«Si può smettere di amare una persona perché non ama un figlio?»: "Sempre soli con qualcuno" di Annalisa De Simone

Annalisa De Simone, copertina di "Sempre soli con qualcuno"


Sempre soli con qualcuno
di Annalisa De Simone
Marsilio, 2021

pp. 160
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Si può smettere di amare una persona perché non vuole un figlio? Suona avvilente? Sì, avvilente e impreciso. Ma è quello che provo. Forse. Cosa provo realmente? Delusione, rabbia, risentimento. Disperazione? Sono una donna disperata? Ho sempre pensato alla felicità come a un traguardo personale, l'antidoto all'inerzia di mia madre, la garanzia di non scivolare in quelle sue derive [...], amore e sesso no. Per certe cose "non è più tempo". (p. 74)

Eppure accade. Sono il sesso e l'amore (direi in quest'ordine e metterei l'amore in forse) a sconvolgere la vita della protagonista e io narrante di Sempre soli con qualcuno, il nuovo romanzo di Annalisa De Simone, già autrice di Sola andata, Non adesso, per favore, Le mie ragioni te le ho dette e di Le amiche di Jane Austen

Il nuovo romanzo ci porta in una realtà profondamente ossimorica, già a partire dal titolo dell'opera, d'altro canto: la protagonista, scrittrice di una certa fama, vorrebbe costruire non solo nel suo mondo di carta, ma anche nella realtà, però al momento il marito Marco posticipa continuamente l'idea di un figlio. Prima viene il suo lavoro di avvocato per i diritti delle persone in difficoltà, dunque continua a procrastinare, mentre la moglie avverte il ticchettare furioso del tempo che passa. Con i suoi trentasette anni, lei vede sempre più precaria la possibilità di diventare madre, così sta pensando di espiantare e conservare gli ovociti e continua a tornare sull'argomento. E questo suscita irritazione in Marco, a cui sembra di parlare con una donna ossessionata dall'idea della maternità, una donna ben diversa da quella che ha sposato. 

La sensazione è che i due proseguano su percorsi paralleli, senza possibilità di mediazione, a meno di non scegliere un compromesso molto pesante, che renderà profondamente infelice uno dei due. Oppure di temporeggiare ancora, pensando forse all'espianto e alla congelazione degli ovociti, in vista di un successivo impianto. La routine di queste due solitudini viene spezzata dall'arrivo di una terza persona, Paolo, un deputato di destra odiato da Marco, che deve collaborare con la protagonista per la preparazione di un festival letterario all'Aquila. Tra la donna e Paolo, nonostante le diverse idee politiche, scatta qualcosa, non solo una storia di sesso, ma l'occasione per una vera e propria svolta:

«Nella vita di ognuno esiste un prima e un dopo. Nel mio caso la frontiera tra ieri e oggi coincide con il suo arrivo» (p. 70).

L'io narrante prova a resistere, a immaginarsi preventivamente la fine di quel rapporto che non sa come definire, e mentre ci pensa sfilano le case provvisorie dei loro incontri clandestini, le lenzuola, le salviette, gli abbracci e gli amplessi (a cui assistiamo da vicino, personalmente qualche volta li ho seguiti con un po' di noia, perché talvolta sembrano proprio superflui all'impalcatura narrativa), i discorsi rubati prima di tornare ognuno alla propria famiglia, le chiacchiere, mentre la preparazione del festival cade in secondo piano, per non dire terzo. Che cosa ne sarà di loro? Tante sono le domande che affollano il romanzo: più che sugli eventi, Sempre soli con qualcuno riflette sul concetto di coppia, sul mistero della comunicazione tra due amanti, ma anche e soprattutto sulla maternità, sempre più irrinunciabile per la protagonista

Passato e presente si incastrano in frammenti di diversa lunghezza, alternati a brevi riflessioni e a domande che cadono nel vuoto di un altro spazio bianco: la protagonista è sola con le sue preoccupazioni, con i desideri e le paure, coltiva da sola persino le speranze per un futuro a due. Di pagina in pagina seguiamo il fluire dei suoi pensieri, la sentiamo rivolgersi più all'amante (spesso con il "tu") che al marito (Marco viene tenuto a distanza nella narrazione con la terza persona), iniziamo e finiamo con degli amplessi più o meno soddisfacenti, che non riducono tuttavia la sua solitudine. E aspettiamo disperatamente la svolta. Lo scavo psicologico su singoli e minuti eventi e la divisione in frammenti fanno sì che il testo sia più apprezzato da chi cerca un romanzo intimistico, vagamente diaristico, costellato di personaggi irrisolti in cerca di un barlume di felicità.  

GMGhioni