di Lorenza Ghinelli
Marsilio, 2021
pp. 256
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Per chi ha già letto come me Tracce dal silenzio, il ritorno di Nina era sicuramente atteso: la piccola e coraggiosa protagonista di Lorenza Ghinelli ha conquistato con quel suo percepire realtà altre, quando toglie il piccolo audioprocessore che le consente di rapportarsi con amici e parenti. Bunny Boy è ambientato sei mesi dopo le terribili vicende di Tracce dal silenzio e Nina è ancora traumatizzata da quello che le è successo; proprio per questo i suoi genitori insistono perché lei riprenda la psicoterapia. Quel che nessuno sa è che Nina ha nuove "visioni" (non sa ancora come chiamarle) e, più sinistramente, stavolta può interagire con quella che le sembra una realtà parallela, in cui non vede speranza, ma coglie solo la disperazione di un bambino immerso nel buio.
Intanto, nel presente vengono ritrovati corpi che sono stati decapitati e poi mutilati delle mani; gli organi principali sono stati estratti, ma per farne cosa? Il cadavere straziato è di solito stato nascosto nei pozzetti delle acque reflue dei palazzi e l'avanzato stato di decomposizione è dovuto all'ambiente malsano e umido. Non ci vogliono molte pagine per capire che con Bunny Boy l'autrice ci porta in un'atmosfera ancor più sinistra, e anzi è proprio la prima parte del romanzo a far rabbrividire di più, perché l'assassino ci viene presentato subito come un personaggio che ha subito forti maltrattamenti e atti di bullismo da piccolo, fino a un evento traumatico (che scoprirete) che lo segnerà per sempre e che lo porterà a vestire i panni di "Bunny Boy", un vendicatore a dir poco inquietante. Come avviene solitamente in thriller simili, è il contrasto fortissimo tra la vita apparentemente comune del serial killer e la sua vera natura a creare turbamento, perché nessuno attorno a lui pare accorgersi dei suoi disturbi psichici.
Tutti tranne Nina, che, suo malgrado, è entrata in contatto proprio con i ricordi di Bunny Boy, quelli che lo hanno reso chi è oggi: dialogare con il suo passato potrà far cambiare il presente? E soprattutto come lo può riconoscere, adesso che è un adulto? Nina non ne ha idea ed è sempre più terrorizzata, perché sa di non poter trovare alleati nei suoi genitori, che certamente la crederebbero in preda a deliri. Meglio invece affidarsi ad alcuni nuovi e vecchi amici, tra cui figurano suo fratello Alfredo e alcuni personaggi del primo romanzo, come Rasha e Nur, due ragazze di una casa protetta, che stanno per arrivare al compimento della maggiore età.
Accanto alla vicenda principale, particolarmente inquietante (forse anche perché l'autrice ci offre alcuni elementi degni di un horror), troviamo grande attenzione a temi sociali: l'emarginazione che a volte fa sentire Nina poco compresa per la sua sordità e l'importanza per lei di imparare la LIS; la realtà di giovani come Rasha e Nur che, dopo essere scappate dalla guerra nei loro paesi ed essersi integrate nella casa protetta, devono trovare una nuova abitazione con la maggiore età; pregiudizi ancora presenti sull'omosessualità;... Il mondo familiare dell'assassino tanto quello di Nina, benché apparentemente opposti, non sono perfetti, e Lorenza Ghinelli lascia intravedere quanto anche nella famiglia più attenta si possa verificare incomunicabilità.
È proprio quando i rischi che corre l'undicenne Nina si fanno decisamente più alti che, come in ogni thriller che si rispetti, il coinvolgimento del lettore cresce, per cui non si può fare a meno di voltare le pagine freneticamente, per scoprire che cosa accadrà alla giovanissima protagonista di Ghinelli. Anche se la vicenda è di per sé ben comprensibile anche senza il volume precedente e qui emerge con forza il carattere di Nina, solo la lettura di Tracce dal silenzio può farci apprezzare appieno anche i personaggi secondari, dati più per scontati in Bunny Boy.
GMGhioni