di Elido Fazi
Fazi Editore, gennaio 2021
pp. 431
€ 20 (cartaceo)
Non è facile raccontare la Storia, ma soprattutto non è facile raccontarla entrando nella psicologia dei personaggi che l’hanno fatta – come Napoleone Bonaparte, Costantino, Monaldo e Giacomo Leopardi – entrare nelle loro case, famiglie, scegliere con loro una moglie e provare un sentimento alla sua vista. Ecco che, quando un autore fa questa operazione, nasce un romanzo storico che insegna senza essere manualistico, che racconta la Storia, romanzando, ma senza inventare.
È il caso di Potenza e bellezza. Cronache da Roma e da Parigi (1796-1819), l’ultimo romanzo dell’editore e scrittore Elido Fazi, pubblicato nella collana “Le strade” da Fazi Editore; romanzo storico dove viene ricostruito un periodo decisivo per la Storia d’Italia e d’Europa, con la rigorosità e la chiarezza tipiche delle cronache, genere che segue un criterio cronologico, anno per anno appunto, riportando gli eventi storici di un Paese o spesso delle vite di nobili. Nello specifico, in Potenza e bellezza si narrano i fatti che vanno dall’incontro tra Costantino e Monaldo a Bologna nel 1796 – anno anche dell’entrata in città di Napoleone – per combinare un matrimonio, fino a Waterloo e alla composizione da parte di Leopardi dell’Infinito nel 1819; due storie parallele che sfociano l’una nella Potenza e l’altra nella Bellezza.
Alla fine del Settecento, l’Italia si trovava ad essere terra di conquiste delle grandi potenze europee: Francia, Germania e Austria; e anche teatro delle loro battaglie. La Francia in quegli anni era il centro propulsore delle nuove idee politiche e filosofiche, e un giovane generale francese ne portava lo stendardo con grande carisma. L’Austria invece era la rappresentante dell’Antico Regime, che voleva conservare con decisione. Ed è notevole il fatto che – in riferimento al significato di Potenza – il romanzo cominci con uno scontro ideologico e finisca con un matrimonio politico. L’Italia, invece, non esisteva ancora come Nazione, era una piuttosto una geografia di luoghi divisi e governata da dodici Stati.
Napoleone Bonaparte, sventolando la bandiera della rivoluzione, si proclamò liberatore d’Italia e d’Europa, da nord, in un colpo d’occhio, ‘il generalino’ si trovò a Bologna; e Recanati, appartenente alla Stato Pontificio e luogo di origine del conte Leopardi, non era poi così distante da lì…
Così, anche la quiete delle Marche fu scossa in poco tempo dalla guerra che infuriava in Europa, e ancor di più, gli animi, soprattutto dei più giovani. Tra questi, i figli di Costantino e Monaldo, che portavano lo stesso nome di battesimo: il primo, Giacomo, seguì le orme del padre entrando nella resistenza, mentre il secondo, Giacomino Leopardi, lasciò un segno profondo nella Letteratura.
E mentre Napoleone si preparava a combattere nelle steppe russe, Monaldo faceva le sue battaglie nel campo della cultura, a Recanati, aprendo la sua biblioteca privata – composta da diecimila volumi – agli amanti della cultura di tutte le Marche; un progetto di Bellezza che Monaldo condivise con il figlio Giacomo.
Elido Fazi non fa mai sentire la sua voce, resta sempre narratore discreto, lasciando che siano gli eventi e i personaggi a parlare. Inoltre, la conoscenza approfondita da parte dell'autore, oltre che dei fatti storici, della figura di Giacomo Leopardi regala un personaggio pulsante: uomo, poeta, pensatore politico e teorico della Bellezza.
Ma supponiamo che questa supposizione – e cioè che un Paese potente è anche il più felice – non sia vera, e che la vera felicità dei popoli fosse riposta non nella Potenza ma nella pace necessaria alla creazione di cose belle, alle arti più utili, alle lettere, alle scienze, nella prosperità del commercio e dell’agricoltura, fonti della ricchezza delle nazioni. Se questo fosse vero, e cioè che il paradigma per valutare la felicità degli Stati è la Bellezza e non la Potenza, probabilmente non esisterebbe al mondo un popolo più felice di quello degli Italiani. (Orazione per la liberazione del Piceno)
Potenza e bellezza è un libro di vite parallele che si incrociano ma non si toccano, quella di Napoleone (che porta con sé le sorti della Francia, dell’Italia e dell’Europa) e quelle dei componenti della famiglia Leopardi (che partono dal colto Monaldo e arrivano alla maturità politica leopardiana con l’Orazione per la liberazione del Piceno). L'autore fa piombare il lettore dritto nella Storia: racconta come un predicatore di libertà si proclamò imperatore, come Parigi divenne la nuova Roma, in tutta la sua Potenza; racconta un’Italia che non c’era, usurpata dai domini alternati; regala un ritratto intenso di un luogo dove Natura e Bellezza sono compatte. E infine, lascia che sia il Poeta a sciogliere il bandolo della matassa, che spieghi a sé stesso, agli italiani del suo secolo e a quelli dei secoli a venire, il significato delle forze.
«Verità e Bellezza salveranno l’uomo dalle sue miserie». Questo credeva il giovane Leopardi.
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