Siamo giunti ormai a febbraio, un mese già di per sé bizzarro e duplice, che cela sempre qualche sorpresa. Per noi in redazione, questo febbraio 2021 ha portato consiglio e ci ha ispirato nella costruzione di un progetto che siamo felici di introdurvi oggi.
Come noto già da diversi anni per via di questo nostro mondo globale e globalizzato, il secondo mese dell’anno viene identificato nei Paesi nordamericani come il Black History Month, periodo in cui si celebra la storia degli afro-americani, che, negli Stati Uniti, traccia il suo inizio nel 1915, con l’abolizione della schiavitù con la firma del 13° emendamento. Dal 1976, febbraio è poi stato scelto ufficialmente dal presidente Ford come mese celebrativo in cui ci si dedica particolarmente alla promozione e al dialogo riguardante la storia e la cultura nera. Dalla fine del secolo scorso, questa ricorrenza è stata adottata, in forme diverse (in Inghilterra si celebra, ad esempio, in ottobre), anche da molti altri Paesi e assistiamo oggi a modi personalizzati e culturalmente connotati attraverso cui raccontare l’identità nera e la sua storia, spesso e in larga parte anche attraverso la letteratura.
Senza pretese di appropriazione storica o culturale, ma partendo semplicemente dal nostro congiunto interesse, in redazione, per la letteratura nera internazionale, per la narrativa postcoloniale e delle migrazioni, abbiamo costruito una rassegna tematica variegata, che si dispiegherà nel corso del mese e che andrà ad unire alcuni tasselli della storia letteraria nera moderna e contemporanea. Come sempre tentiamo di fare nel proporvi consigli di lettura e argomenti di approfondimento, vi racconteremo di autori e artisti che amiamo, che leggiamo con passione e degli ideali che portano avanti. Dagli Stati Uniti all’Inghilterra, dall’Africa alla nostra Italia di oggi, ci muoveremo tra interviste, approfondimenti tematici e stimolanti proposte di lettura, sperando di dare un nostro contributo nell’onorare la meravigliosa diversità che la “blackness” ha da offrire e che, nonostante il processo di desegregazione iniziato dalle istituzioni, troppo spesso rimane inciso sul piano culturale e personale, originando quel razzismo fatto di microaggressioni e pregiudizi contro cui la letteratura e le arti cercano di metterci in guardia.
Capirci a vicenda è difficile, spesso non ci si ascolta abbastanza, spesso si permane prepotentemente o paurosamente nelle proprie convinzioni, timorosi di perdere quella identità culturale che sembra abbia senso per noi ma che spesso non ne ha per molti altri. Ma identità e cultura sono due facce della stessa medaglia, che non dovrebbero sentirsi minacciate dalla diversità, bensì trarre da essa la propria forza. Soprattutto nelle arti. Nel rispetto del carattere inclusivo della rassegna, che, attraverso gli interessi comuni e individuali di noi redattori, vuole gettare uno sguardo più ampio sulla letteratura nera, abbiamo scelto di identificarla con l’hashtag “inchiostronero”, così da porre l’accento sull’importanza della parola scritta e delle meraviglie letterarie scaturite da “inchiostri neri” di penne incredibili.
Inoltre, il pensare al colore stesso dell’inchiostro ci porta anche a riflettere sull’idea di disuguaglianza; l’inchiostro è generalmente nero, ma non per questo si sceglie di non scrivere.
La redazione
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