perciò sono colpevoli di deicidio. Per salvare l’anima dello zio Paola ed io abbiamo deciso di offrire a Gesù dei fioretti. Ogni rinunzia, anche se piccola, ha un grande valore. Con molte rinunce e sacrifici, ci siamo dette, è possibile conquistare un posto almeno in Purgatorio per lo zio, il quale sennò è condannato al fuoco eterno. (p.136)
Ma l’Inferno, per il popolo ebreo, è già sulla terra in quel periodo storico e ha colonizzato le anime degli uomini. Il demone dell’odio si è impadronito dei soldati tedeschi che, battendo in ritirata, occupano la villa in campagna, dove avrà luogo il macabro eccidio della famiglia Einstein. La bella villa di famiglia viene data alle fiamme, e con lei sembra bruciare ogni ricordo di questo trauma. Trauma che Lorenza Mazzetti sarà capace di superare solo in età adulta, grazie alla sua creatività artistica.
Il cimitero della Badiuzza, 70 x 120 cm, 2008 |
È un libro prezioso questo Album di famiglia di Lori-Lorenza Mazzetti, perché è miniatura e favola allo stesso tempo. La storia diventa epica come il racconto di un cantastorie, un mausoleo di figure che ci mettono a nostro agio nella condivisione di un pathos infantile che Lorenza sa perfettamente ricreare - anche se donna adulta e artista affermata - con la leggerezza di una bambina di ottant’anni. Come la mostra, il libro è un diario intimo, sensibile, innocente, quasi sprovveduto. I suoi occhi sono la memoria. E la sua memoria ci trasmette l’innocenza e la bellezza di una donna che ha il sentimento come scopo della sua esistenza. Lorenza Mazzetti passa attraverso la storia tragica degli anni della sua gioventù con una forza così ingenua e pura da far trasecolare. La tragedia diventa favola, mito, luce di stelle, abbracci e mancanze. Le immagini dipinte sulle pareti dell’anima di Lorenza diventano una finestra sulle anime delle persone che stanno nei dipinti. Questa è l’operazione che Lorenza Mazzetti mette in atto: invita il l'ospite-lettore all’interno dell’album della sua famiglia e gli insegna la dignità che ognuno vive nel ricordare, per far parte della condizione umana e dell’intimità storica di una testimone quale lei è. Spesso dimentichiamo il passato. E ce lo dimentichiamo perché da adulti abbiamo occhi da adulti e pensiamo che questo sia l’unico sguardo possibile. Lorenza Mazzetti ci insegna che per sopravvivere agli eventi, per dipingere la gioia e la tristezza, la felicità e la tragedia, è necessario mantenere lo sguardo di un bambino. Per questo Lori-Lorenza disegna: per continuare ad essere ospite nel salotto di quella grande Famiglia che è l’umanità e che lei ha amato per tutta la sua esistenza, concedendole di rimanere giovane per sempre.
Nicola Biasio
Riproduzione delle tavole per concessione della casa editrice
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