Lucio Dalla
di Ernesto Assante e Gino Castaldo
Mondadori, 2021
pp. 365
€ 20 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto
Lucio Dalla di Ernesto Assante e Gino Castaldo non è solo la biografia che mancava, è forse l’unica che l'indimenticabile cantautore italiano avrebbe sinceramente amato. Fin dalle prime pagine sembra di assistere alla più grande rappresentazione teatrale di un’opera magna, in cui già si pregusta quell’amalgama di ironia, poetica e avventura che saprà coinvolgerci fino all’ultima pagina e commuoverci fino alle lacrime.
Sebbene molti siano gli aneddoti narrati in linea temporale, l’immagine che si è fissata nella mia memoria è quella iniziale di un nostalgico Lucio, che il destino costringe a pernottare a Sorrento, proprio nella stanza che si affaccia sul mare che fu di Caruso. Il pianoforte, la vista che arriva all’orizzonte, passando per le imbarcazioni del porto, il profumo degli agrumi nell’aria salmastra, portati dal vento verso il luccichio delle onde. Una parte di quell’immenso artista che fu Lucio Dalla sembra essere rimasta lassù, su quel balcone, mentre suona al calar del sole, proprio come aveva fatto per lungo tempo il suo predecessore, Caruso. E quasi trascinati dalla musica di questa immagine, entriamo nel vivo del racconto di un’infanzia bolognese, della guerra, dell’originalità di cui era intriso il DNA dell’artista, nonostante la natura non lo avesse apparentemente dotato di caratteristiche vincenti. Un performer nato, che fin da bambino sprizza energia solare, quella che entrerà di prepotenza nel cuore di ogni italiano e dei frati francescani. Assante e Castaldo contestualizzano ogni nota biografica, contornandola con i versi delle canzoni di Dalla, partendo ovviamente dalla data di nascita, quel 4 Marzo 1943, di cui non ha mai fatto mistero. Ironica, coinvolgente, diretta, l’esperienza del vissuto di Lucio si tinge di svariati colori, di bugie bianche, di una privacy custodita nell’ombra, di idee politiche condivise alla luce, di un amore per il lusso (soprattutto per le auto) non ostentato, ma nutrito dall’alternarsi di motori Porsche a una tattica Diane. Meravigliosa la descrizione dei motivi che sottesero l’acquisto dell’auto utilitaria, così come il dettaglio degli interni della Porsche Cayenne, che Dalla guidò insieme a Oliviero Toscani, gareggiando nella MilleMiglia.
Potenza della lirica
dove ogni dramma e' un falso
che con un po' di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Emerge dai racconti di Assante e Castaldo la figura di un uomo che amava tanto la confortevole solitudine, quanto il ritmo frenetico dell’esistenza, scandita da impegni, progetti, rapporti con alcune delle più illustri personalità del secolo scorso, compreso il Papa.
Passando dalle esperienze sanremesi, alle diverse città abitate negli anni, Bologna, Roma, il ritorno a Sorrento, le tournée, si ripercorre la vita di Dalla, viaggiando sulle note del suo processo creativo, delle sue intuizioni, nonché la capacità di tradurre in musica un’emozione appena accennata, il tutto condito da una leggera ironia, una piacevole spensieratezza, anche nell’affrontare argomenti più complessi. Fine osservatore, amante della cultura, che non voleva però ostentare, Dalla ha sicuramente saggiato l’esistenza, che ha raccontato con struggente poesia. Interessanti sono i passaggi raccolti dagli autori, con le originali citazioni dell’artista, soprattutto quelle rilasciate sulla sua vita privata, il suo orientamento sessuale o politico.
In questo libro è racchiusa la storia della canzone italiana, che parte dai Parolieri per abbracciare i Poeti, passando dal jazz alla musica pop, alla canzonetta. Il cantautorato, che sonda le profondità di una coscienza civile e politica, di un’artista tanto geniale, quanto irriverente e meravigliosamente libero. La carriera di Dalla è stata lunga e proficua, la sua produzione può essere racchiusa in quattro ampi periodi: "le origini jazz e le varie partecipazioni sanremesi" (tra il 1962 e il 1972), la "collaborazione con Roversi" (tra il 1973 e il 1976), la "maturità artistica" (tra il 1977 e il 1996) e la "fase pop" degli ultimi anni, alternata da varie incursioni nella musica colta e accademica.
È affascinante leggere di come Dalla tesseva i rapporti umani con tutte le persone che lo circondavano, dalle sue collaborazioni con De Gregori, Morandi, abbracciando musicisti di caratura mondiale, fino agli amici con cui condivideva istanti rubati alla musica, la sua delicatezza nel consolare un'amica affranta, la sua schiettezza nel rispondere a un giornalista impiccione.
Ah si, è la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto (Caruso di Lucio Dalla)
L’elemento comune all’intero libro è una preziosa sensazione di presenza, come se Lucio si incarnasse e prendesse corpo attraverso i racconti. Una delicata magia che attraversa ogni pagina, proprio come quel volo di Rondini, che annuncia una rinascita del cuore e dell’ambiente. Le Rondini, animali tanto aggraziati ed eleganti nella linea, quanto normali in apparenza, che accompagnano la vita di Dalla, dal caffè in piazza alla prematura scomparsa, annunciata dagli amici Frati Francescani, tra il commosso silenzio di un nutrito gruppo di amici e persone, che si stringono attorno al feretro quel triste giorno di Marzo, che chiude con perfetta simmetria il passaggio di Lucio su questa terra.
Elena Arzani
@elenaarzani
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