«Perché gli ho dato il mio lavoro, la mia vita?». Quando l'amore diventa ossessione e annienta l'io: "Chi se non noi", l'esordio di Germana Urbani

Copertina "Chi se non noi" di Germana Urbani


Chi se non noi
di Germana Urbani 
Nottetempo, aprile 2021

pp.  180
€ 14 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)

Chi se non noi, il titolo dell'esordio di Germana Urbani, suona come refrain dall'aria sempre più sinistra dentro a quello che, di primo acchito, potrebbe sembrare una storia d'amore. Leggendo oltre l'apparenza, ovvero oltre il punto di vista frastornato e inaffidabile della protagonista, Maria, si scopre che il suo legame con Luca è ossessione, dipendenza masochistica, e che dell'amore non porta che l'illusione

Maria, unica laureata della famiglia, ha studiato architettura e dopo anni di fatica e di gavetta ha meritato una posizione in uno studio di grido a Bologna, dove ha portato a lavorare anche Luca, come collaboratore. Lei vorrebbe avvicinarsi al lavoro, ma lui sembra attaccato al suo paese sul Delta del Po, e dunque ecco che lei sta in affitto a Ferrara durante la settimana e nel weekend torna alle origini, dalla sua famiglia, ma soprattutto da Luca. La convivenza è un argomento tabù, così come il rinunciare alla propria libertà: Luca rivendica una sua vita privata, contando sul fatto che - in ogni caso - il loro sia un rapporto speciale, che sfugge a qualunque etichetta. Tuttavia, le etichette a volte possono essere rassicuranti: lo sa bene Maria, che negli ultimi tempi pensa di continuo a come stringere all'angolo Luca e affrontare l'argomento del loro futuro. 

Quel che sconvolge maggiormente è che questo bisogno sempre più assillante di risposte arrivi solo dopo dodici anni di scuse, procrastinazioni, omissioni, rimbalzi da un argomento all'altro. Luca è un maestro nella manipolazione; Maria accetta. O perlomeno ha accettato fino a questo momento, ma senza Luca lei si sente vuota, nonostante la sua amica Giulia, ben più pragmatica, le ricordi ogni volta che la sua non è mai stata una storia sana. Insorge poi una domanda devastante per Maria: «Perché gli ho dato il mio lavoro, la mia vita?» (p. 74), interrogativo che potrebbe aprire una notevole riscossa. 

Invece, ecco che, impotenti, noi lettori assistiamo alla caduta delle illusioni della protagonista e io narrante attraverso una serie di colpi mancini che Luca le riserva, con annichilente superficialità - direbbe Maria; con inquietante sadismo - direbbe chiunque altro. Nel ripercorrere il loro rapporto in flashback che esplorano ora uno ora un altro episodio,  distinguiamo con un'evidenza sfacciata gli elementi di una relazione profondamente disequilibrata, in cui l'egoismo di Luca si contrappone all'accettazione paziente di Maria, il tutto in uno schema sadomasochistico da manuale. La presa di coscienza si fa poi lucida: 

Mi rendo conto adesso che la mia vita sin qui è stata come quella vetrina, a disposizione. Non avrei fatto nulla per impedirgli di prendere quanto gli serviva per diventare quello che non aveva avuto il coraggio neanche di immaginare. (p. 98) 

E dunque? Come può Maria "scendere" scientemente dalla sua ossessione, e non esserne disarcionata? Se i suoi conterranei e la sua famiglia accanto al Po sono stati abituati dalla natura alla fuga, di piena in piena, lei è ostinatamente decisa a rimanere, ma le radici che ha provato a far attecchire sono entrate nella sabbia, non nella terra e l'argine minaccia di cedere alla furia di sentimenti difficilissimi da governare. 

Accanto all'indagine sentimentale e psicologica, in Chi se non noi Germana Urbani regala episodi di vita agreste limpidi e chiari, forse ispirati anche alla sua infanzia in provincia di Padova. Il lavoro della terra, il pragmatismo dei contadini della famiglia di Maria, il paesaggio del Delta, che ha una sua poesia umile, scandita dalle stagioni: tutto sfocia nella resa di un ambiente che fa subito pensare a Celati, ma che ha molto di personale. E soprattutto in questi ricordi (bellissimi i passi dedicati al nonno e alla scoperta della passione per l'architettura) vediamo uno stile che fa pensare a un enorme potenziale e respiriamo, in attesa di scoprire se Maria riuscirà a staccarsi dalla sua ossessione e riprendere in mano la propria vita. 

GMGhioni