di Carlo Verdone
Bompiani, febbraio 2021
pp. 224
€ 17 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
In questo scatolone ci sono le tracce di un'esistenza vissuta pienamente, nel bene e nel male. Nei sorrisi e nella malinconia. Mi pare di aver trovato una sorta di antidoto, una risposta al bisogno di tornare a un presente sereno attraverso la contemplazione del passato. (p. 13)
Dopo il molto amato La casa sopra i portici, Carlo Verdone torna a raccontare del proprio passato, e lo fa a partire dall'esperienza alienante del silenzio in una Roma deserta per le restrizioni anti-Covid19. La memoria, attivata dal ritrovamento di uno scatolone con molte foto e documenti del passato, è il motore della narrazione: tanti sono gli episodi, di diversa lunghezza, che ci regalano momenti di vita, perlopiù di giovinezza, in cui Carlo Verdone era ancora solamente un ragazzo in cerca della sua strada. Aspettative, desideri, paure, ansie, successi si avvicendano con la maestria del grande narratore: a capo di tutto, condividere, con la trasparenza e la sincerità dell'amico che racconta una storia e si apre completamente. Sappiamo, d'altra parte, quanto Carlo Verdone si doni al suo pubblico, da sempre, con una generosità che è propria del grande uomo, e non solo del grande attore e regista. E ora lo fa anche come autore, con quell'immediatezza di dettato che ci permette di visualizzare subito scene, personaggi, situazioni,...
Ci sono episodi che strappano più di un sorriso, come il pomeriggio al circo, in cui Carlo riceve un particolare "saluto" da uno degli elefanti Orfei, o l'incontro con alcuni cafoni che regalano incredibili battute, al di là dell'immaginazione. Accanto a questi, si trovano personali, tratti dalla vita familiare, in cui al divertimento si unisce un po' di nostalgia per i tempi passati: dal viaggio a Praga col padre alla fantomatica missione paterna di prendere la patente. Sfilano grandi personaggi del passato, colleghi di lavoro e amici di Carlo Verdone, così come persone comuni che conosciamo attraverso lo sguardo attento del narratore: sempre, permane l'interesse per la gente, per le vite degli altri, osservate nel dettaglio, senza ficcanasare, ma solo con autentica curiosità. In treno come per strada, Carlo Verdone non smette di partecipare al suo presente, con quello che gli viene offerto: una chiacchiera, un autografo, una strana richiesta di visita a casa, un nuovo possibile amore,... I momenti di commozione creano, poi, uno stacco rispetto ai racconti più lievi e ironici; anzi, spesso è proprio la loro alternanza a generare un cortocircuito emotivo nei lettori. L'empatia fa il resto, rendendo così La carezza della memoria molto più di una lettura, una chiacchierata con Carlo Verdone, scoprendo l'avventura dell'artista, ma anche le fragilità e i punti di forza dell'uomo.
GMGhioni
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