Collezione Maramotti - Ph. Elena Arzani |
Nuove sfumature dell'arte: piccola guida per orientarsi tra le più recenti pubblicazioni
Nell’agosto 1911, Mona Lisa - il capolavoro di Leonardo da Vinci e forse il dipinto più famoso al mondo - scompare dal Museo del Louvre di Parigi. Vincenzo Peruggia, come narra la leggenda, nasconde l'opera sotto il cappotto ed esce dall’edificio, con l’intento di restaurare il quadro e restituirlo all’Italia, legittima proprietaria dell’opera. Poche decine di anni prima, a New York, precisamente il 26 Agosto del 1898, nasce Marguerite Guggenheim, nipote di Solomon R., celebre proprietario dell’omonima fondazione d’arte. Nota al grande pubblico con il nome di Peggy, è considerata l’ultima vera mecenate dell’arte, nonché la più importante sostenitrice dell'avanguardia europea, dopo la quale il mondo del collezionismo d’arte è definitivamente cambiato. Proveniente dalla Svizzera e di antica origine ebraica, la famiglia Guggenheim ha contribuito alla salvaguardia dell’arte moderna e contemporanea, consegnando all’umanità una generosa collezione di opere, che possono essere ammirate nelle sedi europee ed americane dei loro Musei. Questi edifici si affiancano a numerose strutture mondiali, tra cui spicca lo Smithsonian Institution, di partecipazione ibrida pubblico/privata, che fu fondato dallo scienziato britannico James Smithson (1765–1829), per la promozione del sapere negli Stati Uniti, beneficiando della generosa donazione del presidente Jackson. L’Istituzione si compone di 19 siti in diversi stati americani, la sede a Washington D.C. è stata progettata dall'architetto James Renwick, Jr. e completata nel 1855. Tra i famosi architetti, che si sono occupati di dar forma alla struttura degli edifici principali, spicca Sir David Adjaye, che ha progettato lo Smithsonian National Museum of African American History and Culture, ideando non solo un edificio in grado di sopperire alle più moderne richieste museali, ma anche una struttura dal forte potere evocativo, che propone nuovi spunti di riflessione intorno all’architettura e alla sua valenza in ambito urbano, sociale ed artistico. Il dibattito si estende alle nuove tecnologie e alla moderna fruizione degli spazi, che raggiungono il visitatore in qualunque luogo e momento, grazie alla connessione online ed a luoghi virtuali, che sfruttano intelligenza artificiale e sofisticate innovazioni, di cui lo Smithsonian Institute è pioniere.
Le più recenti proposte letterarie si focalizzano sull’analisi del breve excursus iniziale di questo articolo, affondando lo sguardo sui cambiamenti che stanno caratterizzando il mondo dell’arte, del collezionismo e della comunicazione. Il tutto, a partire dalla prima serie di studi dedicati al mercato dell'arte promossi da Intesa Sanpaolo Private Banking. La banca del Gruppo Intesa Sanpaolo è infatti attiva da molti anni nel settore dell’arte e cultura, dell’Art Advisory e preservazione del valore socio-culturale con Gallerie d’Italia.
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Skira, 2020
pp. 168 p., ill., Brossura
€ 20
Edito da Gallerie d’Italia e Skira, Collezionisti e valore dell’arte in Italia costituisce il primo volume di una collana che Intesa Sanpaolo Private Banking dedica all’analisi del mercato dell’arte e traccia uno spaccato sull’attuale situazione del collezionismo, che all’oggi costituisce a pieno titolo uno degli asset finanziari di investimento autonomo.
Il manuale si presenta come uno strumento di lavoro, è corredato da dettagliate analisi comparative e quantitative, analizza in dettaglio il collezionismo di arte moderna e contemporanea in Italia. I dati rilevati dall’indagine delineano i tratti di un’attività che assume connotazioni peculiari, un carattere spiccatamente italiano, sia nella figura del collezionista, che nelle scelte operate, nel gusto e negli obiettivi. Dettagli affascinanti, che svelano non solo le abitudini degli estimatori dell’arte, ma evidenziano anche cambiamenti strutturali nella percezione e nel mercato dell’opera, soprattutto in un contesto come quello attuale, che ha visto un forte distacco tra la possibilità di partecipare fisicamente a mostre ed aste e l’acquisto, nonché la fruizione di fiere d’arte, online.
Il manuale si presenta come uno strumento di lavoro, è corredato da dettagliate analisi comparative e quantitative, analizza in dettaglio il collezionismo di arte moderna e contemporanea in Italia. I dati rilevati dall’indagine delineano i tratti di un’attività che assume connotazioni peculiari, un carattere spiccatamente italiano, sia nella figura del collezionista, che nelle scelte operate, nel gusto e negli obiettivi. Dettagli affascinanti, che svelano non solo le abitudini degli estimatori dell’arte, ma evidenziano anche cambiamenti strutturali nella percezione e nel mercato dell’opera, soprattutto in un contesto come quello attuale, che ha visto un forte distacco tra la possibilità di partecipare fisicamente a mostre ed aste e l’acquisto, nonché la fruizione di fiere d’arte, online.
Tra i numerosi dati, che emergono dall’indagine di Intesa San Paolo Private Banking, si stima che il 53% dei collezionisti abbia un’età compresa tra i 50 e 69 anni, dato fortemente controtendenza, se paragonato al mercato estero, all’interno del quale il 49% dei collezionisti è rappresentato dai millennial. In riferimento al genere, a farla da padroni con il 64% sono gli uomini, contro un’esiguo 24% di collezioniste donne. Se il 94% punta sull’arte contemporanea, il 46% sceglie il Post War e il 21% l’arte moderna; risulta difficile, se non impossibile, tracciare un vero e proprio identikit dell’acquirente, che utilizza metodi differenti, tra cui spiccano attualmente le case d’asta online. Sono svariate le motivazioni del collezionismo, che il 55% dei soggetti pratica da oltre dieci anni ispirandosi a temi e tendenze artistiche, frequentando Gallerie, Fiere di settore e consulenti in materia legale e finanziaria. In un periodo storico che vede il mercato del collezionismo consolidarsi ulteriormente attraverso incessanti record d’asta, l’opera sembra assumere nuove connotazioni, tra cui quella di assoluta esclusività. Collezionisti e valore dell’arte in Italia è il manuale che mancava, utile e fondamentale strumento per approfondire la tematica, sulla base effettiva dell’analisi dei dati, acquisire conoscenza del settore legale e fiscale, comprendendo i fondamentali dell’investimento. Nel volume, diviso in cinque sezioni, sono presenti approfondimenti e testi curati da: Guido Guerzoni; Flaminia Iacobucci; Alberto Fiz; Silvia Anna Barrilà; Paola Musile Tanzi; Francesca Bacis; Andrea de' Mozzi; Enrico Maria Mancuso; Federica Menga; Edoardo Pedersoli; Mattia Pivato; Michele Coppola.
Se Collezionisti e valore dell’arte in Italia esamina lo stato
dell’arte, dal punto di vista dell’asset finanziario e d’investimento,
Art & Crime, edito da 24Ore Cultura, ci illumina su alcuni degli
aspetti più complessi dell’economia dell’arte, ossia la prova
d’autenticità dell’opera, l’etica del settore e il furto.
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Furti, plagi e misfatti nella storia dell’arte
a cura di Stefan Koldehoff e Tobias Timm
Edito da 24 ORE Cultura
Brossura con alette -13,8 x 21,6 cm
pp. 320
€ 16,90
A partire dal leggendario furto della Gioconda, sopra citato, i pluripremiati giornalisti Stefan Koldehoff e Tobias Timm accendono i riflettori sui misfatti che hanno contraddistinto la criminalità del mondo dell’arte. Se molte di queste truffe sono facilmente intuibili, trattandosi di plagio e contraffazione, ve ne sono molte altre di raffinata architettura, che richiedono non poche competenze in materia. Si stima che il crimine artistico del 21° secolo abbia assunto svariate forme e ammonti a una cifra compresa tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari all’anno. I cambiamenti in seno alle aste e al mercato globalizzato hanno spianato la strada alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro sporco. Si pensi, ad esempio, alla mostra del 2017 a Genova, dedicata a Modigliani, colma quasi interamente di falsi. Più recentemente, nel 2011 è stato scoperto un appartamento a Monaco, in cui erano raccolti oltre 1.500 capolavori saccheggiati dai Nazisti. Ammonta a 6 milioni di dollari il crimine del 2018 a Londra, che vede protagonista il “WC d’oro” di Maurizio Cattelan. Il furto provoca un allagamento di Palazzo di Blenheim, presso cui l’opera era esposta ed utilizzabile dai visitatori. Risale invece a pochi mesi fa il furto di un Renoir da una casa d'aste viennese, che si affianca alle opere rubate della Collezione Cordia nel 2012, dalla Kunsthalle di Rotterdam, tra cui un Matisse, un Lucian Freud, un Monet, un Matisse, un Picasso, nonché alle tele di Vermeer, Rembrandt, Degas e Manet, del valore di oltre 100 milioni di dollari, rubate da un gruppo di falsi poliziotti dall’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston nel 1990.
Koldehoff e Timm illustrano, attraverso precisi aneddoti, come vengono condotti i crimini d’arte, la loro tipologia e conseguenza, passando in rassegna dittature politiche e moderne truffe d’investimento e consulenza. I due autori si concentrano su tutti coloro, dai piccoli truffatori ai maestri falsari, che vogliono arricchirsi illegalmente con l’arte, e che a volte, quando vengono scoperti, riescono pure a mettersi in scena come ingannatori ingegnosi e affascinanti. Il libro si presenta come una lettura intrigante, non solo per addetti del settore, ma per chiunque desideri conoscere il lato oscuro e multimiliardario del mondo dell’arte contemporanea.
Koldehoff e Timm illustrano, attraverso precisi aneddoti, come vengono condotti i crimini d’arte, la loro tipologia e conseguenza, passando in rassegna dittature politiche e moderne truffe d’investimento e consulenza. I due autori si concentrano su tutti coloro, dai piccoli truffatori ai maestri falsari, che vogliono arricchirsi illegalmente con l’arte, e che a volte, quando vengono scoperti, riescono pure a mettersi in scena come ingannatori ingegnosi e affascinanti. Il libro si presenta come una lettura intrigante, non solo per addetti del settore, ma per chiunque desideri conoscere il lato oscuro e multimiliardario del mondo dell’arte contemporanea.
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Carlo Mollino, Brigitte Schindler, Enoc Perez
Collezione Maramotti, 2020
Cartonato con plancia, 20 x 24 cm
pp. 112, 40 illustrazioni a colori
Italiano e Inglese
€ 34,00 (cartaceo)
pp. 112, 40 illustrazioni a colori
Italiano e Inglese
€ 34,00 (cartaceo)
Mollino / Insides, edito da Silvana Editoriale, contribuisce al dibattito sul valore contemporaneo dell’arte e del suo mercato, aggiungendo l’elemento simbolico al tutto. Carlo Mollino, straordinario artista poliedrico del ‘900, relativamente noto al grande pubblico, fu un designer, architetto e fotografo estremamente innovativo. Attualmente in mostra con le sue polaroid presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, è stato recentemente protagonista di un record mondiale, durante l’asta da Sotheby's a New York. A fine Ottobre 2020, un tavolo da pranzo progettato dall’architetto è stato venduto per la cifra di 6.181.350 milioni di dollari, stabilendo il prezzo più alto mai pagato per un'opera di design italiano. L’oggetto di design acquista pertanto nuovo significato, arricchendo il dibattito intorno al valore economico dell’opera. Alla bidimensionale arte pittorica e fotografica, ora si aggiunge il design, che si eleva a un nuovo rango, sconfinando nella scultura contemporanea, assorbendo quell’intricata trama di significati legati alla materia, alla forma, non solo alla funzione d’uso pratico. Analogamente lo spazio abitativo si trasforma, espandendo i propri confini immaginari, diventando opera d’arte stessa. Ed è proprio questo tema centrale, a caratterizzare la mostra Mollino / Insides, il cui catalogo si propone come complemento e raccolta di saggi. Protagonista è la dimora costruita da Mollino in via Napione a Torino, attuale sede del Museo Casa Mollino, ritratta da Brigitte Schindler, dipinta nei quadri di Enoc Perez, e immortalata nelle polaroid di Mollino stesso. L’intento dell’architetto torinese fu quello di edificare un luogo simile, nel significato e concezione, alle piramidi egizie, abbracciando le teorie platoniche di equilibrio ed armonia cosmica. Il libro Mollino / Insides, realizzato dalla Collezione Maramotti, è l’occasione per compiere un viaggio nel mondo misteriosamente simbolico di questa casa e del suo costruttore, alla ricerca della “spiegazione dell’opera d’arte”, che, suggerisce Fulvio Ferrari nella nota iniziale, “si trova nella silenziosa ostensione”.
La stampa e il design sono di fine concezione, facendo di questo libro un’opera tout-court. A partire dalla copertina, che imita l’ovale di uno specchio antico, elemento ricorrente della mostra e della dimora torinese, che metaforicamente intrappola lo sguardo, riflette l’immagine del lettore, trasporta all’interno di questo mondo di simboli e riflessioni metaforiche. L’esperienza tattile dei materiali utilizzati, il lussureggiante nero in similpelle della copertina, il ruvido effetto della carta cotonata si sintonizzano in modo arguto e brillante sullo stesso filone di suggestioni evocate dal sensuale voyeurismo delle polaroid di Mollino e dalle fotografie di Schindler, realizzate in grande formato ed atipicamente stampate su carta di cotone. I contributi di Mario Diacono e del Direttore del Museo Casa Mollino, Fulvio Ferrari, unitamente a dichiarazioni degli artisti Enoc Perez e Brigitte Schindler, arricchiscono le pagine del volume, che si completa con estratti da Il messaggio dalla camera oscura di Carlo Mollino, volume di 444 pagine con 323 riproduzioni di 132 autori, pubblicato nel 1949.
La stampa e il design sono di fine concezione, facendo di questo libro un’opera tout-court. A partire dalla copertina, che imita l’ovale di uno specchio antico, elemento ricorrente della mostra e della dimora torinese, che metaforicamente intrappola lo sguardo, riflette l’immagine del lettore, trasporta all’interno di questo mondo di simboli e riflessioni metaforiche. L’esperienza tattile dei materiali utilizzati, il lussureggiante nero in similpelle della copertina, il ruvido effetto della carta cotonata si sintonizzano in modo arguto e brillante sullo stesso filone di suggestioni evocate dal sensuale voyeurismo delle polaroid di Mollino e dalle fotografie di Schindler, realizzate in grande formato ed atipicamente stampate su carta di cotone. I contributi di Mario Diacono e del Direttore del Museo Casa Mollino, Fulvio Ferrari, unitamente a dichiarazioni degli artisti Enoc Perez e Brigitte Schindler, arricchiscono le pagine del volume, che si completa con estratti da Il messaggio dalla camera oscura di Carlo Mollino, volume di 444 pagine con 323 riproduzioni di 132 autori, pubblicato nel 1949.
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Visioni contemporanee sull’abitare
di Alessandra Coppa
24 ORE Cultura, 2020
pp. 60
€ 32,00 (cartaceo)
Se il catalogo dedicato agli “Insides” di Casa Mollino, nonché alle opere ispirate alla dimora in mostra presso la Collezione Maramotti, affonda le radici in una riflessione sull’antico passato, sul significato metafisico dell’esistenza, così come il valore simbolico degli artefatti umani, il saggio di Alessandra Coppa, Architetture dal futuro, presenta un’acuta riflessione sulla funzione dell’edificio abitativo, a partire dalle nuove esigenze dell’individuo, emerse in tempo di pandemia globale. Immaginando nuovi spazi entro i quali sentirsi al sicuro, dagli agenti esterni, dai furti e malattie, numerosi architetti e star dell’architettura si sono confrontate su progetti innovativi, creando luoghi connessi in modo intelligente, che potessero far fronte alle nuove esigenze del vivere e dell’abitare. Se l’Archistar Sir David Adjaye utilizza materiali dell’Africa per evocare la memoria di tradizioni culturali in luoghi distanti, l’Architetto Svizzero di fama mondiale, Mario Botta si focalizza sul rapporto tra individuo ed elemento sacro, ideando costruzioni immerse nel paesaggio, ispirandosi alla croce di Malevich, elaborando progetti di sostenibilità ambientale. Queste ed altre suggestioni sono raccolte in Architetture dal futuro, edito da 24Ore Cultura, a cura di Alessandra Coppa. Architetto, docente universitario e giornalista pubblicista, Coppa ha selezionato alcuni tra gli studi ed architetti di maggior rilievo della scena contemporanea, le cui costruzioni hanno ridisegnato lo spazio urbano di numerose capitali mondiali, tra cui, ad esempio, Milano. Spiccano tra questi Zaha Hadid, il cui grattacielo avviluppato troneggia nel quartiere City Life del capoluogo meneghino, Foster and Partners, artefice della cupola del Reichstag di Berlino e del “Gherkin”, il grattacielo in vetro posizionato nel quartiere finanziario di Londra. Un saggio storico, dedicato all’evoluzione dell’abitare e alle prefigurazioni degli architetti del moderno, apre questo libro, che si sviluppa in una serie di interviste con studi di architettura contemporanei e internazionali. L’indagine fornisce una raccolta di riflessioni sulla visione moderna e futura dell’edificio e sul modo di abitare.
Elementi come la permeabilità tra edificio residenziale e spazio di lavoro urbano, ottimizzazione dei consumi, dialogo tra interni ed esterni, nuovo modo di fruire la natura e gli spazi verdi, sostenibilità e coesione sociale, nonché innovazione tecnologica e robotica, sono centrali nel dibattito sulle nuove frontiere dell’abitare. Fiore all’occhiello del saggio, l’impaginazione grafica accattivante e la selezione di immagini e schizzi, rendono il testo agile da consultare ed estremamente piacevole. Bellissima l’idea di copertina, ispirata all’opera di Lucio Fontana.
Elementi come la permeabilità tra edificio residenziale e spazio di lavoro urbano, ottimizzazione dei consumi, dialogo tra interni ed esterni, nuovo modo di fruire la natura e gli spazi verdi, sostenibilità e coesione sociale, nonché innovazione tecnologica e robotica, sono centrali nel dibattito sulle nuove frontiere dell’abitare. Fiore all’occhiello del saggio, l’impaginazione grafica accattivante e la selezione di immagini e schizzi, rendono il testo agile da consultare ed estremamente piacevole. Bellissima l’idea di copertina, ispirata all’opera di Lucio Fontana.
Percorrendo la strada dell’innovazione tecnologica e scientifica, troviamo, tra le nuove proposte il libro, ROBOT. The Human Project, edito da 24 ORE Cultura.
La pubblicazione, che avrebbe dovuto accompagnare la mostra omonima presso il MUDEC, Museo delle Culture di Milano, prevista per il 2020 e sfortunatamente rinviata a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, raccoglie le suggestioni evocate da decenni di sperimentazione e studio sulla robotica, ricerche tecnologiche che ispirano e hanno ispirato il filone dell’arte e del cinema di fantascienza.
La pubblicazione, che avrebbe dovuto accompagnare la mostra omonima presso il MUDEC, Museo delle Culture di Milano, prevista per il 2020 e sfortunatamente rinviata a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, raccoglie le suggestioni evocate da decenni di sperimentazione e studio sulla robotica, ricerche tecnologiche che ispirano e hanno ispirato il filone dell’arte e del cinema di fantascienza.
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ROBOT. The Human Project
a cura di Alberto Mazzoni, Antonio Marazzi e Lavinia Galli
24 ORE Cultura, 2020
pp. 208, 100 illustrazioni
€ 32,00 (cartaceo)
Il catalogo, che precede l’evento espositivo, non è semplice complemento alla visita, offre l’affascinante opportunità di un viaggio storico e di scoperta all’interno dell’innovazione scientifica, della robotica e della Pop Culture, che abbraccia una numerosa quantità di fumetti, saghe, illustrazioni d’arte e prodotti di design in commercio da diversi anni, che sottilmente si sono già fatti largo nel nostro quotidiano, alimentando una fetta del collezionismo mondiale. L’ampia sezione Pop Culture, curata dal collezionista Fabrizio Modina, presenta una vasta raccolta, che dimostra come le ricerche e le invenzioni sorprendenti nella robotica hanno infatti da sempre stimolato la fantasia umana. Tra queste, celebri personaggi come Asimov a Wall-E, Frankenstein, Jeeg Robot, i film “Metropolis” e “Ex Machina”, i numerosi fumetti manga e maquette dei super eroi conosciuti e amati da tutti, perché parte della nostra cultura di massa.
Il volume, splendidamente impaginato, si divide in due macro-sezioni: la prima presenta i saggi curati dal fisico e bioingegnere Alberto Mazzoni, responsabile scientifico del Laboratorio di Neuroingegneria computazionale dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. A questi si aggiungono i testi di Antonio Marazzi, direttore del corso di perfezionamento in Antropologia culturale e sociale presso l’Università di Padova e Lavinia Galli, storica dell’arte e conservatrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano.
L’ellenismo è nuovamente culla della cultura, l’excursus storico parte proprio dalla Grecia classica, passando in rassegna le macchine astronomiche e scenografiche del mondo arabo, approdando alle invenzioni di Leonardo da Vinci, tutto ampiamente documentato da immagini di bozzetti, fotografie di oggetti del passato. Accedendo alle Wunderkammer barocche, si incontra l’opera simbolo del Museo delle Culture: il Demone-Automa dell’erudito milanese Manfredo Settala. Proseguendo attraverso le scoperte nei secoli, gli automi settecenteschi e l’orologeria svizzera del secolo XIX, anticipano il contemporaneo scenario della robotica contemporanea con i suoi vari applicativi, da quello medico a quello relazionale, regno dei “robot di compagnia”, a quello lavorativo.
Il libro si sviluppa seguendo lo stesso filo conduttore della mostra presso il MUDEC, curata da Mazzoni, Marazzi e Galli, e racconta la storia dell’essere umano e il rapporto con il suo alter ego artificiale, il robot, invitando il pubblico a riflettere su importanti questioni aperte, dalla biorobotica alla roboetica, al pensiero artificiale. A queste tematiche si accompagnano i dibattiti di natura etica e filosofica, abbracciati e superati dall’avanzamento in campo medico, a favore delle disabilità fisiche, che hanno permesso a schiere di persone un miglioramento della qualità di vita, fino ai traguardi di carattere paraolimpico. Infine, il catalogo espone una riflessione su temi di controversa attualità, l’uso della robotica in ambito militare, l’intelligenza artificiale (AI) e la realtà del cyborg, l’umano con innesti artificiali.
Il volume, splendidamente impaginato, si divide in due macro-sezioni: la prima presenta i saggi curati dal fisico e bioingegnere Alberto Mazzoni, responsabile scientifico del Laboratorio di Neuroingegneria computazionale dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. A questi si aggiungono i testi di Antonio Marazzi, direttore del corso di perfezionamento in Antropologia culturale e sociale presso l’Università di Padova e Lavinia Galli, storica dell’arte e conservatrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano.
L’ellenismo è nuovamente culla della cultura, l’excursus storico parte proprio dalla Grecia classica, passando in rassegna le macchine astronomiche e scenografiche del mondo arabo, approdando alle invenzioni di Leonardo da Vinci, tutto ampiamente documentato da immagini di bozzetti, fotografie di oggetti del passato. Accedendo alle Wunderkammer barocche, si incontra l’opera simbolo del Museo delle Culture: il Demone-Automa dell’erudito milanese Manfredo Settala. Proseguendo attraverso le scoperte nei secoli, gli automi settecenteschi e l’orologeria svizzera del secolo XIX, anticipano il contemporaneo scenario della robotica contemporanea con i suoi vari applicativi, da quello medico a quello relazionale, regno dei “robot di compagnia”, a quello lavorativo.
Il libro si sviluppa seguendo lo stesso filo conduttore della mostra presso il MUDEC, curata da Mazzoni, Marazzi e Galli, e racconta la storia dell’essere umano e il rapporto con il suo alter ego artificiale, il robot, invitando il pubblico a riflettere su importanti questioni aperte, dalla biorobotica alla roboetica, al pensiero artificiale. A queste tematiche si accompagnano i dibattiti di natura etica e filosofica, abbracciati e superati dall’avanzamento in campo medico, a favore delle disabilità fisiche, che hanno permesso a schiere di persone un miglioramento della qualità di vita, fino ai traguardi di carattere paraolimpico. Infine, il catalogo espone una riflessione su temi di controversa attualità, l’uso della robotica in ambito militare, l’intelligenza artificiale (AI) e la realtà del cyborg, l’umano con innesti artificiali.
Aracne, 2020
pp. 308
€ 28 (cartaceo)
€ 28 (cartaceo)
€ 16,80 (ebook)
Concludendo la carrellata di recenti pubblicazioni in campo artistico, l’ultima proposta è dedicata al linguaggio della comunicazione, che ha subito importanti modifiche strutturali, proprio in conseguenza alla spinta verso l’innovazione digitale e l’inserimento dell’intelligenza artificiale in applicazioni di uso quotidiano. L’esigenza di raccontare viene prima della scrittura è connaturata all’evoluzione dell’essere umano stesso, che ha bisogno di comunicare, per poter tramandare la propria cultura e sapere, per esorcizzare la morte. Nel mondo contemporaneo, in cui l’individuo si ritrova sempre più spesso in compagnia dei propri artefatti tecnologici, abbiamo bisogno di raccontarci, attraverso nuove forme di scrittura e immagine. I Musei e le forme dello Storytelling digitale, a cura di Elisa Bonacini, edito da Aracne, identifica quattordici tipologie di “racconto” digitale. Il termine storytelling è utilizzato in campo pubblicitario e nell’industria cinematografica, aziendale, per indicare la finalità commerciale del contenuto. La storia è sviluppata secondo regole strategiche, per evocare attraverso il tono del racconto un determinato desiderio, così da attivare leve psicologiche e persuadere lo spettatore a compiere un’azione precisa.
Sintetizzando, possiamo dire che lo storytelling è una strategia di comunicazione che ha la finalità di persuadere raccontando una storia.
Focalizzandosi sul settore culturale e del Museo d’arte, Bonacini ha individuato e raccolto le diverse proposte di comunicazione messe in atto da svariati istituti, tracciando un’interessante analisi dell’architettura dello storytelling digitale contemporaneo. Tale indagine apre il dibattito sulla nuova funzione del Museo, non solo in relazione al proprio pubblico di prossimità, ma anche in senso più ampio e globale. Le soluzioni analizzate raccolgono varie forme di storytelling digitale: orale, scritto, video, visuale, animato, interattivo, immersivo, social media storytelling, partecipativo, generativo, geo-storytelling, multimedia mobile storytelling, crossmediale e transmediale. Una buona comunicazione, in definitiva, serve per aumentare la percezione del valore dell’opera, del capitale di partenza del prodotto, come base sulla quale si innestano tutte le dinamiche di marketing e commercio d’arte e cultura, ma non solo. Un saggio completo, di fondamentale utilizzo per orientarsi tra i nuovi linguaggi contemporanei.
Sintetizzando, possiamo dire che lo storytelling è una strategia di comunicazione che ha la finalità di persuadere raccontando una storia.
Focalizzandosi sul settore culturale e del Museo d’arte, Bonacini ha individuato e raccolto le diverse proposte di comunicazione messe in atto da svariati istituti, tracciando un’interessante analisi dell’architettura dello storytelling digitale contemporaneo. Tale indagine apre il dibattito sulla nuova funzione del Museo, non solo in relazione al proprio pubblico di prossimità, ma anche in senso più ampio e globale. Le soluzioni analizzate raccolgono varie forme di storytelling digitale: orale, scritto, video, visuale, animato, interattivo, immersivo, social media storytelling, partecipativo, generativo, geo-storytelling, multimedia mobile storytelling, crossmediale e transmediale. Una buona comunicazione, in definitiva, serve per aumentare la percezione del valore dell’opera, del capitale di partenza del prodotto, come base sulla quale si innestano tutte le dinamiche di marketing e commercio d’arte e cultura, ma non solo. Un saggio completo, di fondamentale utilizzo per orientarsi tra i nuovi linguaggi contemporanei.
Elena Arzani
@arzanicurates