pp. 183
€ 17,00 (cartaceo)
Adele non è affatto brava a
scuola, ma ama le storie raccontate ad alta voce, così come le parole dei
poeti, che sembrano parlare apposta per lei. Da quando i suoi genitori sono
morti, vive con la nonna, che è una
donna un po’ magica, in contatto con le forze e le creature della Terra. La
sua casa in cima alla collina è il porto
sicuro in cui trovare ristoro e provare a essere di nuovo felici: perché in
ingresso c’è uno svuotacuori in cui deporre tutti i “baci rotti”, le cose
andate storte durante la giornata; perché i due gatti Sirio e Diana le sono
cugini e amici; perché le ombre che vigilano sul giardino non sono ostili ma
protettive, familiari e rassicuranti come chi si conosce da tempo; e perché proprio alla terra del giardino è possibile
affidare quei segreti che non si possono dire, certi che verranno accolti e
custoditi, come semi piantati in profondità. Come semi, però, anche i segreti possono germogliare. Ed è per
questo che, da quel giorno di ottobre in cui Adele sente “un dolore acuto e persistente che non somigliava a nessun altro” (p.
15) e lo affida a un buco scavato nel terreno, alla narrazione primaria, quella
veicolata dalle parole, se ne affianca un’altra,
molto più arcana e misteriosa, che passa attraverso le immagini che
arricchiscono e completano il volume. Le illustrazioni
oniriche, suggestive, di Mara Cerri ci mostrano cosa accade nel sottosuolo
dopo che la protagonista ha seminato il suo segreto. Infatti le sue parole,
pronunciate sottovoce, smuovono qualcosa, risvegliano un bambino dagli occhi
grandi che dorme rannicchiato nella penombra e presto raggiungono anche i suoi
amici, bizzarre creature ibride dalle teste animali. La vita della superficie trova un puntuale contrappunto in quella
sotterranea, che si fa eco, si fa specchio. Anche lì sotto arrivano presto
i nomi dei fiori: Rosa, Dalia, Iris e Margherita. Quattro bambine di cui Adele
vorrebbe disperatamente l’amicizia, senza riuscire a vederne la meschinità.
I tentativi goffi della protagonista di entrare nel gruppo più temuto e rispettato della classe la portano fino al punto di vergognarsi e quasi rinnegare la vita che conduce: perché finché sono solo loro due, la nonna appare “il fulmine silenzioso che si muoveva da un angolo all’altro, la regina di un regno di cui lei sapeva tutto e che io conoscevo solo in parte” (p. 43), ma vista attraverso gli occhi superficiali di chi vede solo il male nelle cose diventa presto una vecchia strega. Per fortuna c’è anche qualcun altro che le è vicino, e che ha uno sguardo molto più limpido sulla realtà. Chi vede la casa della nonna per quello che è: il luogo di una serenità possibile, di incontri nuovi e di infinite possibilità. A questo riporta anche il mondo umbratile che il segreto ha risvegliato: un mondo che potrebbe apparire minaccioso ma che si rivela invece pieno di allegria e di avventure. Il segreto, in questo caso, dà vita più che toglierla, crea piuttosto che distruggere. Ma anche rendersi conto di questo è il frutto di un lungo percorso che la protagonista deve fare per attraversare il proprio lutto, la propria sofferenza inespressa, per riuscire a dire ad alta voce quel rimpianto che la paralizza. Solo facendolo i due mondi si possono ricongiungere in una superiore forma di unità, e le ombre possono farsi davvero spiriti guida.
Nel volume illustrato realizzato a quattro mani da Nadia Terranova e Mara Cerri, alla delicatezza e alla poesia dei testi corrisponde l’apertura di significato delle immagini, che possono essere lette su più piani interpretativi e per cui fino alla fine non viene fornita la chiave di decifrazione, lasciando spazio quindi alla libertà del lettore, che si può far toccare in maniera unica e personale. Allo stesso tempo, i giovanissimi potranno fruire di una storia che tratta con intelligenza di temi importanti: il desiderio di farsi accettare, le piccole violenze psicologiche che il singolo può subire di fronte al gruppo, la perdita e il lutto, la rilevanza delle figure di riferimento e dei contesti educativi, ma anche il cambiamento di prospettiva che porta con sé l’età adulta, a cui noi accediamo attraverso la visione retrospettiva dell’Adele io narrante, ormai diventata grande. È questo, quindi, un libro adatto a età differenti, che sorprende a ogni pagina per il suo desiderio di non proporre risposte preconfezionate, ma di lasciare che sia chi legge a porsi le domande di cui più ha bisogno.
I tentativi goffi della protagonista di entrare nel gruppo più temuto e rispettato della classe la portano fino al punto di vergognarsi e quasi rinnegare la vita che conduce: perché finché sono solo loro due, la nonna appare “il fulmine silenzioso che si muoveva da un angolo all’altro, la regina di un regno di cui lei sapeva tutto e che io conoscevo solo in parte” (p. 43), ma vista attraverso gli occhi superficiali di chi vede solo il male nelle cose diventa presto una vecchia strega. Per fortuna c’è anche qualcun altro che le è vicino, e che ha uno sguardo molto più limpido sulla realtà. Chi vede la casa della nonna per quello che è: il luogo di una serenità possibile, di incontri nuovi e di infinite possibilità. A questo riporta anche il mondo umbratile che il segreto ha risvegliato: un mondo che potrebbe apparire minaccioso ma che si rivela invece pieno di allegria e di avventure. Il segreto, in questo caso, dà vita più che toglierla, crea piuttosto che distruggere. Ma anche rendersi conto di questo è il frutto di un lungo percorso che la protagonista deve fare per attraversare il proprio lutto, la propria sofferenza inespressa, per riuscire a dire ad alta voce quel rimpianto che la paralizza. Solo facendolo i due mondi si possono ricongiungere in una superiore forma di unità, e le ombre possono farsi davvero spiriti guida.
Nel volume illustrato realizzato a quattro mani da Nadia Terranova e Mara Cerri, alla delicatezza e alla poesia dei testi corrisponde l’apertura di significato delle immagini, che possono essere lette su più piani interpretativi e per cui fino alla fine non viene fornita la chiave di decifrazione, lasciando spazio quindi alla libertà del lettore, che si può far toccare in maniera unica e personale. Allo stesso tempo, i giovanissimi potranno fruire di una storia che tratta con intelligenza di temi importanti: il desiderio di farsi accettare, le piccole violenze psicologiche che il singolo può subire di fronte al gruppo, la perdita e il lutto, la rilevanza delle figure di riferimento e dei contesti educativi, ma anche il cambiamento di prospettiva che porta con sé l’età adulta, a cui noi accediamo attraverso la visione retrospettiva dell’Adele io narrante, ormai diventata grande. È questo, quindi, un libro adatto a età differenti, che sorprende a ogni pagina per il suo desiderio di non proporre risposte preconfezionate, ma di lasciare che sia chi legge a porsi le domande di cui più ha bisogno.
Carolina
Pernigo
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