Il coraggio delle donne
di Dacia Maraini, Chiara Valentini
di Dacia Maraini, Chiara Valentini
Il Mulino, 2020
pp. 168
€ 14,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Dacia Maraini è una delle più note scrittrici italiane, tradotta in oltre venti Paesi al mondo, mentre Chiara Valentini è un'affermata giornalista e scrittrice, che nel corso degli anni si è distinta a livello internazionale, intrecciando la professione con battaglie di carattere etico-sociale, difendendo i diritti delle donne, denunciando abusi e soprusi.
Maraini e Valentini decidono di scrivere un testo a quattro mani; si tratta di una raccolta di epistole, che raccoglie il frutto dell'intenso dialogo pubblico e privato intercorso tra le due autrici negli anni. Il coraggio delle donne affronta il complesso mondo dei diritti delle donne, del femminicidio e pertanto della violenza, attraversando in modo diretto e finemente arguto una vasta gamma di situazioni, aneddoti e fatti storici, che hanno contribuito nel corso dei secoli a delineare la complessa dinamica dei rapporti sociali, del ruolo della donna all'interno della società antica e moderna.
«Ci chiedevamo a che punto eravamo, che giudizio dare dei vecchi e dei nuovi movimenti femminili, quante delle nostre speranze si erano realizzate e quanto restava ancora da fare. In quelle discussioni su un punto ci trovavamo pienamente d’accordo, l’ammirazione per lo straordinario coraggio di donne di ogni tempo per l'affermazione di sé stesse e per i sacrifici compiuti nel cammino di emancipazione e liberazione del genere femminile». (p. 10)
Il libro è diviso in due sezioni accomunate nello stile del racconto, nonché della riflessione e della critica costruttiva. La prima parte è dedicata a “una lunga rivoluzione”, mentre la seconda esamina i ritratti di “donne coraggiose”. L'aspetto che apprezzo maggiormente del libro è l'evidente desiderio di contribuire al dialogo costruttivo, fornendo innumerevoli spunti di approfondimento e comprensione degli eventi, talvolta pratici, quasi si assistesse a una lectio magistralis. Maraini e Valentini non si ergono a giudici; al contrario, la loro voce incarna le più alte qualità femminili, mentre il loro attento sapere scardina gli stereotipi che da secoli si sono incancreniti all'interno della nostra società. Usi e costumi che oggigiorno non destano più la nostra attenzione, essendosi infilati in modo subdolo sotto il tessuto collettivo.
«Può darsi che nel campo simbolico il dominio maschile sia stato intaccato, ma nella prassi mi sembra che siamo ancora lontane». (p. 16)
Il libro si legge tutto d'un fiato, ma può essere gustato con la stessa lentezza di chi ama sviluppare un concetto per volta, assaporandone ogni aspetto e, talvolta, regalandosi l’approfondimento suggerito dalle stesse autrici, che appuntano numerosi libri e riferimenti storici all'interno delle loro lettere. Un aspetto della lettura particolarmente coinvolgente, a mio avviso, è che evita quel senso di marginalizzazione e distacco tipico di chi ascolta fatti a cui è estraneo. In un periodo storico in cui si parla sempre più spesso di femminicidio, è importante tracciare la linea d'origine della violenza sulle donne. Affinché i fatti di cronaca e la loro trattazione siano compresi correttamente dalla società, si evidenzia la profonda necessità di acquisire quei dati storici, filosofici e psicologici, che hanno portato nel corso dei millenni a sanguinarie lotte di protesta.
Le battaglie per il femminismo non sono affatto recenti, mentre risalgono a pochissimi decenni fa i diritti acquisiti dalle donne all'interno di una restrittiva società patriarcale. Si pensi, ad esempio, al caso della filosofa Ipazia, esposto nella seconda parte del libro. Una donna, vissuta nel IV secolo, che è stata barbaramente assassinata per il solo fatto di essersi dedicata allo studio delle arti e scienza. Olympe de Gouges è invece una donna che a soli quattordici anni è stata costretta a sposarsi; una consuetudine, quella delle spose bambine, ancora in uso in diversi luoghi del mondo. Dopo aver pubblicato la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, viene ghigliottinata. È il 1973. Il sangue, quello delle donne, continua a mischiarsi ai loro tentativi di raggiungere una libertà ed emancipazione sociale, che sembra essere negata perfino dalle Sacre Scritture, come indicano le stesse autrici. Accadimenti di un lontano passato, che riemerge ogni qualvolta osserviamo i dati statistici di posti di impiego prestigiosi in ambiti culturali, in cui il numero delle donne è pesantemente al di sotto di quello maschile.
All'alba del 2021 sono ancora molte le battaglie che vedono l'universo femminile protagonista e Il coraggio delle donne aiuta a far luce, in modo colto e pacifico, sulla molteplicità degli aspetti rilevanti su cui è bene concentrarsi, affinché si passi da uno stato di apparente parità a uno di concreta parità. Il caso Weinstein, ad esempio, o il movimento #MeToo, nato come risposta di denuncia e difesa, è un evento emblematico, che ha raggiunto una platea mondiale, diffondendosi in modo capillare in ogni contesto sociale, che smaschera non solo una consolidata routine di pratiche dannose, ma anche la triste omertà di chi assiste ai fatti e decide di rimanere in silenzio. Uno scandalo che Maraini e Valentini analizzano nella sua complessità, arrivando a mostrare quanto il contesto culturale contemporaneo perpetui una violenza nei confronti delle donne, a cui siamo ormai assuefatti.
l coraggio delle donne ha il sapore dei classici letterari e la forza dirompente di una marea, si adatta ad un pubblico trasversale, accomunato dal desiderio di conoscenza e di giustizia sociale.
Elena Arzani
@arzanicurates
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