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«Noi per fortuna siamo molto più della Storia: noi siamo le storie»: in viaggio nei mari della fantasia (e della realtà) con Fabio Genovesi e "Il calamaro gigante"

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Il calamaro gigante  di Fabio Genovesi


Il calamaro gigante
di Fabio Genovesi
Feltrinelli, 2021

pp. 144
€ 14 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


 

Insomma, i grandi raccontatori sono così, la loro voce è una festa in piazza, dove tante storie si incontrano e si innamorano, si abbracciano e ballano strette fino a diventare una sola, ancor più grandiosa. Nelle loro giravolte raccolgono la realtà dei nostri giorni, e a forza di scuoterla tirano fuori tutto il suo luccichio, la sua meraviglia spropositata che in mesi e anni immobili si era coperta della polvere grigia delle abitudini, e non la vedevi più. (p. 45)

Se conoscete già quel "grande raccontatore" che è Fabio Genovesi, vi abbandonerete alla iniziale bizzarria di Il calamaro gigante con cieca fiducia; se vi accostate alla sua opera per la prima volta e partite da qui, potreste chiedervi con tono preoccupato: dove ci sta portando? In ogni caso, ci metterete forse più pagine, ma accetterete di viaggiare ugualmente. Perché la narrazione tiene e anche il più piccolo episodio coinvolge. Perché lo stile di Genovesi sa bene come accogliere anche il lettore più ritroso. 

Questo breve romanzo, uscito da pochissimo per Feltrinelli, è un grande viaggio che ci spinge ad andare «dritti, o dovunque ci portino i venti e le correnti e le passioni, tutto quello che per fortuna è più grande e più forte di quel che vogliamo noi» (p. 50). Dall'autobiografia alla storia del calamaro gigante, leggenda dei mari, tra tanti aneddoti e curiosità, fino a un grande allarme sulla situazione dei nostri mari oggi: il passo, dall'una all'altra tematica, è breve, come è facile d'altro canto tornare indietro e ripartire dall'autobiografia, passare nuovamente alla storia del calamaro gigante, e via così. Genovesi rivendica la libertà di viaggiare da una storia all'altra garantendoci che, se saliremo a bordo con la fantasia, non resteremo delusi; anche se saliremo con gli occhi bene aperti sulla realtà, lo spettacolo del nostro pianeta sarà degno di essere guardato. D'altra parte, «le stelle in mezzo al mare: se arrivi al tuo ultimo giorno e non le hai viste, non hai vissuto» (p. 27), e dunque, iniziamo a guardarle in compagnia di Genovesi. 

Spingersi oltre, ma non tanto per l'ansia odissiaca di conoscenza, quanto per la gioia di contemplare le bellezze del cosmo, legittimando con il proprio stupore i sogni e le storie: questo è il filo conduttore de Il calamaro gigante, un libro che spazia oltre la trama principale e ci porta al largo. La bussola per tornare verso riva e ripartire nuovamente è la passione per la narrazione: secondo Genovesi, «una vita senza credere a nulla che vada più in là di quel che vedi e tocchi dev'essere proprio tanto triste» (p. 59), e allora ben vengano i calamari giganti, con la loro storia rocambolesca, tra avvistamenti leggendari e tentacoli che sembrano provarne l'esistenza. Dov'è la realtà e dove inizia la fantasia? 

Poco importa, tutto sommato: quel che è certo è che viviamo di storie, e che queste sono alla base dei nostri sentimenti più forti:   

[...] la risposta a chi ha dubbi sul proprio amore per qualcuno. È chiara e semplice, e in realtà è una domanda: Hai ancora voglia di raccontargli storie? 
Storie su quel che fai, che pensi, che hai visto o sentito. È così che capisci se siete ancora innamorati. [...] L'amore è un bisogno urgente di raccontare, di ascoltare, di condividere e mescolare tutto quello che vivete, che avete fatto dal primo giorno di asilo fino a oggi, ogni cosa ha senso solo adesso che siete insieme e potete raccontarvela. (p. 54)

E in questo breve romanzo Fabio Genovesi non fa che alimentare il nostro bisogno di narrazione, fino a condurci a una storia drammaticamente reale, quella che racconta lo stato dei nostri mari. Riflessione, commozione, sorrisi, piacere per una buona narrazione: Fabio Genovesi con Il calamaro gigante ci consegna un piccolo grande inno allo stupore per la vita e un monito a rispettare ciò che abbiamo di più caro: l'ambiente. 

GMGhioni