La scuola ci salverà
di Dacia Maraini
Solferino, 2021pp. 224
€ 14,25 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
«L'accademia non è il paradiso. Ma l'apprendimento è un luogo in cui il paradiso può essere creato. L'aula, con tutti i suoi limiti, rimane un luogo di possibilità. In quel campo di possibilità abbiamo l'opportunità di lavorare per la libertà, di esigere da noi stessi, e dai nostri compagni, un'apertura della mente e del cuore che ci permette di affrontare la realtà anche se immaginiamo collettivamente modi per andare oltre i confini, per trasgredire. Questa è l'educazione come pratica della libertà» (Hooks, 1994, p. 207).
La scuola ci salverà, il nuovo libro di Dacia Maraini, pubblicato da Solferino, sembra allinearsi alla celebre citazione della studiosa americana Bell Hooks, il cui attivismo sociale ha riguardato le tematiche di razza, genere e classe. L’autorevole autrice si concentra sul ruolo fondamentale dell’Istituzione scolastica all’interno di una società civilizzata, che guarda al futuro con spirito di innovazione e tolleranza, ne esamina i tratti salienti e lancia un grido di speranza, portando nuovamente l’attenzione sull’importanza della cultura per il benessere collettivo.
In un momento storico in cui il sistema educativo ha subito la forte ripercussione delle restrizioni governative anti-Covid, svilita nei contenuti e afflitta nella sua essenza dai limiti della didattica a distanza, Maraini rivendica il ruolo centrale dell’istruzione all’interno di una società evoluta, portando il lettore metaforicamente sui banchi di scuola, attraverso numerose letture di articoli pubblicati dall’autrice negli anni, su diverse testate giornalistiche.
L’Istituzione scolastica nel corso dei secoli è stata un perno lungo il quale sono ruotati eventi drammatici e, come tale, ha spesso svolto il ruolo di luogo sicuro per i cittadini, a cui potersi appoggiare ed in cui credere. Tuttavia, negli ultimi anni un generico e generalizzato malcontento sembra essersi diffuso, raggiungendo l’apice proprio nel periodo della pandemia, a causa del massiccio appiattimento dell’offerta educativa, ridotta nei contenuti dalla didattica a distanza, privata della capacità di instaurare contatti umani di persona e della sua natura sociale, che porta gli studenti ad intessere rapporti importanti per il loro sviluppo.
La scuola ci salverà si divide in due parti ed è composto da articoli, testi e racconti nati dalla penna dell’autrice durante le sue numerose esperienze in ambito educativo, dal Liceo di Palermo all’insegnamento nel carcere di Rebibbia, trattando il suo rapporto con gli studenti, che si è recentemente interrotto a causa della pandemia. Quest’ultima rappresenta senza ombra di dubbio la sfida più grande a cui deve dedicarsi il Governo italiano, seguita subito dopo da quella di rilanciare l’Istituzione scolastica, riabilitandone il ruolo di primaria importanza, che riveste all’interno della società e che Maraini considera “metronomo del progresso di qualsiasi Paese del mondo”. La scuola ci salverà, presenta inizialmente un corposo numero di articoli, scritti e selezionati dall’autrice, legati al tema della scuola ed al ruolo rivestito dai docenti e dagli studenti al suo interno. Ottimismo e fiducia sembrano dominare le pagine del libro, che parola dopo parola sottolinea in modo evidente gli aspetti positivi di una corretta educazione, capace di fronteggiare e demistificare anche l’incomprensione ed il problema più spinoso.
L’autrice, ad esempio, afferma che il pessimismo danneggia gli studenti, citando l’articolo “Il sale sulla coda”, pubblicato sul Corriere della sera il 19 Maggio 2015.
“Dobbiamo ringraziare mille volte quegli insegnanti delle scuole italiane – in maggioranza donne – che, pur essendo pagati poco, trattati come fastidiosi ingombri, aggrediti da padri e madri iperprotettivi che hanno perso ogni rispetto per la sacra arte dell’apprendimento, credono ancora nell’insegnamento come servizio e lo portano avanti con passione e spirito di sacrificio” (pp. 66-67)
Fiducia, empatia, impegno, sono pertanto termini che definiscono il delicato equilibrio del benessere scolastico, mantenuto in vita dal corretto agire di ogni partecipante al dibattito, docenti, genitori ed alunni. La scuola, per Maraini, può fare la differenza nella vita di un individuo ed è il baluardo di una società evoluta, che punta a migliorarsi. L’educazione può essere un aiuto contro il triste fenomeno dei femminicidi, così come proporsi come strumento di aiuto all’integrazione, creando punti di incontro, che pur mantenendo forte l’identità sociale, si aprono al dialogo verso una vera inclusione. In un momento di profondi e rapidi cambiamenti globali, è importante mantenere l’attenzione sulle generazioni più giovani, per aiutarle a comprendere e gestire al meglio le diverse situazioni.
La seconda parte del testo propone tre toccanti racconti che analizzano le condizioni di povertà e di vita al di fuori dell’Italia. Si tratta di brevi storie (L’esame, Berah di Kibawa e Il bambino vestito di scuro), che parlano al cuore ed aiutano a comprendere i delicati equilibri esistenziali di quegli stranieri, che spesso a causa delle disagiate condizioni di vita sono costretti ad emigrare, andando incontro ad ulteriori avversità. Immigrati che non trovano respiro, né integrazione sociale, usati spesso come capri espiatori da politici e governi. Per questi bambini la scuola assume un valore immenso, non privo di difficoltà, ma allo stesso tempo tale valore è condiviso da ogni studenti, indipendentemente dalla sua origine, classe sociale, in quanto costituisce l'opportunità di gettare basi solide per la costruzione di un futuro, che soprattutto in momenti storici, come quello attuale, sembra offuscarsi dietro al peso delle preoccupazioni e dei limiti.
Maraini lancia un sottile, quanto importante, grido d’appello ad intellettuali e docenti, affinché prendano atto del grande potere nelle loro mani: quello educativo. La scuola, in definitiva, è la miglior leva per il vero cambiamento ed integrazione sociale.
Elena Arzani