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«L'orizzonte ti aspetta. Mangia, poi vagli incontro»: è arrivato in Italia il romanzo del pluripremiato Benjamin Myers

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Benjamin Myers copertina di All'orizzonte


All'orizzonte
di Benjamin Myers
Bollati Boringhieri, maggio 2021

Traduzione di Simona Garavelli

pp. 240
€ 16,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

 

 

«Allora» disse soffiando sulla tazza. «Un tè per la tua storia mi sembra uno scambio equo. Stai andando giù a baia, vero?» (p. 38)

Fin dall'inizio, All'orizzonte di Benjamin Myers è stupore. Stupore di Robert, il protagonista e io-narrante sedicenne, che nell'estate del 1946 intraprende un viaggio a piedi per l'Inghilterra con una sacca sgonfia di vestiti e piena di aspettative. Stupore di chi lo incontra e accetta di farlo fermare nel proprio fienile o lì fuori all'addiaccio, nel suo sacco a pelo, e condivide con lui un pezzo di rapa o di pane secco. Stupore di noi lettori, che ci immergiamo totalmente in ciò che Robert vede dell'Inghilterra, raccontata con un'attenzione lirica al paesaggio, che d'altra parte testimonia quanto Myers abbia anche composto poesie.

Se inizialmente Robert ci appare come un ragazzino che cerca di rimandare almeno per un po' la sorte di diventare minatore, esattamente come suo padre e il resto della sua famiglia, poi avviene l'incontro decisivo. Nello Yorkshire, proprio quando Robert stava per scendere "a baia", come dicono i locali, e ritrovarsi a tu per tu con il mare, si ferma a chiedere qualcosa da mangiare vicino a un cottage isolato. Qui, un cane gli abbaia, poco rassicurante, mentre una anziana signora, vestita in modo insolito, lo invita a fermarsi, a bere un tè e a mangiare qualcosa. Si tratta di Dulcie Piper, una donna che vive da sola col suo cane Butler, e che non sembra curarsi di ciò che pensa la gente di lei («Dulcie è un'ottima cuoca, oh se lo è. Giù a baia qualcuno la chiama matta, invece è solo padrona della sua vita», p. 121). Dulcie ha le sue idee in tutti gli ambiti, è uscita dalla guerra con una sua opinione ben precisa e ha trovato ugualmente un modo per tenere ben piena la sua dispensa. 

Se Calipso tratteneva Ulisse nel suo locus amoenus con la seduzione, Dulcie trattiene Robert con la sua cucina, facendogli sperimentare piatti mai provati, ma anche con i suoi libri. Il ragazzo sa leggere, ma non ha mai apprezzato particolarmente lo studio e la poesia, ma quello che gli presenta la sua nuova amica è del tutto diverso. Non sono rare le pagine in cui All'orizzonte si trasforma in un'appassionata apologia della poesia e della letteratura, visti quasi in chiave salvifica in un periodo storico che non perdona: 

«I libri non sono altro che carta, ma al loro interno contengono rivoluzioni. Scoprirai che gran parte dei dittatori difficilmente legge qualcosa di più delle proprie sporche agiografie. Ed è proprio qui che sbagliano: non c'è abbastanza poesia nelle loro esistenze» (p. 107)

È finita la carestia di cibo e di pensiero che Robert ha attraversato in quegli anni, appiattiti da una guerra guardata da lontano e sentita raccontare dai pochi reduci: è ora di riappropriarsi della propria identità. Per sdebitarsi degli astici e di altri manicaretti che Dulcie ha cucinato per lui, Robert si ripropone di sistemare il prato attorno al cottage e di rimettere a nuovo un capanno, che pare dimenticato tra le sterpaglie. Dulcie ne sta sempre lontana, in effetti, e ribadisce che non le interessa, dal momento che il cottage per lei è più che sufficiente. Le interessa, invece - ma questo non lo dirà - tenere Robert al suo fianco, un po' per placare la sua solitudine, travestita da autosufficienza e da indipendenza, un po' perché vede qualcosa in lui. Dulcie ha sempre amato fare da "mecenate", stare accanto a chi aveva qualcosa da dire, e così ha fatto anche con Romy Landau, poetessa, di cui Robert trova per caso le poesie, mentre sistema il capanno. Chi era veramente quella donna? E che fine ha fatto? 

Scavando nei testi, che anche noi lettori possiamo leggere perché le poesie compaiono qua e là a interrompere la narrazione, nonché parlando con Dulcie, andremo alla scoperta di un sodalizio molto speciale, ma anche di segreti che sono stati tenuti nascosti per anni. Robert così facendo si fermerà un giorno, due giorni, tre giorni,... e ogni tentativo di partire sembra essere rimandato dall'urgenza di fare altro, che sia un piccolo lavoro di manutenzione, o portare i pesci dalla baia al cottage,... Intanto, grazie a questa nuova amicizia, qualcosa cambia: 

«Ma ancora più forte era il pensiero incrollabile che Dulcie mi avesse visto in un modo assolutamente non pregiudicato dalla familiarità, dalla storia o dalle aspettative. Cioè, mi aveva preso come mi aveva trovato; non solo: aveva ritenuto opportuno trattarmi come qualcuno per cui valesse la pena prendersi il disturbo - non esattamente un suo pari, essendo chiaro che lei era una persona saggia, mondana e originale mentre io non ero nulla del genere. Eppure nel breve tempo trascorso insieme avevo cominciato a sentirmi come se stessi diventando qualcun altro. Mi stavo avvicinando a essere me stesso, e non la persona che fino ad allora avevo interpretato» (p. 115)

Dunque, che cosa aspetta Robert? Quanto l'anziana Dulcie, con i suoi scheletri nell'armadio e la sua dispensa piena di cibo e di ricordi, potrà cambiare il suo futuro? All'orizzonte sa così trasformarsi da romanzo di formazione a commosso esempio di amicizia non convenzionale, passando attraverso il fascino di quadri paesaggistici estatici, in una natura che non perdona, ma che può farsi alleata. Il destino stesso, che sembrava così incombente nelle prime pagine, inizia a sembrare più sfocato e, all'orizzonte, forse anche per Robert si può delineare il libero arbitrio. 

GMGhioni