Che cosa c'era prima di Roma? Il Lazio era abitato da molti popoli, uniti in un'alleanza non sempre facile da mantenere. Quando apriamo Il sangue della lupa, il primo volume della fortunata saga di Luca Azzolini, scopriamo che una grave carestia dovuta alla siccità sta provocando enormi dubbi tra gli uomini: e se gli dèi fossero adirati con la lega delle Trenta città? La soluzione è prendersela con un uomo - un grande uomo: re Numitor, un personaggio a cui possiamo accostare i valori che immediatamente associamo a un buon sovrano (dalla lealtà al coraggio, dall'estrema dignità al senso di responsabilità). Numitor accetta di essere detronizzato e di venire accecato come vuole la tradizione, prima di cedere il trono ai suoi due nipoti, Yemos e Enitos. Resta così tagliato fuori dalla linea successoria il fratello di Numitor, Amulius.
Parte da qui una saga che ha qualcosa di epico e, al tempo stesso, di atavico e addirittura senza tempo: la lotta per il potere. Luca Azzolini nei tre volumi affronta il tema da più punti di vista, mostrandoci quali possono essere i retroscena, ma anche le conseguenze dell'acquisizione di potere. Se ne può restare schiavi; si può fare di tutto per ottenerlo e poi avere difficoltà ad amministrarlo; si può provare a liberarsene, ma il potere è sempre lì, motore dell'azione e di rivalità che rendono difficile smentire la celebre espressione "homo homini lupus". E di "lupi" in effetti parliamo fin dal principio, perché in apertura del romanzo scopriamo che un gruppo di giovani luperci è stato appena liberato e inviato nel bosco, perché imparino a diventare uomini, misurandosi con i pericoli della notte, con la fame, la sete, la fatica, e - ancora una volta - con il potere. Anche qui, infatti, c'è chi non accetta di essere semplicemente uno in mezzo a molti suoi simili, e vuole farsi eleggere re dei Luperci. Diversamente si comporta invece Wiros, un orfano sedicenne, che si trova lì senza il celebre bracciale-amuleto che deve proteggerlo dalle ire degli dèi; insomma, un ragazzo dato da tutti per spacciato. Invece, Wiros ha risorse inattese, che via via lo renderanno sempre più importante (anche narrativamente).
In generale, sia nel mondo dei re sia tra i luperci, chi prova ad agire con equità e rettitudine dovrà sempre guardarsi da chi invece cerca strade alternative, pericolosi piani e scorciatoie per salire sul trono o per difendere la sua posizione. Spesso la violenza è l'unica risposta, e in effetti dobbiamo capire profondamente il contesto storico in cui è ambientata la saga, ovvero un'epoca in cui le armi erano all'ordine del giorno e il rapporto con la morte era molto diverso dal nostro. Gli inganni, sono spesso un'alternativa alla violenza diretta, ma non è detto che siano meno dolorosi. I segreti, allo stesso modo, possono tenere uniti o separare...
E l'amore? L'amore c'è, è una forza dirompente così come la lotta per il potere. Lo scopriamo già nelle prime pagine, in cui la bella Ilia, figlia di Amulius, è legata segretamente il cugino Enitos; se pensate che lei è rinchiusa come Vestale e deve restare consacrata alla dea per trent'anni, potete immaginare quanto i sentimenti complichino le cose. Ma nella saga troviamo altre forme d'amore, altrettanto forti: l'amore tra fratelli, ad esempio, che unisce Yemos e Enitos, profondamente diversi nel carattere, ma legatissimi e mai uno farebbe del male all'altro. Anche l'amore tra genitori e figli emerge in più punti, e forse talvolta trova declinazioni che noi oggi fatichiamo a comprendere.
Già, perché a muovere ancora di più le azioni e le decisioni degli uomini ci sono gli dèi: in un mondo come quello odierno, in cui la laicità è spesso preferita o la religione difficilmente condiziona tutte le scelte di una persona, ecco che l'onnipresenza di divinità propizie o avverse (o ambivalenti) è davvero impensabile per noi oggi. Eppure questo elemento è fondamentale per comprendere questa saga, in cui Luca Azzolini ha saputo unire precisione documentaria e fantasia, rendendo i tre libri particolarmente interessanti e al tempo stesso campioni di colpi di scena.
GMGhioni
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