Blues per il sole rosso
di Marco Esposito
Scatole Parlanti, novembre 2020
pp. 122
€ 13,00
Il trombettiere si mise in posizione e iniziò a suonare. Una melodia straziante squarciò la quiete dell’alba e frantumò la compostezza del capitano, che fino a quel momento non aveva versato una lacrima. Il suono triste e lacerante di quella tromba solitaria attraversò l’intero accampamento e toccò il cuore di ogni uomo, tant’è che tutto si fermò, strappando quel minuto all’inesorabilità del tempo per renderlo eterno. (p. 41)
Una raccolta di racconti ha bisogno di ritmo, come una compilation: servono pezzi lunghi, quelli più brevi per spezzare, alcuni adrenalinici e altri romantici nel giusto ordine per dare movimento. Blues per il sole rosso di Marco Esposito gioca bene la sua composizione: da una coppia sgangherata ma affettuosa in ristrettezze economiche alla guascona follia di un vigilante di quartiere che crede di essere Batman, si salta ad atmosfere noir e crude storie di vendetta per poi spostarsi su una fortuna vincita alla lotteria di un uomo ripetutamente tradito dalla moglie fino a sprofondare nel più rabbioso desiderio di sopravvivenza a seguito di un disastro naturale.
Una storia che col tempo sarebbe sbiadita, se non fosse per il fatto che ancora oggi c’è gente che viene a chiedere a me, che sono il portiere dello stabile da trent’anni, informazioni e curiosità sulla leggenda dei trecentomila euro spariti in questo palazzo e mai ritrovati.E allora gli racconto la mia versione. A volte la faccio più lunga, altre volte più corta, o cambio qualche particolare.Dipende da come mi sento. (p. 95)
Oltre a un ritmo, una raccolta di racconti eterogenei ha bisogno di un filo conduttore. Certo, qui potremmo identificarlo con l’ambientazione nel Sud Italia dove determinate dinamiche sociali e familiari si fanno sentire e dove il dialetto non si risparmia. Ma se questa ambientazione che condiziona e determina le reazioni e le relazioni tra i personaggi resta abbastanza in filigrana, il nucleo di questi racconti può essere identificato nella ricerca delle più ferine pulsioni dell’uomo.
Così nel racconto eponimo della raccolta ci troviamo di fronte a due squadre di operai che lottano per il subappalto in un cantiere. La lotta diventa una vera e propria guerra che non si risparmia sugli attacchi fisici e che rivela una tendenza ballardiana nell’evidenziare come la bestialità umana non è mai tenuta completamente sotto controllo. Oppure nel racconto Il giorno in cui difesi Lucia la vendetta per una menomazione subita dal protagonista si trasforma, nel rincontrare i colpevoli, in una rivalsa sessuale molto cruda. O nel racconto Tradizioni dove la disparità sociale tra la prima persona narrante e il fidanzato della sorella si trasforma in una ripicca a suon di fuochi d’artificio manomessi. Nel racconto brevissimo Sopravvissuto assistiamo ai pensieri di un sepolto vivo a seguito di un terremoto che, intrappolato con una vecchia signora, non ha nessun dubbio nella scelta di chi debba sopravvivere.
Proprio con Sopravvissuto abbiamo una delle prove migliori della raccolta che dà il suo meglio nelle composizioni brevi, istantanee di situazioni e di vita dipinte in maniera molto vivida. Pomodori all’occhio di bue ci mostra un ladruncolo arraffone, Corrado, che, tornato a casa a mani vuote dopo aver tentato di razziare un supermercato, si improvvisa artista della cucina per far sì che la moglie non abbia non solo a soffrire la fame, ma nemmeno a sentir mancare l’affetto del marito in un racconto che mette in scena alla perfezione l’arte del sapersi arrangiare con poco. In Brus Uein incontriamo un allegro mitomane convinto di essere Batman.
«Guarda che Brus Uein non si scrive come l’hai scritto tu».Bru si aggrappò alla corda. «Mi hai preso per un ignorante? Lo so benissimo come si scrive, io sono la versione italiana». (p. 26)
Paladino e simbolo di una società afflitta sì da molti mali, ma sempre pronta a non abbattersi e a creare i supereroi laddove ce n’è necessità.
Unica eccezione tra le narrazioni più brevi è data da ‘O virus, racconto che tratteggia le chiacchiere da balcone durante il periodo del lockdown. Il regionalismo è qui ben accentuato, può far sorridere, ma forse è ancora presto per riuscire a ragionare su quanto successo nel 2020. La situazione del racconto è verosimile, ma non elabora in maniera narrativamente valida il senso e gli effetti dell’isolamento che tutti abbiamo subito.
Meno riusciti i racconti più lunghi. Laddove nella forma molto breve l’autore mostra lucidità e una buona capacità di selezione delle informazioni, nelle narrazioni più prolungate i personaggi, proprio perché mossi da sentimenti quasi basilari, tendono ad appiattirsi e la narrazione risulta di genere, come nel caso di Sunset mission dove l’atmosfera noir divaga su scene sessuali forse eccessive.
Nonostante i ventiquattro racconti presentino in larga parte dei personaggi vinti, non manca mai quel guizzo di ironia e umorismo. A volte amaro, a volte picaresco ma che è necessario come compensazione e che è uno dei punti di forza della raccolta. Ben ricalca lo spirito della musica blues, nata in condizioni di schiavitù per dare speranza anche nelle situazioni più disperate.
Giulia Pretta
Social Network